CAPITOLO XIX: RICORDI.

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L'interno di quella casa era esattamente integro e tutto ciò che c'era dentro sembrava nuovo

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L'interno di quella casa era esattamente integro e tutto ciò che c'era dentro sembrava nuovo.

«Perché hai voluto venire qui con me?» Chiesi ad Ethan a bassa voce

«Perché da quando ti ho conosciuto mi sono tornati alla mente numerosi ricordi»

Intanto continuavo a scrutare quei mobili antichi, quei pavimenti in legno e tutti i soprammobili della famiglia di Ethan; mi avvicinai ad uno di quei tavolini e presi tra le mani un lupo di legno  intagliato a mano.

«Quello me lo regalò mia madre»
Disse Ethan mentre si sedeva vicino a me.

«Gli volevi bene?» Risposi guardando il lupo di legno

«Sì, se chiudo gli occhi e resto in silenzio riesco a sentire ancora il suo profumo e la sua voce»

Restai allora in silenzio, e vidi Ethan chiudere gli occhi, per un attimo mi accorsi di quanto per lui potesse essere importante tutto ciò, e di quanto avessi sbagliato se avrei giudicato il suo comportamento. Ethan fece un sospiro e infine si alzò prendendomi per mano.

«Vieni» Disse mentre mi tirava lungo quel corridoio

«Questa era la mia stanza» Aggiunse poi.

Era una stanza molto luminosa ed era piena di peluche di animali, di ogni genere, colore e tipo.

«Ti piacevano un sacco gli animali da bambino vero?» Dissi girandomi verso Ethan, lui sorrise e scosse il capo, poi rispose.

«Erano gli unici a cui non potevo fare del male  e loro, in un certo senso, non potevano fare del male a me»

«Raccontami qualcos'altro» Gli dissi allora.

«Non ricordo molto... mia madre morì quando io ero molto piccolo, ricordo soltanto la sua voce arrabbiata e stanca quando continuava a chiamarmi in continuazione per andare a tavola, oppure i suoi forti abbracci prima di dormire» Mi rispose Ethan.

Improvvisamente sentì un forte bruciore sulle mani, ma cercai di non farlo notare ad Ethan. Avevo numerosi tagli e il contatto con la polvere non mi fece molto bene; nascosi le mani dentro le tasche della felpa ma Ethan vedendomi nasconderle  mi guardò e disse:
«Cosa c'è?»

«Niente!» Dissi abbassando lo sguardo.

«Fammi vedere le mani» Rispose Ethan porgendo  le sue.

«No davvero non è niente!» Alzai lo sguardo, ma continuavo a tenere le mani in tasca.

«Smettila di fare così» Disse Ethan tirandomi di forza una mano fuori dalla tasca.

Ethan vide i numerosi tagli che avevo sulle mani, e vide anche che le ferite cominciavano ad infettarsi.
«Cosa diamine hai fatto» Disse Ethan con voce preoccupata

«Non è facile...» Risposi.

Ethan sospirò annoiato dalle mie solite scuse ma poi disse:
«Vabbene, lascia stare. Vieni dobbiamo medicarle»

Krona (Wattys 2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora