LA SITUAZIONE

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Victor aveva finito di sperare,non avrebbe mai più rivisto i suoi cari,il suo mondo,non avrebbe riavuto indietro la sua vita.Ora era solo un miserabile figlio di nessuno.La sua esistenza non aveva appigli,era solo in un mondo che non gli apparteneva,in un mondo che correva veloce e che lascia indietro chi cade.Victor non era mai stato in buoni rapporti con il padre ma saperlo suicida a causa sua gli lacerava il cuore;sapere Dean ucciso per difenderlo,bhè questo l'aveva distrutto completamente.

Dopo essersi sfuriato ed infine legato ad un letto e sedato da portantini del calibro di boxer pesi massini,Victor se ne stava a fissare i neon bianchi che andavano ad intermittenza sul soffitto.

Sembrava vuoto,privo ormai di qualsiasi sentimento positivo,ora quello che il suo arido cuore desiderava era soltanto vendetta.

Igor rientrò nella stanza del suo aggressore e si mise con le spalle appoggiate al muro,come se volesse sorreggerlo.Incrociò le braccia al petto ed incominciò a fissare la sagoma inerme e sfinita del malcapitato scienziato.

Fece tre lunghi respiri per facilitarsi il discorso che però oltre ad un sibilo non avevano inizio,non trovava le parole anche se ne conosceva tante,nessuna di essere era appropriata.

《Sò cosa vuoi dirmi crocerossina》Disse Victor restando impassibile e senza distogliere lo sguardo da quella luce fastidiosa.

Igor fece spallucce e puntò gli occhi dapprima a terra,dritti al corpo del paziente.
Sta volta prese coraggio e gli parlò.

《E cosa sai che ti dovrei dire?Io non sò cosa dirti ma se lo sai tu,parla pure al posto mio Victor 》

《Tu mi credi pazzo,ecco cosa volevi dirmi,ma io non lo sono》Nessun cambio di tono si udì nella sua voce calma e pacata.Sembrava che tutto ciò che lui era,fosse stato portato via,lavato.

Igor scosse il capo e ripuntò gli occhi al pavimento plastificato blu.
《Non lo penso affatto Victor...Frankenstein》.

Victor scattò e voltò immediatamente il capo verso il suo salvatore.
Come poteva un'estraneo di un'altra epoca credere ad un povero e malconcio pazzo che sosteneva d'essere un lord dell'800?.
Ebbene Igor credeva a tale affermazione,non perché fosse pazzo o stolto ma perché lui nel profondo del suo inconscio aveva dato una possibilità a quell'uomo ormai privato di tutto,come in passato lo era stato anche lui.Lui era cresciuto con sua nonna ad Elephant,nella periferia di Londra,uno dei quartieri più  malfamati che la città potesse offrire.Era pieno d'immigrati,regolari e clandestini.Sua nonna era una di questi ultimi.Era emigrata dalla Romania cinquant'anni fa con un bagaglio pieno di sogni e speranze,ma si era ritrovata con un pugno di nulla ed un figlio d'accudire da sola ed un marito troppo ubriaco che appena ebbe l'occasione andò via.I genitori di Igor erano ragazzi cresciuti in quel ghetto.Suo padre diciannovenne all'epoca aveva messo incinta sua madre minorenne allora.I due dopo la nascita del bambino lo lasciarono alle cure della povera Baba e scapparono via.Dopo quindici anni Baba pianse la morte del suo unico e stentato figlio Michael.Igor crebbe in quel posto fatto di crimini e paure.Crebbe con una speranza che sua nonna Baba gli aveva piantato nel cuore fin da bambino.

《Igor,non farti mai scoraggiare da nulla e da nessuno.Insegui i tuoi sogni,perché essi sono la cosa che ci rende vivi in questo brutto mondo》.

Igor amava sua nonna,era la sua luce in quel mare fatto di odio.

Sua nonna tirava avanti grazie alle sue conoscenze nelle arti oscure.Casa era sempre piena di gente pronta a sborsare soldi in cambio di amuleti o pozioni.Cosi Igor gli faceva da segretario o assistenza quando non aveva scuola,grazie a ciò imparò alcune cose.Sua nonna Baba però voleva un futuro migliore per il suo Comoară.Cosi Igor che aveva sempre avuto l'indole di dare una mano al prossimo,studiò sodo fino a diventare infermiere e rendere fiera Baba.

《Tu sei il mio Comoară Igor,hai gli stessi occhi verdi di quel pazzo figlio che avevo un tempo,ma ricordati che tu non sei lui,tu sei speciale》.

Igor portava sempre le parole di Baba incise nel cuore.

Igor s'avvicinò al letto dove giaceva Victor, si  mise accovacciato per vedere in volto il medico,poi incominciò lentamente a slegare le cinte di pelle che tenevano legato Victor.Ma prima di ciò lo guardò fisso e si rivolse a lui come se fosse un bambino idiota e lui la sua vecchia maestra scorbutica. 《Ed ora se permetti signor Frankenstein,ti libero ma mi devi promettere che non scapperai via come un pazzo urlando come una scimmia urlatrice,altrimenti ti prendo a calci in culo. Okay?》.

Victor sgranò fli occhi incredulo.Come si permetteva d'usare certi toni con un lord?.

《E non fare quella faccia da signora altolocazza sconvolta,Victorino》.

Frankenstein continuava ad avete quel l'espressione finché una risata clamorosa non riempì la stanza.
Igor seguì a ruota la risata di Victor,I due risero fino a piangere,poi Igor si fece serio e guardò Victor quasi a volerlo ammonire 《Okay,my Lady ora dobbiamo scappare,quindi al mio tre alzati ed inizia a correre.Uno...due...e...》

FRANKENSTEIN?...SI SONO IO (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora