15 gennaio 2007
Michael si girò, e rimase stupefatto.
Dietro di lui, il Prete lo stava salutando.
Assieme ad un robot dannatissimamente uguale a lui.
Incredulo, lasciò stare la sua schermata di prompt aperta sullo schermo e fece scivolare le ruote della sedia girevole verso il mafioso, e la sua bocca in direzione dei piedi.
"Ma come diamine...?"
"Come feci?", completò l'uomo vestito di bianco, "Be', ti parlai del mio progettino, ci lavoro da un po'."
Non cercava di nascondere una grossa dose di orgoglio.
"Questo è silicone?", chiese il russo, strabiliato come un bambino alla fiera della scienza.
"Non solo, è una mistura di PVC, poliuretano espanso, pelle animale e - ovviamente - silicone."
Michael stava osservando ogni singola sfaccettatura del robot, che di rimando lo seguiva con i suoi occhi di vetro, tanto perfetti da sembrare autentici.
"E per l'alimentazione?", insistette curioso.
"Superconduttori al posto dei reni" - e una pacca sulla bassa schiena dell'automa - "Ha un'autonomia di 72 ore senza ricarica."
"E per i movimenti?"
"Pistoni idraulici, questo ti solleva pure la Torriffel!", esclamò, in un raptus di cattiva pronuncia francese.
"La che-stracazzo-hai-detto?", esordì il clone, attivandosi dopo una serie di rapidi tic al capo, scosso più volte e quindi fermato con grazia.
"Complimenti, signor Clone. No, non suona bene, meglio Mr. Robot!", esclamò Michael, sorpreso per la corrispondenza quasi perfetta tra la voce del Clone e del Clonato.
"A dire il vero il suo nome è Prete 2.0.", affermò il Prete con il tono di una mamma orgogliosa del suo bambino prodigio.
"Organizza le frasi grazie al sintetizzatore di previsione vocale?"
"E come sennò, strunz'!"
Un'occhiata loquace squarciò l'aria, quindi il Prete, il clone e Michael scoppiarono a ridere di gusto.
"Vedo che hai inserito un algoritmo di ironia...", commentò il giovane, fintamente offeso.
"Perspicace, 'sto piccirillo.", risposero in coro i due gemelli artificiali.
"La telepatia pure ci ha messo!", disse Michael euforico, intenzionato a scimmiottare un accento siciliano ma ottenendo come risultato solo un triste sardo malconcio.
I due esseri identici si guardarono ancora - indefinibile occhiata di sdegno e disgusto e disprezzo ironici - quindi sbottarono all'unisono con un fine "Cazzone.".
Un ghigno sfuggì ai muscoli facciali del biondo giovane, quindi tornò alla carica: "Ma a che ti serve questo?"
"Questo? Questo è per Hugo."
"E chi minchia sarebbe 'sto Hugo?"
Sorrisetto.
"Uno come te, solo francese.", bisbigliò il clone.
"E con la piccola differenza dell'onestà.", concluse il clonato.
"Onesto? E da quando ci sono gli hacker onesti?", sputò il russo diffidente.
Il Prete rispose: "Da quando si chiamano programmatori o poliziotti."
L'ovvietà colpì Michael più della non velata ironia.
"Ma che è, un regalo?", continuò, curioso.
"No, no... ora ti spiego."
Il mafioso scoccò un'eloquente occhiata al clone, che abbassò consapevole le palpebre; dunque il Prete gli si avvicinò a passi decisi e con forza e sicurezza gli premette le possenti mani sugli occhi chiusi.
Immaginate lo stupore di Michael al vedere gli occhi rientrare lentamente nel cranio di metallo con il rumore di una molla carica.
Il clone, con i chip cerebrali in vista e gli incavi oculari vuoti, si ripiegò quindi su sé stesso in posizione fetale a formare un cubo praticamente perfetto.
"Non potevi mettere un altro meccanismo di spegnimento? Questo è decisamente inquietante.", commentò schifato l'uomo prima di rabbrividire.
"Ma non capisci? Chi mai si metterebbe a spingere gli occhi nel cranio di una persona?!
È più sicuro così, nessuno rischia di disattivarlo inconsciamente. Comunque ce n'è un altro, un'alternativa a comando vocale, ma è di emergenza."
"Okay" - un ulteriore sguardo al robot, addormentato come un docile animale domestico - "....ma come mai l'hai spento?"
"È pur sempre un robot, può essere dirottato. Distorto. Hackerato. Voglio dire, è impossibile, so' io che ho creato la sua protezione informatica, ma sai come dicono.
Nun s'è mai troppo sicuri."
"Mh. Che vuoi dirmi? A che ti serve?"
"Qualche tempo fa risentii due amici che quasi avevo dimenticato.
E non si devono dimenticare gli amici.
Mai.
E lui, il capo di questo gruppo che si va a formare, viene da me, mi illustra tutte le sue idee, e io, che faccio? Non rimango ammaliato? Non decido di aiutarlo?
Che uomo. Un uomo d'onore, lui.
In pratica, sta reclutando i 7 hacker più potenti del mondo, e tu sei uno di questi. Verrai con me ad Abu Dhabi per incontrarlo fra qualche giorno. Fai le valigie."
Michael era ancora più stupefatto di quando aveva visto il clone per la prima volta.
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Hacking - Una vita fra 0 e 1
AzioneSpesso si sente parlare di questi fantomatici "hacker". Li si definisce criminali della rete, delinquenti di Internet, sabotatori di profili... Ma forse la gente non sa che dietro ad un nickname, dietro a righe e righe di codici chilometrici, e sopr...