L'aeroporto di Malpensa non era particolarmente affollato quel sabato pomeriggio, molte delle persone che vi transitavano erano pendolari del lavoro, uomini e donne che provenivano da ogni angolo del mondo, vestiti sempre con i loro impeccabili completi scuri, trascinando pigramente il loro inseparabile trolley con all'interno il minimo indispensabile. Al contrario i turisti con il loro abbigliamento trasandato e fin troppo appariscente, si riconoscevano anche per l'esagerato numero di valigie e per la loro smisurata dimensione, come se fosse indispensabile portarsi tutto quello che si possiede nell'armadio pur essendo ben consapevoli che più della metà del contenuto non vedrà mai la luce e tornerà a casa intatto.
Mancava poco più di un'ora alla partenza del suo volo per New York, Simona e Stefano erano già davanti al check in, volevano sfruttare ogni secondo rimasto per potersi salutare.
"Cerca di dormire in viaggio, e chiamami non appena sarai atterrata, non importa che ore saranno, tu fallo, d'accordo?"
"Sì lo farò, e cercherò di dormire. Spero solo di non aver dimenticato niente"
"Non hai dimenticato nulla, hai fatto una lista che hai controllato centinaia di volte, stai tranquilla"
"Quanto vorrei che venissi anche tu, sono nervosissima, non so se riuscirò a reggere tutta quella tensione, parlare davanti a tutta quella gente, ai nostri capi poi..."
"Non devi avere paura di niente, il progetto è fantastico, la presentazione è perfetta, e poi non sei proprio sola, io ci sarò anche se a separaci c'è un oceano e 6 ore di fuso orario"
"Vorrei che tutto questo tenesse lontano un'altra persona non te"
"Lo so cucciola, pensa solo che sono pochi giorni e poi non lo vedrai mai più"
"Hai ragione, terrò duro"
In quel momento l'autoparlante dell'aeroporto annunciava ai passeggeri diretti a New York di imbarcarsi al più presto per l'imminente partenza del volo.
"Devi andare" le disse appoggiando la sua fronte a quella di Simona mentre la cingeva con le braccia.
"Uuhmm...."
"Forza piccioncini, smettetela di tubare, abbiamo un volo da prendere" era Michele che si era materializzato all'improvviso alle loro spalle.
"E tu? Frustato nessuno ieri sera?" rispose Simona prontamente
"Oh ma certo che l'ho fatto, e tu?" lo sguardo era sempre quello di sfida, ma non attese la sua risposta, si dileguò nel tunnel che portava i passeggeri versol'aereo.
"Lo detesto" disse Simona sottovoce riportando lo sguardo al suo Stefano.
"Lo so, ma se reagisci farai il suo stesso gioco, è solo un provocatore, si diverte così"
"Ora devo proprio andare"
"Sì, devi, buon viaggio cucciola, ci sentiamo quando arrivi, va bene?"
Un bacio lungo, appassionato e tenero suggellò quella partenza.
"Hai intenzione di ignorarmi per tutto il viaggio?" le disse sconstandole leggermente uno degli auricolari.
"Non solo durante il viaggio, ma anche per tutto il tempo che staremo a New York, sappilo, quindi fai prima a metterti l'anima in pace mio caro" non distolse mai lo sguardo dal finestrino mentre gli rispondeva.
"Mio caro...uuhmmm....è già qualcosa, e comunque sarà impossibile che tu possa ignorarmi visto che il progetto è nostro, quindi in qualche modo dovrai per forza comunicare con me" sogghignò sapendo che l'avrebbe mandata in bestia, ma non se ne preoccupava, anzi, era la reazione che voleva ottenere.
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Il mio Demone
FantasyLui sarà il suo demone, la tenterà in ogni modo, soprattutto illecito di portarla nel suo abisso. Lei è forte, ma riuscirà a resistere al richiamo della sua vera natura?