Dopo un tempo che pare non avere fine, la porta si apre, rivelando lui, Dylan, bello, tremendamente bello.
Segue una frazione di secondo in cui realizza di avere di fronte probabilmente l'ultima persona che avrebbe voluto vedere. Le sue labbra sbuffano ad indicare la sua sorpresa nel trovarmi lì davanti, mentre alzando appena gli occhi al cielo, dice
-Oh, cazzo.-
Si accinge a chiudere la porta, e chiudere è un termine gentile per non dire sbattermi la porta in faccia.
Per evitare che questa situazione finisca ancora prima di cominciare, faccio un passo verso di lui, cercando in tutti i modi di convincerlo a farmi entrare.
-Dylan. Dobbiamo parlare, per favore.- Lo guardo negli occhi cercando di implorarlo con lo sguardo. Ma lui non mi sta nemmeno guardando, e non mi sembra che abbia nessuna intenzione di parlarmi, cosa che rivela un secondo dopo.
-No, invece. Non è necessario parlare.- Dice con tono intriso di rabbia e delusione. -Sei stata molto chiara, stamattina.-
Mi perdo per un secondo a ripensare a come l'ho trattato e non posso fare a meno di provare una fitta allo stomaco. Per quanto lui non mi abbia di certo trattata come una principessa in molteplici occasioni, trattare così una persona non è mai stato da me. Nè del resto comportarmi in questo modo in generale.
Mi schiarisco la voce dopo essermi accorta di avere la gola secca, improvvisamente, come se queste sensazioni mi prosciugassero a poco a poco.
-Stamattina ho sbagliato.- Dico, sperando che un mea culpa possa ribaltare la situazione. -Non so cosa mi sia preso, in questo periodo. Io... ho la testa da un'altra parte.-
Finalmente mi guarda, anche se alza un sopracciglio come a cercare di capire dove voglio andare a parare.
-Posso entrare, così ti spiego meglio?- mi affretto a proporre, speranzosa.
Lui è incerto, guardo il suo viso che serba ancora dubbio e incertezza, e cerco disperatamente il contatto visivo.
-Per favore, Dylan. So che hai bisogno anche tu di fare chiarezza, su tutto... questo.-
E con questo intendo l'esserti comportato prima da stalker, poi da maniaco e infine avermi trasformata in una stronza, vorrei aggiungere. Non so se compatirlo o essere arrabbiata con lui.
Finalmente alza lo sguardo su di me e mi sembra stia leggendo ogni tratto del mio viso, come per intercettare quello che mi passa per la testa. Davvero non mi sono spiegata anche solo a parole? Pensavo trasparisse perfettamente quello di cui ho bisogno in questo momento.
Fa tamburellare una mano sulla porta, soppesando quello che ho appena detto. Arriccia un po' le labbra, e inclina la testa leggermente enfatizzando la sua titubanza.
Perchè mi deve fare aspettare tanto? Sembra che, nonostante l'amarezza palpabile che sta provando, provi sempre e comunque un certo piacere nel tenermi sulle spine.
Questo ragazzo sarà la mia rovina.
Dopo quelle che sembrano ore, si scosta appena, aprendo la porta quel poco che mi permette di passare, facendomi un cenno col capo. L'ho convinto, almeno un po'.
Mi affretto ad entrare, come per paura che da un momento all'altro possa cambiare idea e farmi andare via.
Per la prima volta, sento di poter guardare con occhi diversi casa sua, che ho sempre visto o da ubriaca o di sfuggita.
Però, Clary, da una ragazza acqua e sapone come te quello delle ultime settimane è proprio un comportamento da manuale.
Cerco di ignorare i miei pensieri che non fanno altro che fomentare l'autocriticismo, concentrandomi sull'immenso salone che ora, alla luce del pomeriggio, pare ancora più grande e spazioso.
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Sex Toy || Dylan O'brien
FanfictionLei era solamente il suo giocattolo. O forse no? -questa storia tratta tematiche forti di diversa natura, leggere solamente se in grado di tollerare letture di questo genere- Tutti i diritti riservati all'autrice @Debby7002