Capitolo 1

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Ciao a tutti. Questa è la mia storia, spero che vi piaccia e vi entusiasma tanto da voler il continuo. È la mia prima storia quindi non fate caso agli errori. Buona lettura

È una giornata come tante, il sole si intravede alto in cielo, i suoi raggi pian piano entrano dalla finestra della mia camera, penetrando le vetrate, la solita dolce e abbondante colazione sul comodino posto accanto al letto e per finire, le mie comode pantofole a forma di cucciolo della Disney, ovvero Pluto, pronte per l'uso. Devo dire che sia tutto vecchio e niente nuovo o quasi.

Da quando mio fratello è morto, non essendo più fra noi, ho la nausea già di prima mattina e di conseguenza non faccio più colazione. Mi manca così tanto quella figura dolce e premurosa nei miei confronti: e pensare che se adesso, in questo momento non è più qui con me, mi sento talmente in colpa, da scegliere di prendere il suo posto sottoterra in questo preciso istante, pur di vederlo sorridere come un tempo.

Sono Aida, ho 16 anni e frequento un famoso e prestigioso collage a Philadelphia.
Amo fare sport, cantare e persino svolgere volontariato al canile. Il mio sogno sarebbe quello di diventare un'addestratrice di animali competente e fiera del lavoro che porta a termine, ma per il momento sono solo una semplice studentessa che come gran parte dei giovani d'oggi, lavora sodo per garantirsi un posto in questa futile società e creare il proprio futuro, con le proprie e sole forze.

Scendo dal letto, mi sistemo e vado al piano inferiore, dove trovo i miei genitori intenti nel prepararsi per andare subito al lavoro.

<Giorno..> dico con un filo di voce ancora assonnata, lasciandomi cadere su una di quelle sedie color grigio chiaro, posizionate in cucina, ai lati del tavolo.

<Buon giorno, tesoro!> si avvicinò mia madre non appena notò la mka presenza, posando le sue morbide e rosse labbra sulla mia fronte, lasciando il segno con il suo rossetto rosso, al profumo di ciliegia appena raccolta.
<Come va il mal di testa?> chiese preoccupata, mettendo quello che le serve nella sua grande borsa da avvocato.

Ieri purtroppo avevo un pò di mal di testa, ma niente di preoccupante, a mio parere! Ero solo un pò stanca a causa dello studio al quale mi sottopongo ogni rude e faticoso pomeriggio.

<Tutto apposto, Mamma. Grazie alla medicina di ieri sera, la mia mente adesso è più energica e vigorosa di prima> risposi ridacchiando, quasi con le lacrime agli occhi, per poi andare a prendere posto sul divano e sistemando l'occorrente per la scuola.

<A quanto pare noto che ti sei ripresa alla grande!> interviene mio padre, lasciandomi un tenero bacio sulla mia piccola guancia destra e salutando con un forte abbraccio mia madre, uscendo dalla porta del giardino. Faceva sempre così: era il suo modo di salutarci e augurarci ad entrambe una buona giornata. Era diventata una routine, ormai!

<Vado amore, appena esci da scuola, ritorna subito a casa per riposarti un pò. Domani io e tuo padre dobbiamo parlarti di una cosa importante. Se per te va bene andremo a prendere un gelato, ti va? Abbiamo metà giornata libera e potremmo passarla insieme> propose mia madre, vagando per la cucina e causando al mio corpo una forte agitazione.
Un qualcosa che li tormentava? Cosa volevano dirmi o chiedermi di tanto 'scandaloso' da prendersi mezza giornata libera da lavoro?

<Va bene, mamma..> dissi abbassando il capo e annuendo senza ribattere per l'affermazione precedente: ero ancora un pò scossa al riguardo.

<Ottimo, ci vediamo stasera a cena> disse, dirigendosi verso l'uscita.

Purtroppo, i miei genitori lavoravano fino a tardi: mio padre era un chirurgo mentre mia madre una famosa avvocatessa. Stavamo insieme solo la sera ed era il momento migliore della giornata, almeno li vedevo!

<Ricorda di dare da mangiare a Rufy. Buona giornata> gridò dalla stanza accanto, per poi uscire dalla porta principale.

Rufy, il mio cane, il mio migliore amico. Ha 5 anni ed è un maremmano di color bianco e grigio, paragonabile alla neve d'inverno. È talmente grande che con un salto mi fa atterrare al suolo quando mi vede tornare da scuola.

<Rufy, vieni qui, amore> dissi gesticolando, in modo tale che lui mi raggiungesse al più presto.
Lo vidi scondinzolare verso il divano, per poi mettersi sopra le mie gambe. Era talmente pesante, ma allo stesso tempo adorabile.

<Ti voglio davvero tanto bene, Rufy. Tu almeno ci sei sempre stato: tu e Lion> mormorai accarezzando il suo bel musetto adagiato sul mio fragile ginocchio destro.

Lion Milton, mio fratello maggiore: la spensieratezza in persona.

Era così gentile, altruista, premuroso verso tutti. Aveva un animo buono e volenteroso, noi tutti lo accettavamo  così com'era, non c'era bisogno che cambiasse la sua vita come ha fatto, era già speciale così!

Morì nell'estate del suo 22esimo compleanno, quel primo compleanno che non festeggiammo insieme. Un compleanno avido, privo di emozioni ma solo tanta tristezza e disperazione negli occhi di tutti e tutto.

Avevamo ben 6 anni di differenza, una differenza che a noi non importava nulla: era un qualcosa di superficiale.

Lui restava sempre il mio primo amore, il primo diamante di una donna, l'eroe di una bambina: il fratello maggiore. Il fratellone che proteggerà la sua dolce sorellina per sempre, qualunque cosa accada, in eterno.

Nonostante l'affetto che provavo nei suoi confronti era grande, mi fu strappato via a causa di un terribile incidente stadale rimasto coinvolto a causa mia, per la mia inconsapevolezza.

Mi aveva avvertito più e più volte, già da tempo che sarei dovuta restare a casa con Rufy, con porte chiuse e finestre sbarrate, ma non l'ho fatto.

E così lui morì.

I giornali, la televisione, persino internet avevano il coraggio di esporre che fu soltanto un incidente.
Ma non fu così, io lo so, lo sento.
Lion non poteva far male neanche ad un piccolo ed insignificante insetto trovato casualmente per strada.

Lion era un ragazzo che amava la giustizia, tanto da portarsela dietro insieme alla sua morte.

Bene, questo è il primo capitolo. Scusate è un pò corto ma mi rifarò più avanti. Spero vi piaccia e commentate in tanti :)

Non tutto è per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora