Milano è magica alle prime luci del mattino e come tutti i giorni Simona sta andando a fare colazione al suo bar preferito, impeccabilmente nel suo completo giacca e pantaloni ed i suoi immancabili tacchi alti e la borsa da ufficio nuova, era diventata da poco responsabile del settore cosmetica di una grossa azienda americana, era precisa, metodica, attenta, in maniera quasi maniacale, nessun dettaglio sfuggiva alla sua attenzione ed erano state proprio quelle qualità che le avevano fatto avere la promozione in soli sei mesi.
Roberto, il suo amico barista che la conosceva da tempo, la salutò con un caloroso "Buongiorno mia principessa"
e lei sorridendo gli rispose:
"Oh buongiorno a voi mio messere, cosa si dice di nuovo nel mondo del caffè questa mattina?"
"Nulla di nuovo all'orizzonte tranne che il vostro cappuccino è pronto e che siete splendida ogni mattina sempre di più, quando mi farete l'onore di diventare la mia dama?"
"Smettila di fare lo scemo Roby, se ti sentisse tua moglie ti staccherebbe la testa hahahahaha"
Gli disse ridendo di gusto contagiando i clienti che le erano accanto. Tutti tranne uno, che la guardava, serio, dal suo tavolino non lontano da lei, probabilmente era stato distratto dalla sua risata mentre era intento a leggere il suo quotidiano bevendosi un caffè. Non è esattamente quel tipo di uomo che mentre passa per la strada ti fermi a guardarlo talmente è bello, anzi, sembrava un tipo piuttosto comune nelle sue sneakers, i jeans, una normalissima camicia bianca ed il giubbotto di pelle nera, infatti lei non lo aveva nemmeno notato, mai, lui al contrario l'aveva già notata, perchè era diventato un cliente fisso del bar di Roberto da qualche tempo, veniva, si prendeva sempre un caffè, si sedeva allo stesso tavolino, sprofondava nelle pagine del suo quotidiano e aspettava che lei facesse capolino così da poterla osservare come fa un predatore con la sua preda.
Continuava a fissarla, la sua espressione non tradiva alcuna emozione, lei per un attimo sembrò accorgersi di quegli occhi che la scrutavano e d'istinto volse lo sguardo nella sua direzione senza sapere bene dove guardare fino a quando i loro occhi si incontrarono, subito smise di ridere, improvvisamente il silenzio era piombato nel locale, il tempo sembrava essersi fermato, rimase inchiodata da quegli occhi castani, intensi e magnetici tanto che quei pochi secondi le parvero minuti interminabili. Solo abbassando lo sguardo riuscì a riemergere da quella bolla in cui era piombata e a tornare nel mondo reale. Si girò verso Roberto che sembrava non essersi accorto di niente, stava ancora ridacchiando come tutti gli altri clienti del bar. Si girò di nuovo ma lui era scomparso, non c'era più, sul tavolino era rimasta solo la tazzina vuota, allora chiese a Roberto se per caso conosceva quel tipo che poco prima le aveva tolto il fiato.
"Chi? Il tipo col giubbotto di pelle?"
"Sì lui" le disse lei impaziente di sapere chi potesse essere
"A dire il vero non lo conosco bene, viene qui da un paio di settimane tutte le mattine, prende il suo caffè, legge il giornale e poi se ne va, a volte viene a mangiare un panino a pranzo, ma non sempre. Credo lavori nel campo dei computer o roba simile, l'ho sentito che parlava al telefono di queste cose tempo fa, perchè?"
"No, niente, mi ha dato l'impressione di essere un tipo un pò strano, ma non importa lascia stare"
Arrivata in ufficio si trovò a fissare lo schermo del computer , non riusciva a smettere di pensare alla sensazione strana ma intensa che aveva provato nel guardare quegli occhi, ai brividi che le avevano percorso tutta la schiena, non le era mai capitata una cosa del genere nemmeno col suo ragazzo, già, con lui era stato il classico colpo di fulmine. Si erano conosciuti due anni prima ad un meeting aziendale, dove lui aveva tenuto un discorso e lei che era seduta in prima fila rimase rapita da quell'uomo dal sorriso accattivante, anche lui aveva notato lei, e per tutta la durata del suo intervento non le tolse gli occhi di dosso. Da quel giorno divennero praticamente inseparabili.
Il telefono squillò improvvisamente distogliendola dallo stato di trans in cui era caduta. La segretaria del suo capo le disse che voleva vederla nel suo ufficio, subito. Quando entrò nel suo ufficio e si chiuse la porta alle spalle alzò lo sguardo e per poco le gambe non le cedettero, le caddero i fogli che aveva in mano, seduto di fronte al suo capo vide lui, quell'uomo che era al bar di Roberto solo un paio di ore prima e che la stava guardando ancora con lo stesso sguardo severo che l'aveva così agitata quella mattina.
"Scusate la mia sbadataggine"
Cercò di giustificarsi mentre sentiva le sue guance ardere per l'imbarazzo afferrando il più in fretta possibile tutti i fogli che si erano sparsi per il pavimento. Lui continuava a fissarla sembrava quasi divertito da quello che era successo, forse perchè aveva capito che era stato lui a provocare quell'incidente. Quando si rialzò Simona non ebbe il coraggio di guardarlo e si diresse dritta verso il suo capo.
"Bene Simona, ci sono delle novità, prima di tutto ti presento Michele, è un mago dei computer e insegnante di strategie di marketing, lavorerete fianco a fianco per sviluppare e potenziare il mercato dell'azienda sui social media"
Rimase immobile come una statua di marmo e con uno sguardo misto tra l'inebetito ed il terrorizzato balbettando gli disse:
"Nicola...io non...credo...fare cosa con lui?"
"Sì, hai capito bene, tu sei la promessa di questa azienda e lui è il nostro asso nella manica che ci farà fare un salto di qualità pazzesco, insieme sono sicuro che troverete la soluzione vincente. Ma ora basta parlare, andate nel tuo ufficio e mettete subito all'opera i vostri fantastici neuroni, su su, andate"
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Il mio Demone
FantasyLui sarà il suo demone, la tenterà in ogni modo, soprattutto illecito di portarla nel suo abisso. Lei è forte, ma riuscirà a resistere al richiamo della sua vera natura?