Il sole stava tramontando dando l'impressione che si stesse tuffando nel lago. Ho passato tutto il pomeriggio in ospedale, ho pianto per un po' vicino il lettino di Luke, poi avevo deciso di andarmi a prendere un caffé al bar dell'ospedale e per poco non ho pianto anche lí, io e mia mamma abbiamo avuto una lunga conversazione al telefono, le ho spiegato tutto ed ho pianto anche quella volta. Insomma, é stato un pomeriggio molto di merda, e tornare al campo sapendo che tutti mi avrebbero guardato con soggezione e pena non migliora la giornata. Ci saranno anche i ragazzi, che vorranno sapere com'é andata per consolarmi, ma io non voglio essere consolato, voglio stare nel mio dolore, perché il mio dolore é mio e soltanto mio. So che loro mi vogliono bene e mi vorrebbero aiutare, ma non possono perché loro non sono Luke, e solo Luke potrebbe aiutarmi a non stare male per Luke.
Liz mi aveva riaccompagnato fino al campo, la salutai velocemente con un gesto della mano ed entrai al campo. Il guardiano non disse nulla, mi guardò e mi lasciò passare. Sembrava che il tempo si fosse fermato, come se la vita fosse un video ed avesse tagliato la parte del suicidio di Luke, per poi andare avanti normalmente. Tutti facevano le cose che avrebbero fatto normalmente, come se nessun ragazzo avesse tentato di morire. Ma forse é giusto cosí, loro non erano amici di Luke, e la loro vita sarebbe andata avanti senza di lui in ogni modo. Passai nella piazzetta, e pur tenendo lo sguardo basso, sentivo che molti si erano fermati a guardarmi.
"Poverino."
"Mi dispiace per lui."
"Perché non va a casa?"
"Speriamo non abbia anche lui un crollo ora."
"Dio mi dispiace cosí tanto per lui."
"Quello era il ragazzo di quello che si é suicidato, vero?"
"Non so come faccia a stare ancora in piedi."
"Starà soffrendo cosí tanto."
I sussurri erano cosí tanti e cosí dannatamente irritanti, ma non avevo voglia di reagire, cosí continuai spedito verso la capanna numero tredici. Entrai e trovai i miei amici seduti sui letti nella stanza, stavano scherzando e ridendo. Appena spalancai la porta si girarono a guardarmi, sospirai aspettandomi le centinaia di domande, invece mi sorrisero e mi dissero di sedermi con loro a parlare del piú e del meno, ed in quel momento ringraziai di avere queste persone come amici.
Il mattino dopo mi svegliai normalmente, come ogni giorno precedente, io comportai normalmente come ogni altro giorno tutte le altre persone invece non volevano saperne di smetterla di fissarmi e susurrare cose come se non li sentissi. Anche ora, mentre io e i miei amici stavano pranzando riuscivo a sentire i commenti alle nostre spalle. Calum e Ashton stanno animatamente discutendo per decidere quale Harley Quinn é meglio tra quella del film e quella del fumetto, Meredith sta cercando un modo per mangiare quella disgustosa porzione di carne senza vomitare, e io guardo il tutto annoiato senza la minima voglia di toccare cibo, piú che per altro perché é disgustoso oggi.
"O andiamo Calum, come puoi preferire quella del fumetto? Ha anche un costume orribile!"
"Ma la vera Harley é quella Ashton! Margot Robbie é bellissima e la scoperei volentieri, ma non é Harley lei."
Ad un certo punto tre ragazze si avvicinano al nostro tavolo, una ha i capelli lunghi e talmente biondi da sembrare bianchi, la seconda era alta e magrissima, con dei lunghissimi capelli neri e la frangetta, l'ultima invece é bassa almeno una ventina di centimetri rispetto me, con dei capelli castani corti che le incorniciavano l'adorabile visino provvisto di lentiggini.
"Tu sei Michael vero?" la bionda si siede a cavalcioni sulla panca, esattamente accanto a me e mi abbraccia. Con tutta la delicatezza che riesco a trovare la sposto.
"Chi diavolo sei?"
"Io sono Chris, e loro sono Tabatha e Jess." indica prima la mora poi la castana.
"Ci dispiace per quello che ti é successo." Squittisce Tabatha, mentre le altre due ripetono in coro "ci dispiace tanto tanto."
Jess si sedette esattamente come l'amica solo alla mia destra, costringendo Meredith a farsi piú in là.
"Comunque sai, se non sei completamente gay un pompino a volte può aiutare a superare la tristezza, i ragazzi tristi sono cosí sexy." Guardai la ragazza alla mia destra letteralmente schifato e mi alzai in piedi sulla panca facendo un rumoroso fischio. Tutta la sala si zitti e si fermò a guardarmi, vidi la signorina Twiberman avvicinarsi, per controllare che non stia facendo cazzate, un paio di animatori le chiesero se era il caso di tirarmi giú, ma lei scosse la testa.
"Vorrei dire un paio su quello che é successo ieri. Per chi si fosse perso qualcosa, ieri Luke Hemmings, il mio quasi ragazzo si é suicidato. Oggi ho notato che la maggior parte di voi mi guarda con tristezza, e avrebbe voglia di aiutarmi, -guardo le tre ragazze che mi sorridono come cretine- bene, vorrei dire solo un cosa a tutti voi: andate a farvi fottere. E colpa vostra se Luke si é suicidato, si é suicidato perché lo prendevate in giro, e lui non ha retto cazzo, é solo colpa vostra!" la mia voce era alta, e le lacrime iniziarono a scendere automaticamente. "Ogni singolo di voi che l'ha preso in giro meriterebbe di stare su quel fottuto lettino, meriterebbe di morire cazzo, -due animatori si avvicinarono per tirarmi giù- quindi vaffanculo, vaffanculo a voi e le vostre scuse."La signorina Twiberman mi aveva letteralmente messa in punizione nel suo ufficio, dice che non é carino dire alle persone di morire, e che c'erano anche molti bambini lí, vaffanculo anche a lei.
"Michael?" mi voltai e quella che vidi fu Liz Hemmings ferma sotto la porta.
"Luke si é svegliato."HELLLLLLLOU PEOPLE
Lo so, sono scomparsa per un po' gn. Btw siamo arrivati quasi alla fine della storia, e credo che il prossimo sarà l'epilogo.
Lov u all
-Giulz
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Insecure;Muke [COMPLETA]
FanfictionUn ragazzo: Michael Clifford. Capelli momentaneamente rossi, occhi verdi, orfano di padre, irispettoso verso il prossimo e con un senso di giudizio delle situazioni pari a zero. Un'altro ragazzo: Luke Hemmings. Capelli biondi, occhi azzurri, pierc...