CAPITOLO XX: PIOGGIA

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La casa era vuota, Ethan non era ancora tornato, e decisi allora di cominciare a curiosare per la casa; l'indomani non avrei più rivisto Philip e probabilmente sarei anche tornata a casa da sola

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La casa era vuota, Ethan non era ancora tornato, e decisi allora di cominciare a curiosare per la casa; l'indomani non avrei più rivisto Philip e probabilmente sarei anche tornata a casa da sola.
Mi sembrava così triste quella casa, abbandonata e sola in mezzo alla radura insieme a tutti quei bei ricordi di cui Ethan mi aveva parlato, trovai la scala di legno che portava al secondo piano della casa ma appena provai ad accendere le luci di quel piano, notai che probabilmente si erano fulminate; sedendomi per terra cominciai allora a cercare nei cassetti in cerca di una torcia o di un qualcosa che potesse illuminare il secondo piano, proprio come avevo immaginato cera una torcia in uno dei cassetti posti in basso sotto la cristalliera dove all'interno erano conservati tutti gli oggetti di valore della famiglia.
Salì le scale che erano molto impolverate e mi avviai al secondo piano di quella casa enorme, su quel piano cerano numerosi scatoloni e aprendo e appena girai le spalle rimasi a bocca aperta, il dietro della casa era completamente fatto in vetro e si potevano ammirare le luci di Osaka che provenivano dalla città, abbassai lo sguardo per guardare le bende che con cura Ethan mi aveva sistemato sulle mani, sospirai e continuai a pensare che non era possibile che lui avesse tutti questi piani nascosti per fare soldi, tornai indietro per scendere al secondo piano e cominciare a fare le valige, proprio mentre mi giravo per tornare indietro inciampai su una scatola molto piccola

<<Che male!>> Esclamai, mi si erano graffiate le ginocchia.

Stesi una mano per raccogliere la scatola e portarla sul primo piano, arrivata al primo piano la aprì e mi accorsi che dentro vi erano due braccialetti, decisi allora di legarli entrambi ai polsi.

Prima che potessi pensare a qualcos'altro​ mi arrivò un messaggio da Ethan che diceva:

<<Non aspettarmi fino a tardi non torno stanotte>>

Dopo quel messaggio mi tolsi la gonna, la camicia e misi addosso qualcosa di più comodo; cominciai a riordinare le valigie sperando di trovare ancora treni per Tokyo a quell'ora. Probabilmente Philip aveva ragione e se mi aveva messo in guardia aveva i suoi buoni motivi.
Mi diressi verso la stazione, era una notte buia e senza stelle per fortuna c'era un solo treno che portava a Tokyo ed era quello delle 23:40, il tempo sembrava essersi fermato non sentivo più i miei battiti e intorno a me c'era un silenzio assordante, il cigolio della ferraglia rendeva tutto più inquietante ed il mio sguardo perso nel vuoto era ormai irrecuperabile. Come avrei fatto a rifarmi una vita a Tokyo? Non avevo più nessuno, e non avevo neanche un lavoro, erano tutti morti per colpa di Ethan ed io avevo fatto male a fidarmi di lui fin dall'inizio. Continuavo a ripetere a me stessa che avrei potuto farcela a continuare per la mia strada come avevo sempre fatto, anche se avessi dovuto stare sola senza nessuno, io ce la dovevo fare. Improvvisamente incominciò a piovere per fortuna avevo sempre un ombrello con me nei casi di emergenza come questi.
Il treno arrivò precisamente alle 23:40 ed era completamente vuoto, stavo per entrare dentro il treno ma appena le porte si aprirono sentì urlare:

<<SHIN!>>

Un brivido mi percorse tutta la schiena quando sentì urlare il mio nome, le porte del treno si chiusero ed io rimasi immobile davanti ad esso mentre l'aria gelida di Osaka mi tagliava il viso.

<<Mi stai abbandonando anche tu..>>

L'ombrello mi scivolò dalle mani, era Ethan, illuminato solo da una luce con le sfumature gialle era completamente bagnato e respirava a fatica probabilmente aveva corso. Lo vidi camminare verso di me, improvvisamente si accasciò per terra e cominciò ad urlare:

<<MI STAI ABBANDONANDO ANCHE TU?>>

<<No..>> Risposi mentre gli diedi una mano per farlo rialzare.

