Capitolo 2

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Le sei suonarono rimbombando in tutta la stanza.

Mi lamentai, mi stropicciai gli occhi e rotolai su un fianco sentendo sotto di me un oggetto duro. Tastai al buio il materasso e si rivelò essere il telecomando.

I nostri destini si erano incrociati per caso, era giusto ignorarlo?

Ovviamente no, quindi premetti il tasto di accensione, e guardai la televisione senza troppa attenzione.

Temporeggiare e rimandare le cose con un motivo preciso inventato al momento era uno dei miei pregi, anche se la maggior parte delle persone non riusciva a vederlo.

Stavo ancora facendo zapping quando sentii un rumore assordante provenire da qualche parte della casa. Ero intimorita da quello che potesse essere successo, perché conoscendo le pesti dei miei fratelli, sicuramente c'era qualcosa di cui preoccuparsi. Decisi di far finta di niente e continuare a guardare la tv, quando John e Michael apparvero alla porta con sguardo basso e colpevole.

"Kitty..." iniziò Michael. Le cose non stavano prendendo una buona piega, ma mi rassicurai pensando che si trattava di semplici bambini di sette anni.

"Che avete fatto?" domandai cercando di non spazientirmi subito.

"É caduto l'armadio, ma per sbaglio" tagliò corto John.

Spalancai gli occhi incredula, e pensando che mi stessero prendendo in giro mi alzai immediatamente.

Mi diressi nella loro camera per verificare, vedendo effettivamente il guardaroba ribaltato con dei grossi buchi sulla parete.

"Voi cosa?! Cadere l'armadio? Ma come diamine avete fatto? Se io ce la mettessi d'impegno non ci riuscirei!" li rimproverai indicando il guaio che avevano combinato.

"Ci dispiace! Volevamo fare qualche tiro con il pallone, abbiamo preso l'armadio troppo forte e si è capovolto. Ci aiuti a tirarlo su?" chiesero.

"Mi state prendendo in giro? Ditemi la verità almeno!" esclamai incrociando le braccia. In quel momento entrò anche Maya, con i capelli avvolti in un asciugamano.

"Che cosa avete fatto?" chiese preoccupandosi.

"Giocavamo con il pallone, ma poi si è bloccato in alto e per prenderlo ci siamo arrampicati sull'armadio che però è caduto. Se Michael mangiasse di meno non sarebbe successo!" spiegò John con la sua classica zeppola.

"Tu sei più magro eppure non sei riuscito a salire!" precisò Michael con lo stesso difetto del fratello.

Mi scappò un risatina nervosa, erano davvero buffi i miei fratelli.

"Ci aiutate a tirarlo su prima che arrivino mamma e papà?" domandarono all'unisono.

"Sarà difficile, ma proviamoci lo stesso" dissi incerta.

"Io mi tiro fuori , ve la vedete voi" proferì Maya alzando le mani e tornando nella sua camera.

"Ce lo ricorderemo la prossima volta!" gridò Michael prima che uscisse dalla stanza.

"Non perdemmo tempo e provammo subito ad alzarlo, senza alcun risultato. Il massimo che ottenemmo fu che si spostò di una decina di centimetri.

I miei fratelli meritavano di essere rinchiusi.

Entrai a passo svelto nella stanza di mia sorella, seguita dai gemelli, e chiedendole assolutamente aiuto al più presto.

"Sbrigati! Aiutami oppure ti scordi che ti copro la prossima volta che esci con il tuo ragazzo!" le gridai per velocizzarla.

"Ma perché li aiuti? Il guaio è loro, e lo sarà anche la punizione!" esclamò volgendo la mano verso John e Michael.

"Davvero? Perché toccava a noi tenerli d'occhio"

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora