Lo shock fu così grande e completamente inaspettato che dovetti restare a fissarli per parecchi secondi prima di riuscire a realizzare che fosse davvero Alex quel ragazzo avvinghiato a Susan, e che fosse davvero il mio Alex quello che mi stava procurando quell'immenso dolore.
Dopo tutte le sue belle parole, dopo tutto quello che avevamo fatto e passato insieme, dopo le nostre piccole prime volte, dopo quello che ci eravamo scambiati, dopo la vita che avevamo vissuto l'uno accanto all'altra, lui mi umiliava fino a quel punto.
Ma in quel momento, con il drink che aveva sbrogliato il mio cervello dalle barriere e dalla lucidità necessarie per capire realmente quello che stava succedendo, agii per l'ennesima volta d'impulso;
il mio corpo si mosse da solo e, una volta afferrata la manica della camicia di Andrea, lo trascinai letteralmente al centro della sala e mi piazzai poco lontano da Alex e ben visibile.
Che gesto infantile, a ripensarci ora. Non so proprio spiegare perché lo feci: forse per farlo ingelosire, forse per darmi la forza di non scoppiare a piangere come una stupida bambina, ma più che altro credo che mi comportai così per il mio orgoglio, per fargli capire che non avevo più bisogno di lui e che, se lui aveva trovato qualcosa di meglio in Susan, allora anche io mi sarei data da fare nella stessa direzione.
Con la canzone che continuava a pompare dalle casse dello stereo acceso, incominciai a ballare insieme ad Andrea che, sorpreso dal mio gesto improvviso, si lasciò comunque prendere dalla musica e dalla piega che avevano appena preso gli eventi; mi avvicinò tremendamente a lui con un unico gesto e posai la mani sulle sue spalle per tenermi in equilibrio mentre le sue gambe si facevano strada tra le mie.
Ricercai con lo sguardo Alex, i miei occhi che pizzicavano di lacrime all'idea di vederlo ancora baciarsi con Susan, e lo trovai invece intento a fissarmi, fermo di fronte a lei. Susan lo richiamò con premura, gli mise le braccia al collo e lo incitò a continuare a ballare, senza accorgersi che il suo sguardo restava comunque puntato su di me; Alex le obbedì e riprese a ondeggiare per seguirla, anche se i suoi occhi non smettevano di vagare nella mia direzione. Eravamo divisi da una quindicina di persone, eppure come sempre sembrava che ci fossimo soltanto noi due, a comunicare soltanto con gli occhi. E quello che io cercavo di comunicargli era soltanto dolore e delusione, mentre in lui riuscivo a trovare solamente rabbia e una punta di freddezza.
Le mani di Andrea, posate gentilmente sui miei fianchi, mi fecero muovere più velocemente quando la musica si alzò e si agitò nel ritornello, così io chiusi gli occhi per annullarmi in me stessa e ignorare quello che mi sembrava soltanto essere un bruttissimo incubo. Avrei voluto spezzare le nostre coppie e ritrovarmi con le uniche mani che avrei voluto potessero toccarmi, con l'unica persona con la quale avrei voluto ballare davvero; ma non avremmo mai potuto farlo, e non solo per Susan. La nostra particolare condizione non ci avrebbe mai e poi mai permesso certe libertà, così dovetti accontentarmi di sentire le mani di Andrea che mi attiravano lentamente verso di lui e soffrirne in silenzio.
Provai a estraniarmi da ogni cosa, ma niente mi aiutava a staccarmi dall'immagine di loro due insieme e, quando riaprii gli occhi sul mondo reale, provai a concentrarmi su quelle iridi antracite appena appannate dall'alcol che mi stavano fissando intensamente e con insistenza, su quelle labbra morbide e appena tirate nel tiepido sorriso di Andrea che parevano un richiamo silenzioso dedicato soltanto a me; mi ricordai del bacio che aveva cercato di rubarmi fuori dalla classe qualche giorno prima, l'unico contatto fisico che fino ad allora nella mia vita avevo avuto con qualcuno che non fosse Alex e così, aiutata dall'alcol che aveva iniziato a entrare in circolo nelle mie vene e dal dolore che accompagnava la vista di Alex che toccava il corpo di una donna che non ero io, feci la più grande stupidaggine della mia vita fino ad allora; compii quel passo che diede il via al dominio degli eventi seguenti e che mi hanno portata ad essere quella che sono oggi: mi avvinghiai ad Andrea e lo baciai, ben consapevole che Alex stava guardando nella mia direzione.
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ALEX || Fratelli, amici, amanti
ChickLitCOMPLETA Fratelli, compagni, amici e... forse amanti? Cresciuti insieme dall'età di cinque anni, ora Sara e Alex inizieranno a fronteggiare l'età adulta e dovranno guardare in faccia il rapporto che li lega. (CONSIGLIATA AD UN PUBBLICO ADULTO)