4. OSPEDALE

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A svegliarmi è la voce di Mela che solo quando apro per bene gli occhi la vedo intenta a staccarmi tutti i tubi e le ventose <Non vuoi andartene a casa?> dice scherzando. <Sono già le 20:00?> chiedo io sorpresa e ancora assonnata.

Alzo il busto lentamente per poi girarmi e far penzolare i piedi giù dalla brandina ma subito mi metto in piedi <Fai piano! Questa volta il medicinale era più forte> mi dice l'infermiera. <Ce la faccio> le dico rassicurandola con un sorriso. Mi metto in piedi e barcollando mi muovo fino a raggiungere il bagno per potermi dare una sciacquata e una sistemata, dato che ho le sembianze di uno zombie che è stato risucchiato fino all'osso.

Quando esco dal bagno, ancora buffata di sonno, sento il cellulare squillare, lo prendo e leggo sul display "Mamma". Trascino il dito sullo schermo per accettare la chiamata. <Siamo sotto che ti aspettiamo per andare in pizzeria piccola> dice mia mamma dolcemente. Mi ero dimenticata che dovevamo cenare in pizzeria! <Quanto consegno la cartella e scendo> dico io per poi attaccare la chiamata.

Mi avvicino all'androne dove si trova Lara per consegnarle la cartella. Rimango stupefatta non appena mi accorgo che c'e ancora quel ragazzo, seduto, anzi praticamente sdraiato sulla sedia, come se fosse sul divano di casa sua, che sbuffa incontinuazione.

Spero che non mi noti così gli passo velocemente davanti dandogli le spalle. Lui si alza di scatto e sorpreso mi dice <Ancora qui?>. Diamine mi ha notata! <Credevo te ne fossi andato> dico io delusa dalla sua presenza. Mi avvicino al bancone e consegno con un sorriso la mia cartella e un foglio a Lara. <A quanto pare qualcuno mi ama, perchè mi ha richiamato qui> dice il ragazzo guardando Lara con un sorrisino provocante. <Non è colpa mia se fai cazzate> dice Lara ricambiando la provocazione. Lara mi porge il modulo da firmare e dopo che firmo la saluto per andarmene <Ciao Lara, grazie>, <Ciao bella> ricambia lei.

Mi rendo conto di essere seguita di nuovo da quel tipo, faccio pochi passi per poi fermarmi davanti l'ascensore ad aspettare che raggiunga il mio piano.

Lui si appoggia al muro alla mia destra con le braccia incrociate e con in volto sempre stampato lo stesso sorrisino. Non mi giro verso di lui ma lo guardo con la coda dell'occhio. Insomma ma che cosa vuole da me?!

E' dura da ammettere ma ha dei denti perfetti e degli occhi penetranti. <Qui ci metto pochissimo, ti va se andiamo a mangiare qualcosa dopo?> mi chiede spezzando quell'attesa devastante. <No grazie, ho un altro impegno> dico io troncandolo. <Ti aspetta il fidanzato?> mi chiede lui scherzando. <Cos'è un modo per scoprire se ce l'ho?> gli chiedo io infastidita, <Non mi faccio problemi in ogni caso> dice lui e poi riprende <Quindi vieni?>.

Finalmente arriva l'ascensore e mi affretto ad entrarci, <Ti ho detto di no> gli dico sorridente <Non sai che ti perdi> mi dice lui scherzando. <Forse voglio perdermelo> rispondo io con un sorriso sarcastico per poi intravedere i suoi occhi che mi guardano fissi prima che le ante dell'ascensore si chiudono.

Uscita dall'ospedale salgo in macchina e ci dirigiamo verso la pizzeria. Passiamo una bella serata e poi torniamo a casa.

Una volta in camera mia mi metto un signor pigiama, in quanto non posso mettermi quello che desidero poichè una volta è capitato che siamo dovuti scappare in ospedale nel cuore della notte per qualche mia crisi e da quella volta indosso sempre un pigiama "accettabile" per scappare. Non faccio in tempo a mettermi sotto le coperte che prendo subito sonno.


LOTTA CON MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora