CAPITOLO VIII: RICOMINCIAMO.

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Apro gli occhi, sono parecchio confusa

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Apro gli occhi, sono parecchio confusa.

<<Finalmente ti sei svegliata.>>

<<Cosa? Dove sono.>>

Era un appartamento nel centro di Tokyo parecchio lussuoso, probabilmente perché il padre doveva essere molto ricco.
Numerosi scaffali con alcuni libri di medicina, nessuno però del padre, forse perché non appoggiava le teorie scientifiche del padre.
<<Vuoi farti una doccia?>>
Mi alzai dal letto senza rispondere, Ethan mi porse un accappatoio bianco i suoi pantaloncini ed una sua felpa.
<<In fondo a destra, non sbagliarti.>>
Disse mentre si sedette sulla sedia della sua scrivania dove vi era già poggiato un libro aperto.
Cammino nel corridoio per arrivare al bagno; appena arrivata non posso fare che notare la lucentezza delle piastrelle nere e lo specchio in cui c'era riflesso il mostro che ero.
Ethan bussa alla porta.
<<Se ti serve qualunque cosa chiamami.>>
Apro l'acqua e mentre aspetto arrivi quella calda mi spoglio ed entro nella doccia.
Sembra quasi che l'acqua bollente ed il vapore mi lavino la pelle da tutte le vittime, sto qualche minuto a riflettere su quello che avessi fatto qualche ora prima, e principalmente mi chiedo il motivo; mi insapono, mi sciacquo ed esco.

I vestiti di Ethan mi vanno esageratamente larghi ma questo non importa, ritorno nella stanzetta nel giro di 20 minuti.

<<Va meglio?>>
Mi siedo sul letto mentre Ethan continua a farmi domande.

<<Si.>> Rispondo.

<<Sono contento.>> Mi porge un bicchiere con dentro probabilmente qualche medicinale.

<<Bevi ti farà stare meglio.>>
Mi fido e bevo anche se appena avvicino il bicchiere alla bocca sento un cattivo odore.

<<Posso chiederti una cosa?>>
Gli chiedo mentre poso il bicchiere sul comodino affianco al letto.

<< Dimmi pure.>>

<<Cosa è successo?>>Chiesi, non ricordavo più niente.

<<Mentre dormivi ho letto parecchi libri sul tuo sangue, la mia conclusione è che: non importa. Qualunque cosa tu abbia fatto era assolutamente normale, è un effetto collaterale dell assestamento delle cellule "Nium" nei tuoi neuroni.>>

<<Voglio sapere cosa ho fatto.>> Insistii per capire quello che avevo fatto.

<<Non importa.>> Rispose lui con tono malinconico.

<<Ethan devi dirmelo>>

<<Hai strattonato Seji per due chilometri cercando di strangolarlo, poi hai parlato del mio passato, ho dovuto fermarti con la forza.>>

Non potevo crederci, presi un respiro e gli chiesi:

<<E poi..>>

<<Poi sei caduta su una delle vetrare dell'accademia rompendo il vetro; infine hai perso i sensi.>>

<<Ethan mi dispiace io non volevo dire tutto quello che ho detto..>>

<<Lascia stare è tutto normale.>>

<<Non sapevo di Genji..>>

<<Te l'ho già detto, fa parte del mio passato.>>

Cercai di dimenticare tutto almeno per quel momento, mi feci coraggio e domandai:
<<Seji?>>

<<Ho dovuto spiegargli quasi tutto, non preoccuparti terrà la bocca chiusa per un po.>>

<<Dovrò scusarmi anche con lui.>>

<<No non sarà necessario.>>

<<No Ethan io voglio scusarmi.>>

<<Fidati di me non servirà a nulla.>> Disse lui con espressione quasi rassegnata.

<<Come vuoi..>>

<<Stanotte resterai da me, domani ci sarà la riunione dei presidenti più importanti di Tokyo nella nostra accademia.>>

<<E allora?>>

<<È domani che verrà effettuato il prelievo, non preoccuparti, se seguirai quello che ti dico andrà tutto bene.>>

Per un attimo pensai che a quell'ora della settimana precedente,quando la mia vita era ancora normale ero da koy..

<<Ethan e koy?>>

<<Koy? Ne parliamo domani Shin, per ora hai già saputo troppe cose.>>

<<Come vuoi..>>

Ethan si alza dalla sedia allontanandosi dalla scrivania, e spalanca la finestra facendomi vedere il panorama.

<<Da domani ricominciamo da qui.>>

Krona (Wattys 2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora