Capitolo 9

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Camila's POV

Mi sentivo come se fossi una quindicenne. Vedere Lauren esibirsi non aveva mai smesso di stupirmi. Il modo in cui la donna riusciva a perdersi nella musica e nei testi era incredibile, una cosa mai vista. Non potei fare a meno di sentirmi in soggezione però, anche se l'avevo vista cantare poco tempo prima, questa volta sembrava diverso. Sembrava qualcosa di intimo e personale. Per altro conoscevo ogni sua canzone e quella che aveva appena cantato mi suonava nuova.

La grande differenza tra vederla esibirsi in quel momento e vederla esibirsi le prime volte ad X Factor era l'incredibile tristezza con cui Lauren lo faceva. Non era più la solita teenager  fiduciosa e fiera di sé della quale mi ero innamorata. La giovane donna che ora cantava a squarciagola era ancora triste e ferita. Si poteva capire da come metteva tutta se stessa in ogni parola che usciva dalla sua bocca. Parte di me era spaventata perché nella mia mente pensavo che forse fossi ancora innamorata di lei.

Ascoltando le parole, cercai di chiedermi per chi avesse scritto quella canzone. Non furono solo quelle a colpirmi, ma anche la sua voce che cresceva ed aumentava alla fine di ogni verso. Non mi guardò, o qualcosa del genere, quando stava cantando, ma appena i suoi occhi si aprirono, incontrarono i miei. Non sapevo a cosa stesse pensando, ma la vidi alzarsi immediatamente e lasciare il palco.

Notai che si sbilanciò per un momento. Poi i suoi occhi si nascosero sotto le palpebre e il suo corpo crollò a terra. Corsi verso di lei il più veloce possibile, ribaltando alcune sedie del bar che mi intralciavano la strada.

"Lauren!" Rimasi a bocca aperta e mi inginocchiai davanti a lei, quando il barista mi raggiunse per darle una mano.

"Mi senti?" Chiesi con voce tremante, posizionando la sua testa sul mio grembo. Aveva battuto la testa forte quando era caduta, ed io iniziai ad andare in panico. Non c'era sangue da nessuna parte, ma avrebbe potuto comunque avere una commozione cerebrale.

"Qualcuno può chiamare un'ambulanza?" Riuscii a dire, ma vidi Lauren iniziare ad aprire gli occhi.

"No.." Respirò lentamente.  "Nessun ambulanza, sto bene." La più grande continuò ed io non potevo credere che non volesse chiedere aiuto. Fortunatamente era talmente lucida da riuscire a guardarmi negli occhi.

"Sto bene." Ripeté, perché i miei occhi erano colmi di paura e confusione.

"Hai detto talmente tante volte che stai bene, che hai dimenticato quale ne sia il vero significato." Dissi dolcemente perché era ovvio che non stesse bene, ma non volevo comunque metterle pressione.

"Starò bene entro qualche minuto. Non è la prima volta che succede." Mi rivelò facendomi alzare un sopracciglio sempre più in confusione.

"E secondo te dovrei crederci?"

Un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra e, non riuscendomi a trattenere, le spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Il suo sorriso si allargò ed io mi sentii sollevata. Volevo comunque chiamare un ambulanza, ma lei era troppo testarda come sempre. Così aspettammo qualche minuto fino a quando non recuperò abbastanza forze per rialzarsi.  Non c'era motivo di rimanere ancora là, perchè Lauren doveva riposarsi.

Questa volta non rifiutò e ci ritrovammo in macchina per portarla a casa sua. Mentre guidavo speravo che non si addormentasse, ma quando ad un certo punto mi girai la trovai voltata verso il finestrino già nel mondo dei sogni. Raggiunta la sua casa, la svegliai e la accompagnai fino alla porta, perché ero ancora preoccupata.

"Vuoi entrare solo per un pochino?" Mi chiese ed io sapevo che non volesse rimanere sola. Ed eccola ancora la tristezza nei suoi occhi, quella che mi fece annuire.

Do I Wanna Know? (Traduzione Italiana) [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora