Non importa quello che fate, chi siete o cosa pensate. La vita, il destino, se vogliamo dare la "colpa" a lui, decidono per te e tu rimani li, impotente, ad aspettare che le cose migliorino, per poi renderti conto che non è così e passare al livello successivo: accettarlo.
Mi chiamo Ally Parson, ho 17 anni e solo due anni fa mi è stato diagnosticato un tumore al cervello. Non sto qui a descrivermi, perchè ora non mi riconosco nemmeno io. Vi dico solo che non sono sempre stata così, prima ero un'altra ragazza. Ma poi qualcuno o "qualcosa" ha deciso per me e io mi sono dovuta solo adeguare. Abito in una città che si chiama Layard, ho una famiglia fantastica, lo ammetto. Una madre e un padre amorevoli e una sorella di 12 anni di nome Erika che è davvero un tesoro, anche se a volte le litigate non mancano. Frequento il quarto anno di un liceo linguistico e sono sempre più contenta di aver fatto questa scelta. Amo molto le lingue, fin dalle media e infatti senza nemmeno troppi sforzi riesco a mantenere una media dell'8. Dopo aver scoperto del tumore avevo il dubbio se continuare o meno la scuola, non è facile continuare la propria vita quando ti danno una notizia del genere. Non volevo che nessuno lo venisse a sapere e pensavo che sarebbe stato difficile nascondere una testa pelata. Il mio tumore però, a differenza di altri, mi permette (per ora) di non rasarmi i capelli e (anche) questo mi ha convinto a continuare gli studi. Solo la preside in persona, conosce la mia reale situazione, proprio perchè non voglio trattamenti speciali. Voglio essere considerata normale e non una malata a cui gonfiano i voti solo per pietà, perchè così fanno. Nonostante le mie difficoltà, perchè ci sono, non lo nego, voglio costruirmi una cultura con il mio cervello, o quello che ne rimane.
Ricordo ancora il giorno in cui mi diedero la notizia. Era un venerdì sera ed io ero appena rientrata a casa dopo aver studiato da una mia compagna. Erano circa le 18:00. Varcata la porta di casa urlai <Sono a casa!>, non sentii risposte da parte di nessuno, così andai a posare lo zaino in camera, salutai Erika che era coricata sul letto intenta a guardare la tv e poi tornai in cucina/soggiorno a salutare i miei genitori. <Allora ci siete...> dissi loro. <Ciao tesoro>, <Ciao piccola>, dissero i miei genitori in successione con un sorriso malinconico. Diedi a mio padre un bacio sulla guancia e subito dopo si avvicinò mia mamma per abbracciarmi. Entrambi erano strani, ma mia mamma di più, aveva gli occhi sfumati di rosso, segno evidente che aveva pianto. Io non dissi nulla, così mi sedetti al tavolo e sfilai il cellulare dalla tasca per controllare alcuni messaggi. Di fronte a me c'erano mia mamma e mio padre, dopo essersi guardati con rammarico, mio padre annuì a mia madre disse <Ally, ti dobbiamo parlare>.Così riposi il cellulare in tasca e nel frattempo, mia mamma si sedette davanti a me e dopo che mio padre prese delle cartelle mediche dal bancone si sedette anche lui accanto a lei. <Siamo andati a prendere le analisi che avevi fatto l'altro giorno> disse mia mamma. <Cosa è uscito?> ho risposto. <Ally, mi dispiace, ma hai un tumore> disse mia madre. Io, che ingenuamente avevo i miei pensieri in mente, al suono di quelle parole, essi caddero nel vuoto. <Come...> dissi sconvolta. Mio padre riprese <Piccola, ci dispiace>. <Tumore a cosa?> chiesi. <Al cervello> disse mia madre che tratteneva le lacrime per non crollare davanti a me. E' sempre stata fragile da una parte e odia vedermi soffrire. Ma allo stesso tempo vuole farmi da esempio e cerca di risultare forte. Io abbassai lo sguardo e pensavo a tutto e niente in quel momento. <Ally, dici qualcosa ti prego> disse preoccupato mio padre. <Cosa devo dire> risposi, <ho un tumore...>. Quella frase rimbombava nella mia mente, quasi per autoconvincermi della notizia. Mi alzai dal tavolo e mi seguirono i miei genitori. Mia madre disse <Devi essere forte piccola mia, si risolverà tutto> e mio padre annuì pacatamente per poi guardarmi entrambi con uno sguardo preoccupato, debole e sconvolto ma allo stesso tempo sicuro e amorevole.
Sono cambiate molte cose da quel giorno. Sono cambiata io. Di solito si tende a dimenticare il passato per qualche motivo, ma io invece, mi sforzo di ricordarlo in tutta la sua bellezza. Sono sempre stata una ragazza molto allegra, dolce ed educata. Sorridevo sempre, anche quando le cose non andavano bene. Ero circondata da tanti amici e tante persone che mi volevano bene e io altrettanto. Ero felice. Pensavo sempre positivo e cercavo di aiutare ogni qual volta potevo. Non stavo antipatica a nessuno perchè la prima impressione che davo era "innocua", mi dicevano che ero simpatica e solare. Non ero tipo che andava in discoteca a ubriacarmi, non perchè i miei genitori me lo vietassero, anzi, loro me lo proponevano a volte, ma io avevo semplicemente altri interessi, come i film e i libri. Non ero un eremita, asociale, come può sembrare, al contrario mi piaceva uscire, prendere un caffè con delle amiche, passeggiare o chiacchierare.
Ora però, non sono più così. Sono l'antitesi di me stessa.
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LOTTA CON ME
RomanceCOMPLETATO. Ally è una ragazza d'oro, è sempre sorridente e postiva, ha una famiglia modesta e umile e si fa voler bene da tutti. La sua vita però cambia totalmente quando le viene riscontrato un tumore e contemporaneamente incontra Jason, il tipico...