Quella notte, che incontrai per la prima volta i suoi occhi azzurri, cadeva la neve.
Avrei potuto paragonarli a due petali ghiacciati, avrei potuto paragonarli a due piccoli fiocchi freddi e avrei potuto scioglierli con il calore dei mie occhi scuri, castani come foglie secche un tempo colorate e vive di una luce pura.
Ma non lo feci, in realtà non ricordo di averle nemmeno mai detto quanto follemente ammassi quelle due piccole gemme chiare che trovavano un incastro perfetto sul suo viso liscio e pallido.
Mi salvavano ogni volta che mi guardavano, ma lei non lo sapeva, forse lo immaginava, ma se gliel'avessi detto sarebbe rimasta?
Se le avessi confessato quanto debole mi faceva sentire con una sola carezza mi avrebbe abbandonato ugualmente?
Forse sì, forse no.Eppure ancora non riuscivo a dimenticare quella notte del 4 dicembre di quasi due anni prima, ero uscito di casa con addosso una camicia a scacchi e dei jeans strappati, nient'altro.
Fuori nevicava e quei piccoli fiocchi di neve cadevano sul mio corpo ancora caldo e agitato per quello che era appena successo. Per quello da cui stavo scappando.Trascinavo i miei piedi coperti da delle semplici sneakers, sentivo come il gelo fosse ormai entrato nelle mie ossa e mi beavo di quella sensazione a momenti dolorosa.
Ma tutto successe in un attimo, la sua esile figura comparve davanti ai miei occhi in modo istantaneo, come se fosse stata un angelo mandata dal cielo a salvarmi.
Mi guardò con un'espressione così preoccupata da farmi quasi piegare in ginocchio.
Era bellissima, i capelli neri e mossi le circondavano il viso pallido, le labbra rosse come ciliegie appena raccolte si mossero rilasciando nell'aria una melodia per le mie orecchie.《Stai bene? Non hai freddo?》mi chiese guardando la mia camicia ricoperta di neve ormai sciolta.
La fissai senza dire nulla, la guardavo mentre piccoli cristalli bianchi si depositavano sulla sua sciarpa blu.
《Sei muto per caso? O semplicemente stai cercando di morire assiderato?》continuava a parlare come se nulla fosse e forse questo mi piaceva dannatamente tanto di lei, non si fermava ad una sola domanda, continuava a rielaborarne in continuazione, era avida di risposte, quelle risposte che io non le diedi mai.
《Vuoi morire? Vuoi farla finita?》i suoi occhi azzurri mi perforarono con forza, quasi a voler leggere la mia anima.
《Può darsi.》le risposi guardando le sue mani concentrate a togliere la sciarpa di lana che le fasciava il collo.
Si avvicinò, e senza nemmeno accorgermene quel tessuto caldo e al profumo di lavanda accarezzò la mia nuca.《Vai a casa, la vita non ti abbandona mai così facilmente.》la vidi allontanarsi dopo avermi guardato un'ultima volta in modo intenso, in un modo che rimarrà per sempre nei ricordi del cuore.
《Io sono Margherita.》
Disse dandomi le spalle.《Riccardo.》
Gridai sperando che si girasse verso la mia alta figura, ma non lo fece, se ne andò semplicemente, e già mi mancava, ma non volevo ammetterlo a me stesso.La conobbi in una notte d'inverno, ricordo ogni singolo secondo di quell'incontro inaspettato come la pioggia in piena estate, ma soprattutto, ricordo che cadeva la neve.
Candida e affascinante, proprio come lei.
Margherita.
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I RICORDI DEL CUORE {Completa}
Short StoryNascondevo i suoi occhi in un piccolo vortice di pensieri che albergava nella mia mente. Intrecciavo, senza incertezze alcune, le immagini delle sue labbra rosse alla mia sembianza di uomo troppo superficiale ed apatico, lei sgretolava le mie mura c...