18. Elevator

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-Hey, tesoro. Va tutto bene?-

Maggie mi fissa con aria interrogativa, mentre si spazzola i capelli appena lavati. -Hai una faccia...-

Spengo lo schermo del cellulare prima che possa notare il messaggio di Dylan, non ho la stabilità emotiva necessaria per affrontare un discorso simile.

-Sì, sì, tutto bene.- dico sorridendole nella maniera più cristallina che conosca.

-Mi faccio anche io una doccia, va bene?- Afferro i primi vestiti che trovo e la biancheria, infilandomi in bagno prima che possa aver modo di investigare con il suo sesto senso da migliore amica.

Aziono il getto d'acqua sperando nella doccia più rigenerante della mia vita.

Mentre mi svesto penso a quanto io abbia sempre più bisogno di rilassarmi, a quanto pensare a lui mi metta in soggezione.

Il bagno non è grande ma è immerso in una bella luce dorata che mi aiuta a distendere i nervi, mentre il vapore che esce dalla doccia mi avvolge a mano a mano che l'acqua scorre e si riscalda.

Quando entro in contatto con tutto il calore che mi era mancato in questi ultimi mesi, mi sento improvvisamente svuotata. Da un lato sono felice di essermi allontanata da Dylan, ma dall'altro non passa giorno senza che io ripensi a quando l'abbiamo fatto per la prima volta. Che per me è stata la prima in assoluto.

E sento che il mio cuore si riempie di tristezza, come se questa doccia fosse pioggia e noi non fossimo mai stati così lontani.

In realtà anche tutti questi messaggi mi fanno male se penso che quel poco che c'è stato fra noi due sia ora solamente un gioco per lui.

Ed è ancora più triste pensare a quanto ormai siano proprio questi messaggi le uniche attenzioni che ancora sembri rivolgermi. Vorrei tanto che fosse solo un capitolo passato, chiuso. E mi piacerebbe pensare a lui come a uno stronzo qualsiasi. Ma quante volte capita di essere fermamente convinti di aver visto qualcosa oltre l'apparenza di una persona?

Prendo lo shampoo dell'hotel e me ne verso un po' sul palmo della mano, inspirandone l'odore come faccio sempre, cercando di indovinarne l'essenza. Sembra un banalissimo shampoo neutro, ma a me sotto sotto pare di sentire il cocco, il passion fruit o qualcosa che non è come appare.

Mi insapono la testa con movimenti regolari mentre continuo a pensare a quello che non va.

Implacabile la mia mente ritorna subito a lui, e forse non se n'era mai del tutto distaccata.

Il mio bisogno di calore si manifesta più del dovuto quando inizio ad insaponarmi il corpo, e ripercorro i seni e l'intimità fin dove era arrivato anche lui.

In altre circostanze, se fossi stata a casa e avessi avuto più confidenza con me stessa, avrei cercato di accontentare questi bisogni.

In altre circostanze, se entrambi fossimo stati più cauti e sinceri l'una con l'altro, lui sarebbe riuscito a saziarli concretamente.

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Esco dalla doccia dopo essermi risciacquata, avvolgendomi nell'accappatoio extra-large dell'hotel che sa di pulito e facendo lo stesso con i capelli, in un grande asciugamano bianco.

Ho sempre dedicato grande attenzione alla cura del mio corpo, sebbene da questo derivi inevitabilmente anche una certa lentezza. Ma non posso farne a meno, specialmente se ho qualche pensiero in particolare per la testa. Mi piace occuparmi di me quando il resto della mia vita sembra trascurata o sciupata, il che spiega il perchè dell'innalzamento delle bollette a casa, da quando ho conosciuto Dylan.

Poichè so di dover rispettare gli orari previsti, cerco nei limiti del possibile di sbrigarmi, infilandomi la biancheria pulita e un paio di leggins con un maglioncino.

Sex Toy || Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora