L'accettazione riguardo il mio essere completamente folle e con un marcato istinto masochista la rimando a quando sarò tornata a casa.
La mattina mi sveglio in camera mia e di Maggie e prima di riacquistare lucidità mi domando se la notte prima io non me la sia solamente sognata. Ma in cuor mio sono contenta che non sia così. Dopo esserci preparate e aver raggiunto il resto dei compagni per la colazione, ci avviamo verso la funivia: passeremo la mattinata sulle piste.
Io ho deciso di rimanere al rifugio, ma sono contenta quando Maggie mi chiede di potermi lasciare sola per andare un paio d'ore a sciare; ho bisogno di stare per conto mio per un po' e riordinare i pensieri.
Non sono l'unica a rimanere, ci sono altri sei o sette ragazzi ma nessuno che io conosca, così mi limito ad ordinare un tè caldo e sprofondare nella poltrona più comoda del rifugio, un po' leggendo e un po' fissando il vuoto. Quando gli altri rientrano, noto Dylan tra la folla togliersi la giacca a vento e camminare nella mia direzione, sedendosi di fronte a me.
-Carino il messaggio di stanotte- dice sogghignando, ma subito dopo torna serio e aggiunge -Sicura di volerlo fare? Io sarò, ecco, me stesso in tutto e per tutto.- Ammette, cercando di assicurarsi in modo quasi premuroso che io voglia davvero tutto questo.
Annuisco, portandomi alla bocca la seconda tazza di tè per cercare di coprire almeno parzialmente le mie guance rosse.
-Mm, d'accordo.- Continua lui, piegandosi poi in avanti e poggiando i gomiti sulle ginocchia per sporgersi verso di me. -Non vedo l'ora. A dopo ragazzina.-
Se ne va senza nemmeno darmi il tempo di accorgermene, lasciandomi sola a pensare a stasera.
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Dopo aver espirato energicamente un paio di volte mi decido a bussare alla porta della sua camera. Sono le undici di sera e in una situazione differente comincerei a sentirmi assonnata, ma in questa circostanza non potrei essere più sveglia ed elettrizzata.
Anche un po' impaurita, in effetti. Dylan è estremamente passionale e trovarmi faccia a faccia con lui nel ruolo di insegnante mi spaventa. Nè io nè lui sappiamo rispondere delle nostre azioni e il fatto che io sia alle prime armi sembra eccitarlo parecchio.
La porta si apre ed eccolo lì, questa volta con una maglia bianca e non mezzo nudo come ieri. La cosa dovrebbe rassicurarmi? Non lo sta facendo affatto, anche perchè vedere i muscoli tendersi quando solleva un braccio appoggiandolo alla porta semi-aperta mi fa affluire il sangue al cervello come se fossi appesa a testa in giù.
Datti una calmata.
-Buonasera- Esordisce facendomi un cenno con la testa per invitarmi ad entrare.
-Ciao, Dylan.-
Titubante, entro nella stanza. Solitamente le decisioni avventate che si prendono sono le migliori, ma nel mio caso non è così. il più delle volte ripongo troppa fiducia nel mio istinto, ma non è il caso di pensarci ora.
Sulla scrivania noto il bigliettino che ho scritto ieri notte, mentre alle mie spalle sento un rumore e voltandomi vedo che Dylan si sta togliendo la maglia.
-Non potevi resistere più a lungo di così, vero?- domando mentre lui sogghigna, sedendosi sul letto.
-Siediti.- Mi dice tornando serio, mentre un brivido mi percorre la spina dorsale.
Cambio repentino di atteggiamento, tratto che lo contraddistingue. Prendo posto sul letto, mentre tolgo un capello invisibile dal pigiama, cercando di non regalargli troppe attenzioni.
-Sei tesa?- Chiede, poggiando il suo sguardo su di me.
L'atmosfera si fa più pesante, quantomeno per me, l'aria sembra gonfia d'aspettative che vorrei saper soddisfare. Non ho la minima idea di quello che succederà.
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Sex Toy || Dylan O'brien
FanfictionLei era solamente il suo giocattolo. O forse no? -questa storia tratta tematiche forti di diversa natura, leggere solamente se in grado di tollerare letture di questo genere- Tutti i diritti riservati all'autrice @Debby7002