Capitolo 14

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"Sei pronta?" comparse Sam alla porta.

Indossava il meraviglioso abito che avevamo comprato insieme al centro commerciale, e rimasi immobile. I lunghi capelli biondi le ricadevano quasi fino alla vita, mentre il vestito le fasciava perfettamente il décolleté. Inoltre la forma a palloncino la faceva apparire più snella, da paragonarsi forse ad una Barbie in carne ed ossa.

"Ehm... sai forse non sono pronta e non penso che lo sarò mai, quindi mi metto comoda, fammi sapere come va il ballo!" scesi dai tacchi, e mi stesi a pancia su sul letto. Mi era salita un po' l'ansia, Sam appariva così sicura di sé che mi aveva addirittura messo in soggezione. Stavo riconsiderando la folle idea di stare al centro dell'attenzione ballando con Liam.

"No, non adesso, non ti permetto di rovinare tutto solo per per la tua stupida e insensata paura di non riuscire bene. Io sono qui e ti dico che ormai è troppo tardi. o cadi, o salti" mi incoraggiò la mia migliore amica incrociando le braccia.

Sì, si stizziva ogni qualvolta io le promettessi qualcosa per poi tirarmi indietro all'ultimo, cosa che purtroppo accadeva di frequente. Non era una mia prerogativa mantenere la parola data...ok no, forse mi sono spiegata male.

Una caratteristica del mio carattere era illudere in primis me stessa e di conseguenza gli altri, tendevo a sopravvalutarmi spesso, credendo in cose di cui non ero capace.

La notte del ballo successe così, mi spaventai di non essere all'altezza di quello che dovevo rappresentare. Pensai che se mi fosse venuta prima l'ansia, magari un'altra ragazza avrebbe preso il mio posto più degnamente di me, tuttavia era tardi come mi aveva fatto notare anche Samantha, per cui dovevo fare il salto.

"Hai ragione, un momento di cedimento!" saltai frettolosamente giù dal letto, iniziando a correre saltellando sul posto.

"Chi sei?" gridò Sam a mo' di sergente.

"Katherine Peters!"

"Sbagliato! Chi sei?" seguitò la ragazza a voce alta.

"Una vincente!"

"Di nuovo!"

"Una vincente!"

"Ok, e ora va' a prepararti!" mi ordinò dandomi una pacca sul sedere.

Rido anche ora all'idea, funzionava sempre per darmi sufficiente carica.

La seguente ora trascorse in un batter d'occhio tra ombretti, matite, mascara, rossetti, forcine, spazzole, calze, collane, orecchini, bracciali, smalti, scarpe, profumi, borse e infine, il vestito.

Ci osservammo a lungo nello specchio: il mio abito rosso cadeva come provato nel camerino, evento alquanto raro. Con l'aiuto di un reggiseno imbottito la scollatura a cuore si manteneva quasi saldamente, la vita era stretta al punto giusto, e la parte inferiore andava allargandosi quasi a palloncino, non tanto però quanto quello di Sam. I capelli invece li avevo resi molto ondulati con l'arricciacapelli, apparivo una persona totalmente diversa.

Ci voltammo poi una di fronte l'altra.

"E così ci siamo" iniziai a dire.

"Già"

"L'ultimo ballo di Natale liceale. Sono quasi commossa, il che è dire. Guarda, ho una cosa" mi diressi verso la scrivania, e tirai fuori un cofanetto all'interno del quale vi erano foto nostre durante il tempo.

Le avevo organizzate per anni, così andai direttamente al primo semestre in assoluto.

Gliele porsi.

Scoppiò a ridere sul posto, portandosi una mano alla bocca sorpresa dal gesto.

"Guarda come ero diversa!" esclamò riempendosi gli occhi di lucciconi.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora