Capitolo 6

70 9 0
                                    

Entrambe uscimmo dalla classe con un luminoso sorriso, credevamo fermamente che la città più votata della scuola sarebbe stata quella francese.

Durante il cambio dell'ora incontrammo David, e ci dirigemmo insieme verso gli armadietti.

"Berlino?!" lo sgridò Sam. "Hai votato Berlino?! Ma cosa ti è passato per la mente, lì non solo fa un freddo cane, ma... anche..." boccheggiò poi non sapendo quali altri difetti trovare alla capitale tedesca.

"Vuoi mettere le ragazze tedesche con quelle francesi? Non c'è competizione" si difese David dalle accuse dell'amica.

"Quindi tu giudichi una città in base alle ragazze che ci vivono, mi sembra ovvio" continuò Sam con un sottile sarcasmo.

"Invece sentiamo per quale motivo dovremmo andare tutti a Parigi. Lì i vestiti sono più alla moda?" chiese Dave incrociando le braccia.

"Pff, ci sono un sacco di motivi per preferire Parigi a Berlino, e la prima è l'arte. L'arte che c'è in Francia non può essere paragonata a quella tedesca, ci sono molti più monumenti... e musei come.. come.. vabbè poi per lo shopping..." replicò in difficoltà. In verità non sapeva di cosa stava parlando, andare a Parigi insieme prima dell'università era sempre stato il nostro sogno, e non avremmo permesso a Dave di portarcelo via. Ora che se ne presentava l'occasione, non volevamo perderla.

Vedere la mia migliore amica provare a far valere le sue idee però, era esilarante, e aspettai un po' prima di intervenire come giudice di pace.

"Ci sono più di mille studenti in tutto l'istituto e Parigi e Berlino hanno le stesse probabilità di uscire, come Barcellona. Sul sito della scuola si sta tenendo il conto del sondaggio, potete tenervi aggiornati con quello" dissi porgendo loro il telefono. Contemporaneamente Sam e David afferrarono il mio cellulare dalla mia mano, e si accinsero a leggere.

"Mmh... questo non mi interessa...questo neanche" diceva Sam scorrendo la home page del sito mentre Dave la esortava ad essere più veloce.

"Primo posto Barcellona?! Ma come è possibile? Vorrei tanto sapere quei 52 ragazzi senza il minimo senso del gusto" disse la ragazza restituendomi il telefono.

"Anche se andassimo in Spagna non è male. Sono tre città meravigliose, e secondo me è comunque meglio scegliere democraticamente che dittatorialmente" dissi attirando lo sguardo dei miei amici, che mi guardarono confusi.

"Parigi non ha eguali però, scusa David" aggiunsi poi.

"Parigi è al secondo posto almeno, può ancora salire di posto" borbottò Sam tirando fuori dall'armadietto il libro di francese.

"Io devo scappare, ho matematica fra tre minuti e la classe sta dall'altra parte della scuola. Ci vediamo a pranzo" li salutai allontanandomi dai miei amici.

Mi affrettai a percorrere i lunghi corridoi della scuola, e svoltando il primo angolo, quasi mi scontrai con Liam.

"Hey freccia! Dove vai così di fretta?" mi resse per un braccio.

"Nella classe di matematica, è abbastanza lontana da qui" risposi sorridendo alquanto imbarazzata.

"Oh, allora suppongo ci vedremo nella pausa pranzo"

Annuii, e mi diressi verso la mia classe.

Quando varcai la soglia dell'aula di matematica, la campanella era appena suonata, ma purtroppo la professoressa aveva già preso posto alla cattedra.

"Peters, già che si trova in piedi, vorrebbe distribuire questi compiti?" mi chiese la prof porgendomi quattro fascicoli di fogli divisi in file.

Li guardai confusa, per poi afferrare dubbiamente quelle carte bianche.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora