5. ...or not?

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La festa sta andando a meraviglia. 

Non avrei mai pensato di potermi divertire tanto anche da sola.

Dopo un'ora o due, o forse tre, decido di farmi strada fuori dalla folla per avviarmi verso il bagno. Incredibile quanto i proprietari della casa, che peraltro non conosco nemmeno, siano ricchi. Il bagno è ampio e ogni asciugamano è ricamato con delle lettere dorate. Mi soffermo a sfiorare il portasapone pieno di cristalli e ridacchio senza un motivo preciso.

Sono ubriaca fradicia.

Uscendo dal bagno ho un giramento di testa e perdo l'equilibrio, scontrandomi con qualcuno.

-S-scusa- balbetto risollevandomi.

Ma appena mi rialzo, eccolo. Dylan, che mi guarda con il suo solito sorrisetto. Ha una maglietta bianca che lascia intravedere i muscoli e il suo bel fisico... basta, mi dico.

-Cosa ci fai tu qui?- domando -E poi perché sorridi se non te ne frega un cazzo di me?-

Lui solleva le spalle con un ghigno -Ci abito. E comunque carino il maglione con il pinguino.- dice, mentre mi accorgo che la borsa mi è caduta a terra, facendo uscire il maglione e le scarpe. Mi affretto a rimettere tutto a posto e torno a fissarlo. -Non hai risposto alla seconda domanda. Perché quel sorriso da pervertito?- 

Lo vedo alzare gli occhi al cielo e incrociare le braccia sul petto -Quello che ho detto non esclude che io abbia comunque intenzione di combinare qualcosa con te. Perciò ora, vieni con me in bagno, ragazzina. Intesi?-

-Io non vengo da nessuna parte con te.- Sputo fuori con rabbia, cercando di allontanarmi.

Sento la sua mano su un fianco e l'altra che mi afferra il polso. Sta solo esercitando una presa leggera, ma non posso fare a meno di vederla come un'imposizione.

Allora perché mi sono fermata? La mano scende dal fianco al mio sedere e lo palpa leggermente, facendomi mordere il labbro. 

Tenendomi per il polso mi porta al bagno, chiudendo a chiave la porta.

Mi poggia le mani su entrambi i fianchi, continuando a fissarmi con un ghigno.

-Ora ti darò solo un assaggio di quello che succederà più avanti e credimi, mi pregherai di continuare.-

Deglutisco, ritrovandomi subito dopo le sue labbra sulle mie. Spinge con foga la sua lingua nella mia bocca, ma nonostante tutta questa avidità, il bacio risulta piacevole.

Le sue dita calde mi stringono ancora un po' i fianchi, facendoli avvicinare ancora di più ai suoi, mentre stacca le labbra dalle mie, cominciando a baciarmi il collo.

Questa volta lo fa lentamente, con calma, e le sue mani non calcano più la presa. Perché non lo fanno? Avvicino il mio bacino al suo cercando un contatto che non avviene. 

Cosa sta cercando di fare? 

Continua la sua tortura, tormentandomi il collo senza sfiorare altre parti del mio corpo, lentamente, facendomi impazzire.

-Dio.- dico dopo due minuti buoni di lento morire. Lo sento sorridere sulla mia pelle e interrompere il bacio. -Non... non fermarti.- Lo supplico, prendendogli i polsi e riportandoli sui miei fianchi.

-Mi piace quando perdi la testa per me, ragazzina.- Respira sul mio collo e fa scendere le sue mani, infilandole sotto la mia gonna. Lo sento armeggiare un po' prima di imprecare sottovoce.

-Cazzo.- dice -Odio i fottuti collant che mettete, sono così difficili da togliere.- Il suo modo di sussurrare e la presa continua sulle mie gambe mi manda completamente fuori di testa e non voglio che trovi difficoltà in quello che sta facendo.

-F-faccio io- dico sbrigativa, sfilandomi i collant e buttandoli da un lato della stanza. Lui ricomincia a baciarmi e mi sfiora pericolosamente gli slip, alzandomi e appoggiandomi sul ripiano del lavandino. 

Il contatto con la superficie ghiacciata mi fa salire un brivido lungo la spina dorsale, che lui si sbriga subito a colmare, mantenendo una mano sugli slip e passando l'altra sulla mia schiena.

Tutto d'un tratto si abbassa, baciandomi prima il collo, poi mi solleva la maglietta sfiorandomi il ventre con le labbra, fino ad arrivare all'attaccatura della gonna.

La solleva, raggiungendo le mie mutandine.

-Tesoro, sei eccitata da morire.- mi sussurra prima di scostare leggermente la stoffa. Un respiro fuori controllo esce dalla mia bocca in segno di sorpresa, approvando silenziosamente quello che mi sta facendo.
Sento il suo respiro caldo sulla mia intimità, e un attimo dopo le sue labbra si schiudono, mentre lui acquisisce libero arbitrio su di me.

Gemo mettendogli le mani fra i capelli, cercando un punto di sfogo per tutto quello che sta succedendo.
Dopo qualche minuto lascio sfuggire un altro gemito, e suoi movimenti diventano più lenti. 

Fa roteare la lingua sulla mia parte sensibile con regolarità, mandandomi in estasi.

Inarco la schiena all'indietro e lui appoggia le sue mani sulle mie cosce per impedirmi di dimenarmi eccessivamente. 
-Cerca di controllarti, ragazzina.- Sussurra, per poi rallentare ancora di più il ritmo già di per se straziante. Diventa una vera e propria tortura dalla quale non posso e non voglio fuggire.

-Dy-Dylan- dico con voce flebile dopo un po'. -Sono... sto per...-

L'ammettere il mio stato attuale mi crea qualche difficoltà e mi imbarazza molto, ma lui sembra non curarsene, anzi, anche un suo gemito mi fa capire che ne sta traendo un certo godimento.

-Quando vuoi, ragazzina.- Sussurra, staccandosi per un attimo dalla mia intimità, ma tornando dopo poco a compiere i movimenti regolari, questa volta più velocemente.

Una sensazione inebriante si fa strada dentro di me e quasi mi stordisce.

Raggiungo l'apice del piacere e lui rallenta i movimenti fino a staccarsi, mentre io stringo i suoi capelli fino alla fine.

Lascia ancora qualche bacio su di me, fino a rialzarsi.

-Sapevo che ti sarebbe piaciuto.- dice sorridendo maliziosamente.

Sex Toy || Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora