Un mostro alimentato dalla rabbia

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L'uomo che sembrava un dottore si avvicinò a me e mi disse "Ascolta piccolo mostro sarò diretto, io sono qui insieme a questi signori non per farti delle domande... ma per fare molti test su di te e questo comporterà ad un dolore fisico intenso quindi, se vuoi odiarmi, inizia pure già da ora tanto a me non importerà sentire le tue urla di dolore e neanche a loro se per questo"; perchè...perchè vogliono farmi del male...e cosa vogliono farmi mi preoccupa maggiormente...ma io non mi farò sottomettere senza combattere.

"Bene, signori e ora di iniziare" a quelle parole i tre uomini vicino a quel "dottore" si avvicinarono a me: uno mi afferrò l'ala d'angelo di cattiveria spostandomela facendo si che la luce arrivasse a diretto contatto con i miei occhi e poi con un martello ed un chiodo enorme me la bloccò al muro facendomi una ferita enorme da cui usciva molto sangue mentre io avevo iniziato ad urlare e cercavo di afferrarlo ma purtroppo un altro uomo mi afferrò le mani e me le bloccò ancora di più con le catene dei piedi immobilizzandomi gli arti e rendendomi inerme e facendo che loro fossero indisturbati a fare i loro test, l'altro uomo ancora fece la stessa cosa di quello con il martello inchiodandomi anche l'altra ala e facendomi piangere dal dolore che aumentava...non ho mai sofferto così tanto in vita mia...e mentre sapevo che non potevo far nulla per proteggermi dalla loro cattiveria nei miei confronti guardavo in mezzo alle lacrime dei miei occhi lo sguardo freddo del comandante dei tre mostri che mi stavano immobilizzando senza la minima pietà; gli umani...molti di loro sono veramente senza cuore...

"Bene, potete andare ora ci penso io" dopo la sua frase i tre uomini uscirono dalla stanza socchiudendo la porta della cella. Continuavo a fissarlo mentre lui tranquillamente si preparava una serie di strumenti "Perchè...perchè lo fai..." dissi con un filo di voce, "Per il futuro del nostro Regno...ma anche sopratutto...per divertimento personale" nel finire la frase nel suo viso si fece strada un ghigno terrificante che mi fece rabbrividire, è così....è così che morirò....? E' questo ciò per cui sono soppravvissuta tutti questi anni...?

Passarono minuti, ore, giorni...settimane in cui quel mostro mi torturò con qualsiasi cosa avesse ottenuto dall'armeria, ormai il mio corpo era coperto di lacerazioni, ferite e colate di sangue mischiate alle mie lacrime che erano oramai finite, ormai il dolore che mi infliggeva non mi faceva più nessun effetto...la mia mente era completamente vuota, non pensavo a nulla...non mi interessava neanche più liberarmi...ormai tutta la mia voglia di vivere si era spenta, ma un sentimento non si era spento ma si era alimentato ed ormai si stava nutrendo di tutte le mie sofferenze...l'odio, un odio che ormai non era più da essere vivente, era malato e mi stava facendo cambiare poco a poco.

Dopo molto tempo in cui navigavo in questo unico sentimento che ribolleva ancora fervente in me...persi la testa, durante le sedute di tortura iniziavo a ridere quasi fino a perdere il fiato e questo prese di sorpresa il mio torturatore "Cosa hai da ridere uh? Ora hai preso gusto nel soffrire?" mi disse, io mi fermai a ridere di colpo e lo guardai, il suo sguardo...era lo sguardo di puro terrore non so cosa vide ma la sua espressione....hahahahahha LA SUA ESPRESSIONE! Ho avuto un piacere immenso vedendola navigare nei suoi occhi, la paura si stava facendo strada nella sua mente a tal punto che fece cadere l'arnese che aveva in mano " Cosa c'è doc? Hai paura?" nel mentre che lo dissi un sorriso malato si disegnò sulle mie labbra facendo rabbrividire ancora di più l'uomo "Hai finito? Hai finito di torturarmi?", "Tu...tu..come..." dal terrore non riusciva a fare una frase sensata "Non cercavate un mostro? Bene allora...VE NE DARO' UNO " mi misi a ridere mentre nell'uomo continuava a crescere il terrore di me.

"Hey che ne dici se tu ed io giochiamo ora? E il mio turno dopotutto. Ti lascio dieci secondi in cui puoi avvisare i tuoi amichetti che avreste presto un bel problemino quindi...COMINCIA A CORRERE" e quando finii la frase senza problemi, con litri di sangue che scendevano staccai le ali con i chiodi dal muro e poi spaccai le catene e estrassi i chiodi dalle ali poco dopo, mi scrocchiai il collo e mi stiracchiai "Bene...INIZIAMO"

Come può sopravvivere...una ragazza come me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora