Finalmente il progetto era finito, non restava che presentarlo a Nicola. Simona era visibilmente tesa, continuava a torturarsi le dita, cercando di capire se quello che stava leggendo potesse piacergli oppure no, ma Nicola non fece trasparire alcuna emozione, era troppo concentrato. Sulla sedia a fianco a lei si trovava Michele che, al contrario, era calmo e impassibile, tanto che notò il suo nervosismo e senza farsi notare allungò una mano e la mise tra le sue stringendogliela dolcemente cercando di farla calmare. Stavolta Simona non si ritrasse a quel contatto, anzi, accettò la mano di Michele e gliela strinse a sua volta, chiuse gli occhi e si lasciò pervadere da quel calore che le stava trasmettendo, quel contatto seppur insignificante riuscì ad infonderle la calma di cui aveva bisogno. Un piccolo sorriso soddisfatto spuntò da sotto la barba incolta ma ben curata di lui.
"Ragazzi devo farvi i miei complimenti, avete superato tutte le mie aspettative, vi comunico che ho deciso che la presentazione andrete a farla davanti ai grandi capi di New York, quindi preparatevi perchè venerdì partirete"
"A New York?" Simona non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito, e subito il suo pensiero volò a Stefano, non vedeva l'ora di dirglielo, sarebbero andati a New York insieme, avrebbero visitato quella bellissima città dove entrambi sognavano da tempo di poterci andare ed ora stava per diventare realtà.
"Però..." a quella parola, le si gelò il sangue nelle vene
"....mi dispiace dovervi dire che la presentazione la dovrete fare voi da soli, io vi seguirò da qui in videoconferenza"
"Come solo noi due?" Ora era il terrore che si era impadronito di lei, mentre Michele invece aveva un'espressione sorniona, quasi beata.
"Esatto Simona, io devo mandare avanti la baracca e con l'avvio di questo nuovo progetto ci sarà un sacco di lavoro da fare nei prossimi mesi e non posso permettermi di rinunciare a nessuno dei miei collaboratori, compreso il tuo Stefano, mi dispiace"
Rassegnata si abbandonò sulla sedia, sapeva che Nicola aveva ragione ma Stefano era la sua corazza, la sua forza, aveva bisogno di lui, soprattutto per tenere alla larga Michele il quale la stava guardando con uno di quegli sguardi che a lei non piacevano, come fa un lupo con la sua preda.
"Mi raccomando, controllate di avere il passaporto e tutti i documenti in ordine, domani in giornata vi farò avere i biglietti, partirete sabato, e lunedì sarà il gran giorno"
"I miei sono a posto, e i tuoi Simona?" occhi di sfida la guardarono e un ghigno diabolico fece capolino da quella bocca impertinente.
"Certo che sono a posto, te non preoccuparti" ricambiò fulminandolo di rimando, in realtà doveva controllarli ma questo Michele non poteva saperlo e non intendeva di certo dargli soddisfazione.
"Che ne dici di andare a pranzo per festeggiare? Se vuoi puoi portare anche il tuo prezioso cagnolino, ops scusa, volevo dire fidanzatino magari lui saprà proteggerti dal lupo cattivo" una grossa risata fece eco nel corridoio tanto che alcune teste curiose fecero capolino dai propri uffici per vedere cosa stesse accadendo.
Simona sentì la rabbia montare, infiammandole il viso, avrebbe voluto tanto tirargli un pugno, si fermò in mezzo al corridoio, si girò di scatto e alzando l'indice in direzione della sua faccia glielo puntò contro come fosse un'arma.
"Devi smetterla di chiamarlo in questo modo, non ti permetto di trattare una persona che non conosci come uno zerbino chiaro? Ma chi cavolo ti credi di essere?"
"Hey, hey, calmati leonessa" le disse indietreggiando la schiena e alzando le braccia in segno di resa "io non sono nessuno, dico solo ciò che vedo mia cara, e ti dirò di più, stai attenta perchè non è tutto oro quello che luccica, molte persone indossano una maschera"

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Il mio Demone
FantasyLui sarà il suo demone, la tenterà in ogni modo, soprattutto illecito di portarla nel suo abisso. Lei è forte, ma riuscirà a resistere al richiamo della sua vera natura?