In volo verso Milano Simona stava pensando a cosa dire a Stefano, sarebbe dovuta essere molto convincente, Stefano non è certo uno sprovveduto e la conosceva bene, sapeva quando c'era qualcosa in lei che non andava, aveva imparato a leggere i suoi silenzi e alla fine li aveva accettati suo malgrado.
La prima cosa che doveva fare subito era dimenticare completamente Michele e quello che era successo, non era il caso di trascinare la cosa visto che non si sarebbe mai più ripetuta, non lo avrebbe più rivisto. Stefano, adesso la sua priorità era lui.
Quando la hostess la svegliò, avvertendola che stavano per atterrare e che quindi avrebbe dovuto allacciarsi le cinture di sicurezza, improvvisamente il suo cuore cominciò a battere all'impazzata, si fece invadere dall'ansia perchè non aveva ancora trovato una scusa abbastanza convincente da raccontare a Stefano, non voleva ritrovarsi ad arrampicarsi sugli specchi come aveva dovuto fare qualche giorno prima. Le mani tremavano, doveva assolutamente riprendere il controllo di sé, chiuse gli occhi e fece dei respiri profondi, ma improvvisamente il viso di Michele comparve nella sua mente, quegli occhi profondi che si intravedevano appena dal cappuccio della felpa e che le avevano impedito di muoversi....il profumo intenso e il sibilo della cinghia di cuoio che sferzava l'aria, la pelle segnata che bruciava....i denti che affondavano nella carne...i polsi legati...la voce bassa e ferma che le ordinava di stare ferma...e le sue mani che si insidiavano dovunque....istintivamente le sue dita strinsero le cosce nel tentativo di scacciare quel ricordo, ci riuscì giusto in tempo, l'aereo aveva appena concluso la manovra di atterraggio.
Stefano la stava aspettando fuori da gate, anche lui era teso, impaziente, non vedeva l'ora di riaverla tra le sue braccia, non vedeva l'ora di guardarla negli occhi e di sapere che davvero stava bene, che si era immaginato tutto, che si era sbagliato, che lei era ancora sua, che Michele non....
Non riusciva nemmeno a pensare che le mani di quell'uomo potessero aver toccato la sua piccola...."Non non può averlo fatto, no".
Eccola finalmente. Simona cercò di sfoderare uno dei suoi migliori sorrisi mentre gli andava incontro correndo non appena lo vide. Si abbracciarono talmente forte che se avessero potuto i loro corpi sarebbero entrati uno dentro l'altro. Il loro bacio tanto lungo quanto intenso alla fine dovettero staccarsi per riprendere fiato (in verità lei voleva prolungarlo il più possibile solo per evitare di dover affrontare l'argomento). Con la fronte appoggiata a quella di Simona, Stefano non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, come se cercasse quella conferma, alla fine lei prese l'iniziativa e gli disse:
"Sono tutta intera come puoi vedere" gli disse sorridendo cercando di tranquillizzarlo
"Lo vedo, e ne sono felice. Ma lo sei anche qui dentro?" le appoggiò una mano sulla fronte, Simona capì cosa intendeva Stefano.
"Sì amore mio, anche qui" dovette guardarlo negli occhi per riuscire cancellare ogni dubbio dalla sua testa, pur sapendo che quella era una bugia colossale.
Senza dire nulla Stefano riprese a baciarla, era la risposta che sperava di sentire uscire dalle sue labbra, e lei sapeva bene quali parole usare.
"Portami a casa" sussurrò lei, lui la prese per mano e la portò in macchina.
Era tardi e non c'era molto traffico per le vie di Milano, e Stefano era distratto, non riusciva a staccarle lo sguardo di dosso anche mentre stava guidando
"Hey, non ti conviene tenere gli occhi sulla strada? Così rischiamo di andare a sbattere da qualche parte"
"E' che mi sei mancata da morire, anche se sono stati solo 5 giorni, ma a me è sembrato un mese"
"Anche a me sei mancato tantissimo, avrei voluto che ci fossi anche tu. Ma adesso sono tornata e non ho alcuna intenzione di partire di nuovo"
"Se ti dovessero mandare di nuovo a New York, o da qualsiasi altra parte, farò di tutto per venire con te, non ti lascerò partire da sola"
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Il mio Demone
FantasyLui sarà il suo demone, la tenterà in ogni modo, soprattutto illecito di portarla nel suo abisso. Lei è forte, ma riuscirà a resistere al richiamo della sua vera natura?