<<Dove.. DOVE STAVI ANDANDO>> Disse con voce disperata mentre prese la mia mano per rialzarsi.

<<Volevo tornare a casa..>> Risposi abbassando la testa.
<<PERCHÉ..Dimmi solo PERCHÉ..>> Disse lui.

<<Philip mi ha detto che io sono solo un progetto e che volevi vendermi alla clinica di tuo padre soltanto per fare soldi..>> Risposi

<<Shin torniamo a casa..>> Disse Ethan mentre cercava di tirarmi.

<<No..>> Dissi.

In quel momento avevo paura che il suo fosse solo un trucco e che Philip avesse ragione, non volevo rovinarmi la vita per una sciocchezza.

<<SHIN TI PREGO TORNA A CASA..>> Disse Ethan.
Mi guardò con degli occhi diversi dal solito, stavolta erano scuri e pieni di malinconia, decisi allora di tornare a casa con lui. Mi ero fatta fregare un altra volta ma non potevo fare altrimenti, raccolsi così il mio ombrello dove ci riparammo entrambi e tornammo a casa; per tutto il tragitto dalla stazione fino a casa nessuno dei due parlò ma questo silenzio si trasformò in rabbia non appena arrivammo.

<<In fondo a destra c'è un bagno fatti una doccia calda non vorrei ti ammalassi dopo tutto quel freddo, io userò l'altro bagno>> Esclamò Ethan mentre si toglieva la maglietta.
I suoi occhi erano nuovamente cambiati, infatti erano chiari come al solito e non più scuri come alla stazione. Finita la doccia Ethan era ancora chiuso li dentro mi diressi allora verso la sua stanza e mi appisolai sul letto, senza neanche accorgermene avevo dormito circa un oretta e appena aprì gli occhi vidi Ethan seduto sul letto ed aspettava che mi svegliassi.

<<Cosa ti ha detto Philip di preciso.>> Chiese Ethan mentre si alzò dal letto.

<<Te l'ho detto, mi ha detto che per te sono solo un progetto e che una volta finito mi farai rinchiudere nella clinica di tuo padre ed io morirò li, mi ha chiesto inoltre di andare via con lui.>> Risposi mentre mi sgranchivo le gambe alzandomi dal letto.

<<Quindi tu stavi andando via con lui.>> Affermò Ethan con tono fermo e pacato.

<<No! Stavo tornando a Tokyo per rifarmi una nuova vita..>> Risposi.

<<Shin.. BASTA nuove vite, devi smetterla di scappare.>> Disse prendendomi un polso.

In particolare si accorse dei due bracciali che avevo trovato due o tre ore prima al piano superiore della casa.

<<Dove li hai trovati?.>> Disse mentre continuava ad osservarli.

<<Sul secondo piano, sono inciampata in una scatola, l'ho aperta e dentro ci ho trovato questi due bracciali>> Risposi.

<<Sono i due bracciali più importanti della mia vita.. uno era di mio padre e l'altro di mia madre, credevo di averli persi per sempre>> Mi raccontò Ethan.
<<Mi dispiace non volevo..>> Dissi mentre mi toglievo i bracciali
<<No, tieni uno dei due bracciali, io prenderò l'altro>> Rispose Ethan.
<<Non posso accettarlo..>> Ribattei.
<<Questa è la prova che io non sono un nemico da sconfiggere e che devi fidarti di me, devi accettarlo, poi li hai trovati tu non posso fare altro che ringraziarti.>> Rispose mentre sorrideva.

Ero felice che Ethan me ne facesse tenere uno e pian piano cominciavo a fidarmi di lui.

Come continuerà adesso la storia? Colpi di scena oppure tutto tranquillo per un breve periodo? Mi raccomando fatemelo sapere con una stellina ed un commento!

(RICORDO, che non è facile scrivere da un telefono quindi qualunque errore di battitura che trovate, vi prego si segnalarmelo)

Volevo dire inoltre che cerco persone veramente interessate alla storia,che mi supportano e che credono in ciò che scrivo.

Enjoy.

Krona (Wattys 2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora