3. JASON

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Il tragitto in macchina per arrivare a casa l'ho trascorso pensando a quel pazzo con la moto. Mia mamma per fortuna non ha visto niente perchè era posteggiata dietro l'edicola che impediva la visuale della strada. Ho finito gli aggettivi più ripugnanti per descriverlo così decido di non pensarci più semplicemente.

Finalmente a casa, salgo velocemente le scale ed entro in bagno giusto per lavarmi le mani dato che devo pranzare. Di solito mi cambio e metto dei vestiti comodi, ma non oggi che alle 15:00 mi aspetta il mio appuntamento fisso.

Vado in cucina e mi siedo a tavolo con il resto della famiglia. Erika inizia a raccontare della sua giornata a scuola e io rimango in silenzio a mangiare. I miei avevano notato che ero strana. <Oggi ospedale?> dice mia mamma con un tono quasi scherzoso, dato che ormai tutti ci siamo abituati, cercano di non farmi pesare la cosa. Forse solo Erika non si è ancora del tutto abituata, piccola mia, le dispiace per me. Sa quello che ho però fatica a crederci. <Eh già...> rispondo io facendo un sospiro. <Stavo pensando...> dice mio padre <Vi va se stasera quando Ally finisce, di andare a mangiare una pizza?> conclude. <Siiii> urlano in coro mia mamma ed Erika. Solo dopo che mi fissano tutti e tre per cercare approvazione annuncio <Certo, perchè no>. Li vedo fare un sorriso pacato e riprendiamo tutti a mangiare.

Finisco di mangiare e salgo in camera, studio un pò dato che tutto il pomeriggio non potrò farlo. Ben presto si fanno le 14:30. Inizio a prepararmi per andare in ospedale, metto i libri in uno zaino con la speranza che in ospedale tra un "sacchetto" e l'altro (come dico io) riesco a continuare a studiare, ma ne dubito. Di solito ascolto musica o dormo.

Arrivo in ospedale e salgo al 3 piano. Ormai faccio tutto da sola, mia mamma o mio padre non mi accompagnano nemmeno più, perchè sanno che non c'e pericolo. Ormai conosco tutti li e tutti conoscono me.

Mi affaccio al bancone di ricevimento dove c'e seduta Lara, l'infermiera che si occupa delle informazioni dei pazienti. La saluto e mentre aspetto che mi consegni la mia cartella sento che accanto a me si avvicina una persona.

<Role.> dice seccato il ragazzo che si era avvicinato a me. <Un attimo c'e prima la ragazza> dice Lara guardandolo seccata e poi guardando me.

Mi giro verso questo ragazzo per guardarlo. Ho già visto quel giubbotto di pelle e quei capelli neri perfetti. Quegli occhi verdi poi, chi se li dimentica. Non ci posso credere! E' il ragazzo di stamattina con la moto! Quel gran deficiente!

Lui si gira verso di me e mi riconosce subito, quasi sorpreso mi dice <Oh, guarda chi si rivede>, <Vi conoscete?> dice Lara. <No.> dico ferma io, per poi mandargli un occhiataccia al tizio. <Quindi non ti ricordi di stamattina?> annuncia lui tutto fiero con un sorrisino maligno. Ma fiero di cosa che mi stava per uccidere? <Ricordo che mi stavi per uccidere> dico io alzando gli occhi al cielo e innervosita.

Lara mi consegna finalmente la mia cartella e poi guarda il ragazzo <Role hai detto?> gli chiede. Lui annuisce seccato e le da un foglio. Non capisco il suo atteggiamento, ma che razza di maleducato!

<Ok, metti una firma qui Role> dice Lara porgendogli la sua cartella. <Grazie Lara, ciao> dico salutando Lara e facendo per andarmene. Il ragazzo si affretta a firmare e poi (senza ringraziare o salutare l'infermiera) mi corre dietro. <Jason.> mi dice, tendendomi la mano per presentarsi. <Chi te lo ha chiesto> rispondo io acida. <A-l-l-y> dice leggendo il nome dalla mia cartella che tenevo in mano. <Sei proprio un maleducato> dico io stanca di lui che continua a seguirmi. Per fortuna i corridoi sono lunghi, non voglio che scopra che vado in chemioterapia. <Tu non ti presenti ed io sarei il maleducato?> continua facendo un sorrisino sarcastico. <Evidentemente non voglio conoscerti> dico io con un tono orgoglioso. <Come mai qui?> mi chiede lui con strafottenza. A quella domanda mi fermo e girandomi verso di lui gli dico <Non sono affari tuoi>. <Vabbè io me ne vado, ciao Ally> dice facendomi un sorrisino compiaciuto.

Arrivo in sala cercando di non pensare a quel ragazzo di prima. <Ciao Ally> mi dice Carmela, un'anziana infermiera che conosco da quando vengo in ospedale. <Ciao Mela> dico io amichevolmente (l'ho sempre chiamata così). Mi siedo sul lettino e Mela inizia a prepararmi. Mi mette un tubo per ogni braccio, delle ventose al petto e in fronte. <Oggi come ti senti?> mi chiede Mela mentre aziona la macchina a cui sono collegati i fili. <Bene> dico io incerta. Lei mi guarda con uno sguardo incerto, un sorrisino e poi se ne va. Prendo lo zaino e tiro fuori i libri. Inizio a ripetere un pò fino a quando non mi sento terribilmente stanca, mi gira la testa. Decido di posare tutto e ascoltare un pò di musica per poi poco dopo addormentarmi.

LOTTA CON MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora