Il secondo giorno della mia seconda settimana a Tokyo cominciò in maniera un po' brusca; sentì suonare il citofono, e così mi alzai per aprire.
<< Ma che diavolo di ore sono?>> Esclamai, guardando la sveglia.
<< COSA? LE SETTE DEL MATTINO? E CHI DIAVOLO HA AVUTO IL CORAGGIO DI SUONARMI ALLA PORTA A QUEST'ORA?>>
Continuo a borbottare mentre mi alzo infuriata dal letto, mi dirigo verso la porta e la apro.
Prima ancora che io possa vedere il pazzo scalmanato che suona ai campanelli a quest'ora del mattino, si intrufola in casa e con voce (Per me a quell'ora assillante) esclama:
<< BUONGIORNO.>> Socchiudo la porta, apro un occhio e mi giro verso il salone di cui Ethan si era comodamente appropriato.
<< COSA DIAVOLO CI FAI QUI?>> Risposi.
Caspita, questa proprio non me l'aspettavo, per giunta sono in condizioni pietose.
<< Che bella casa, e così con quel misero stipendio ti ci paghi questa villa?>> Disse Ethan mentre scrutava tutta la casa.
<< Ma cosa stai dicendo? Quale villa, è solo un monolocale con un terrazzo>> Risposi.
<< Beh è un ottimo posto in cui rifugiarsi non credi, Shin?>> Disse Ethan cambiando tono di voce.
<< Si, vero è un ottimo spazio accogliente per me.>> Risposi facendo finta di niente.
<<Non parlo della casa.>> Disse lui.
<< Non ti capisco.>> Risposi.
Ma di cosa sta parlando? Sa più di quel che vuole farmi credere, non rischierò di traslocare di nuovo perchè un ragazzino stupido ed impertinente, è curioso di scoprire tutto sul mio passato.
Si alza di scatto e si dirige verso il terrazzo spalancando una delle due vetrate.
<< Bella Tokyo non è vero?>> Escalmò Ethan guardando fuori dalla terrazza.
<< Già, lo è. Perchè credi che io mi sia trasferita qui allora?>> Risposi.
<< Beh.. Allora cameriera vuole portarmi un te?>> Mi disse con voce scherzosa, ben diversa dal tono di voce che aveva Jake nelle ultime telefonate.
<< MA QUALE CAMERIERA! NON SIAMO MICA DA KOY!>> Urlai.
Sorride e non emette un fiato, l'aria cominciava a farsi pesante.
<< Hai sbagliato a venire a Tokyo.>> Disse Ethan guardandomi mentre faceva qualche passo verso di me.
<<Tu non sai niente di me.>> Risposi indietreggiando
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Krona (Wattys 2017)
FantasyIl nome del libro deriva da una parte molto fondamentale della storia, I ''Krona'' ovvero persone rare ed uniche che presentano anomalie nella struttura del DNA (Sangue nero) e capacità che nessun umano ha nella nuova città astratta di Tokyo; propri...