14

268 19 11
                                    

Passai altri due giorni chiuso in casa... Non per mia volontà, ovvio, ma per quella degli altri che non volevano altre attenzioni su di loro da parte dei criminali di Gotham e non ne volevano di nuove da parte della polizia.
Finalmente finì il periodo di reclusione forzata e potei tornare alla vita di tutti i giorni.
Tornai a scuola, per mia sfortuna.
Carl: "Eccoti, finalmente, c'era troppa calma in questa scuola."

Io: "Lo so, guarda che puoi dirlo che senza di me ti sentivi perso."

Carl: "Non è vero... La mia vita non gira intorno a te."

Io: "Certo, continua a crederci..." dissi mentre mi allontanavo.
Passai le prime tre ore tranquillamente, non c'era nemmeno Damian quindi era anche sopportabile come situazione.
Durante l'intervallo andai in un bagno del secondo piano, chiuso perché appena messo a posto, a fumare insieme a Carl.
Carl incominciò a parlarmi di cose noiosissime. Dal poco che avevo ascoltato credo che si trattasse di un libro di psicologia che aveva letto ultimamente.
Carl: "Blah, blah..."
Mi diede una pacca sulla spalla.
Carl: "J, mi stai ascoltando?"

Io: "Ovvio, stai parlando di quel libro che parla di quella cosa là... dai hai capito."

Carl: "...Certamente. Comunque, posso sapere a cosa stavi pensando?"

Io: "Stavo pensando a quanto queste porte potrebbero prendere fuoco molto facilmente... sono state ridipinte da poco, la vernice è ancora fresca infatti."

Carl: "Non farlo."
Ma prima che Carl finisse la frase avevo già l'accendino in mano. La porta dopo pochi secondi prese fuoco e così anche le altre due, presi velocemente lo zaino da terra e tirai Carl fuori da lì.
Il secondo piano era completamente vuoto quindi nessuno ci aveva visto entrare.
Corremmo fino alla nostra classe, entrambi con il fiatone.
Io: "Hahahahaha okay, è stato veramente divertente."

Carl: "Tu sei completamente andato hahaha."
Rimanemmo a ridere per qualche minuto, poi suono la fine dell'intervallo.
Fecero evacuare la scuola per incendio e ci diedero il permesso di andare a casa prima.
Harlie: "Strano che sia scoppiato un incendio al secondo piano, era completamente chiuso."

Carl: "Già, una grande sfortuna ma adesso non facciamoci domande del genere, andiamo a casa e basta."
Stavo per andare insieme agli altri a casa, ma mi sembrò di vedere un volto familiare in mezzo alla folla.
Evan: "J, non vieni a casa?"

Io: "Ehh... Sì, voi andate, arrivo più tardi."

Evan: "Okay."
Andai verso il ragazzo, che appena mi vide avvicinarmi andò verso lo spiazzo che c'era dietro alla scuola.
Io: "Era da un po' che non ti vedevo in giro."
Quello si girò.
?: "Già, sono venuto a vedere cosa combinavi."

Io: "Non sono più un ragazzino, Gabriel, so cavarmela da solo."

Gabriel: "È un'abitudine che non perderò mai."
Si avvicinò a me e mi abbracciò.
Gabriel era il figlio di Selina Kyle, anche conosciuta come Catwoman. Aveva tre anni più di me, era altro più di un metro e novanta, aveva i capelli corvini, gli occhi blu ed era pieno di tatuaggi. Per me era sempre stato come un fratello maggiore, mi aveva sempre guardato le spalle e non lo vedevo da un sacco di tempo.
Io: "Dai, Gabe, lasciami sai che odio gli abbracci."

Gabriel: "Lo so, ed è per questo che lo sto facendo."
Lo spinsi via
Gabriel: "Hahaha calmati!"

Io: "Vedo che non sei cambiato, sempre il solito idiota."

Gabriel: "Esattamente."

Io: "Cosa ci fai in questo quartiere? Non credo che tu sia venuto qui solo per una rimpatriata."

Gabriel: "No, infatti sono venuto per parlare di quello che sta succedendo."

Io: " Dai, veramente? Anche tu? Speravo che almeno tu ne fossi fuori..."

Gabriel: "No, mi dispiace ragazzino, quindi ora mi porterai dagli altri così parlerò con tutti."
Mi mise una mano sulla testa e mi scompigliò i capelli.
Io: "Uno non chiamarmi così e due non toccarmi i capelli."

Gabriel: "Va bene, come vuoi... Ragazzino."
Lo portai a casa e feci riunire tutti intorno al tavolo in cucina, ormai era quello il nostro luogo per riunirci a parlare.
Gabriel: "Okay, ragazzi, so benissimo che ormai tutti vi stanno stressando con quello che succede fra i criminali in città ma sono stato incaricato di dirvi quello che è successo all'ultimo incontro che è stato fatto."
Gabriel era stranamente agitato.
Enny: "Incontro in che senso?"

Gabriel: "Tutti i criminali più importanti della città riuniti in un luogo segreto per parlare della situazione."

Evan: "Okay, cos'è successo di così importante?"

Gabriel: "Qualcuno ha fatto una soffiata alla polizia dicendo il luogo e il giorno dell'incontro e di conseguenza hanno fatto una retata arrestando molta gente... Alcuni dei vostri genitori soprattuto."

Io: "Si ha qualche idea su chi è il bastardo che ha dato le informazioni?"

Gabriel: "Non ancora, però ci sto lavorando. "

Enny : " avremo problemi ? "

Gabriel: "Se la polizia non viene a sapere di voi non avrete problemi, ma qualcuno in questa stanza si è messo molto in mostra ultimamente."

Io: "Non dirmi che vuoi farmi la ramanzina su una rapina fallita, soprattuto come fai a sapere che sono stato io?"

Gabriel: "Ti conosco abbastanza bene da riuscire a riconoscerti, quindi ti consiglio di non fare niente di simile e di stare tranquillo."

Io: "Okay."
Gabe rimase a casa nostra per quella sera e riuscimmo a riavere il rapporto che avevamo prima di tutta questa situazione.
Gabriel: "Tutto okay?"

Io: "Sì sì, stavo solo pensando."

Gabriel: "Sei preoccupato, vero?
Siete tutti preoccupati per i vostri genitori."

Io: "In realtà sì e non so nemmeno il perché... Mio padre è finito molte volte in prigione in questi ultimi quindici anni ed è riuscito sempre a scappare, però non so, sento che questa volta è diverso..."

Gabriel: "Vorrei dirti di stare tranquillo, ma non lo so."
La sera passò e non riuscii a chiudere occhio, ero veramente preoccupato.

The Heirs of Arkham ( in revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora