CAPITOLO II: LA SCELTA.

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Il secondo giorno della mia seconda settimana a Tokyo cominciò in maniera un po' brusca; sentì suonare il citofono, e così mi alzai per aprire.

<< Ma che diavolo di ore sono?>> Esclamai, guardando la sveglia.

<< COSA? LE SETTE DEL MATTINO? E CHI DIAVOLO HA AVUTO IL CORAGGIO DI SUONARMI ALLA PORTA A QUEST'ORA?>>

Continuo a borbottare mentre mi alzo infuriata dal letto, mi dirigo verso la porta e la apro.

Prima ancora che io possa vedere il pazzo scalmanato che suona ai campanelli a quest'ora del mattino, si intrufola in casa e con voce (Per me a quell'ora assillante) esclama:

<< BUONGIORNO.>> Socchiudo la porta, apro un occhio e mi giro verso il salone di cui Ethan si era comodamente appropriato.

<< COSA DIAVOLO CI FAI QUI?>> Risposi.

Caspita, questa proprio non me l'aspettavo, per giunta sono in condizioni pietose.

<< Che bella casa, e così con quel misero stipendio ti ci paghi questa villa?>> Disse Ethan mentre scrutava tutta la casa.

<< Ma cosa stai dicendo? Quale villa, è solo un monolocale con un terrazzo>> Risposi.

<< Beh è un ottimo posto in cui rifugiarsi non credi, Shin?>> Disse Ethan cambiando tono di voce.

<< Si, vero è un ottimo spazio accogliente per me.>> Risposi facendo finta di niente.

<<Non parlo della casa.>> Disse lui.

<< Non ti capisco.>> Risposi.

Ma di cosa sta parlando? Sa più di quel che vuole farmi credere, non rischierò di traslocare di nuovo perchè un ragazzino stupido ed impertinente, è curioso di scoprire tutto sul mio passato.

Si alza di scatto e si dirige verso il terrazzo spalancando una delle due vetrate.

<< Bella Tokyo non è vero?>> Escalmò Ethan guardando fuori dalla terrazza.

<< Già, lo è. Perchè credi che io mi sia trasferita qui allora?>> Risposi.

<< Beh.. Allora cameriera vuole portarmi un te?>> Mi disse con voce scherzosa, ben diversa dal tono di voce che aveva Jake nelle ultime telefonate.

<< MA QUALE CAMERIERA! NON SIAMO MICA DA KOY!>> Urlai.

Sorride e non emette un fiato, l'aria cominciava a farsi pesante.

<< Hai sbagliato a venire a Tokyo.>> Disse Ethan guardandomi mentre faceva qualche passo verso di me.

<<Tu non sai niente di me.>> Risposi indietreggiando

Krona (Wattys 2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora