Quando nella vita ti ritrovi davanti ad un bivio, è difficile sapere realmente quale sia la strada giusta da scegliere, eppure in quell'istante io avevo capito esattamente quello che stavo cercando.
La mia strada era proprio di fronte ai miei occhi che, un tempo erano stati cechi, oscurati dalla paura forse.
In quella fredda mattina di gennaio, avevo compreso quanto volessi con ogni singola fibra del mio corpo Margherita.
Volevo averla al mio fianco la mattina appena sveglio, sentire il suo corpo caldo sul mio, bearmi del suo profumo alla lavanda, accarazzerle i capelli neri e morbidi mentre lei continuava a dormire, svegliarla con un bacio, vedere i suoi occhi lentamente aprirsi e catturare il suo mondo che dolcemente si affacciava sul mio cuore.In quel momento avevo capito che era lei la metà perfetta del mio essere.
Non l'avrei più persa, durante quelle settimane interminabili il mio pensiero tornava sempre lì, in quegli occhi azzurri e in quelle labbra rosse.
Lei era il pezzo perfetto di un vaso rotto, la mia ancora in un mare in tempesta.
Io avevo bisogno di lei, e lei aveva bisogno di me.
Non l'avrei fatta più scappare via.
Ora era qui, davanti ai miei occhi tormentati e mi sarei preso tutte le mie responsabilità.Il viso di Margherita inondato da lacrime mi ricordava quanto l'avevo fatta soffrire con le mie parole, quanto il mio rifiuto era stato per lei come una pugnalata al centro del petto.
Si asciugò con furia quelle gocce d'acqua che altro non erano se non dolore e rabbia repressi, chiusi in fondo ad un centimetro immenso di cuore.
Feci un passo verso di lei, allungai una mano e le accarezzai la guancia bagnata, chiuse le palpebre per qualche secondo, mentre un'altra piccola e colpevole lacrima le correva indomabile sul viso pallido.
《Non piangere più, ti prego.》
Non riconoscevo la mia voce, era bassa e malinconica, ero distrutto, e solo lei avrebbe potuto ricomporre i miei pezzi.Aprì i suoi occhi azzurri e quasi come se si stesse risvegliando da un sogno, fece un passo indietro.
《Devo andare, mi aspettano nella clinica.》
Un'espressione glaciale le comparve velocemente sul volto, era distante da me in quel momento, comprendevo la rabbia che provava nei miei confronti, non potevo darle torto.《Aspetta Marghe, devo parlarti, ho capito delle cose in questi mesi, ti chiedo solo di ascoltarmi, per favore.》
Ero rimasto immobile, in attesa di una risposta.《Cosa avresti capito? Sentiamo.》
Si strinse nella sua giacca lunga, mentre io senza capirne il perché, avrei solo voluto baciare quelle labbra rosse fino a perdere il respiro.《Non posso stare senza te, ci ho provato, giuro. Ma non è servito a niente, so di aver sbagliato tutto, ti ho allontanata per colpa delle mie paure, ti ho abbandonata, lo so. Ma credimi se ti dico che l'ho fatto sempre e solo per il tuo bene Marghe.》
Mi passai velocemente una mano fra i capelli scuri, il vento continuava ad avvolgere i nostri corpi, ci cullava in una melodia silenziosa, ci ricordava la sua forza devastante.《Dovevi pensarci prima Ric, sai quanto ti ho amato, te lo dicevo ogni singolo giorno, tu mi guardavi per poi voltarmi le spalle, "Non so amare" mi dicevi, "Ho sofferto troppo per capire cosa sia l'amore" queste erano le tue uniche parole, non sono più disposta a stare con una persona che non mi ama, non più.》
Scosse piano la testa, si morse le labbra cercando di recuperare un briciolo di pazienza.《Lo so, ricordo cosa ti ho detto, non lo dimenticherò mai. Ma oggi posso dirti che... che io Margherita, ho capito quanto... quanto tu sia importante per me...》
Stavo cercando di dirle quanto follemente l'amavo, ma le parole mi morivano in gola, tra un'emozione provata e un pugno nello stomaco ben assestato.《Riccardo io ora devo andare, i ragazzi del volontariato mi stanno aspettando dentro.》
Sospirò completamente sconfitta.Finalmente capivo perché si trovava lì, anche se lei sapeva la mia situazione, era a conoscenza del fatto che mia sorella fosse ricoverata in quella clinica, questa era una delle prime cose che le avevo confidato.
《Amanda è tua sorella, vero?》
Sorrise semplicemente, sentii quasi le mie gambe cedere davanti a quel viso, a quelle labbra, a quegli occhi ora più luminosi.Margherita era la mia luce nel buio, non l'avrei lasciata andare via da me, non più.
Annuii senza dirle nulla.《L'avevo capito dalla prima volta che l'avevo vista, poi quando l'infermiera mi ha detto il suo cognome ho collegato quello che mi avevi raccontato tu.》
Il suo sguardo puntò con forza il mio.
《Ogni singolo, dannato giorno la guardavo e ritrovavo i tuoi occhi nei suoi.》
La sua voce si spezzò, quelle iridi azzurre si inumidirono e il mio cuore si spaccò in due.《Margherita ascolta quello che voglio dirti, non ti chiedo nulla, solo di sentire le mie parole, poi prenderai la tua decisione.》
La stavo pregando con tutto me stesso, ne ero consapevole, ma non mi importava.《Devo andare Riccardo, davvero.》
Mi superò senza guardarmi un'ultima volta.《Margherita!》
Gridai mentre la vedevo aprire il portone della grande struttura color senape.《Io ti aspetto qui.》
La sua espressione sorpresa mi costrinse a sorridere, scosse piano la testa divertita, poi scomparì dietro a quella barriera di legno che divideva il suo corpo dal mio.
L'avrei aspettata lì, anche per giorni se fosse stato necessario.Quando il buio trova la sua luce, non può fare altro se non catturarla e tenerla con sé, è la sua metà, l'altro pezzo mancante di cuore.
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I RICORDI DEL CUORE {Completa}
Short StoryNascondevo i suoi occhi in un piccolo vortice di pensieri che albergava nella mia mente. Intrecciavo, senza incertezze alcune, le immagini delle sue labbra rosse alla mia sembianza di uomo troppo superficiale ed apatico, lei sgretolava le mie mura c...