Capitolo 13

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"Katherine ti lascio a piedi se non ti muovi!!!" gridò mia sorella Maya dal piano inferiore.

Quella mattina non riuscivo proprio ad alzarmi, sia perché l'inizio di una nuova settimana si appropriava di tutta la mia energia, sia perché un leggero raffreddore cominciava a prendere piega.

Mi preparai lo stesso per andare a scuola.

Due settimane prima io e Samantha eravamo andate al centro commerciale ed eravamo riuscite nell'arduo compito di trovare due vestiti che ci soddisfacevano.

Io avevo scelto un abito corto rosso senza spalline, e Samantha uno a palloncino azzurro che richiamava il colore dei suoi occhi.

Ormai soltanto sette giorni ci separavano dal ballo di Natale e non potevo dire di non essere un minimo emozionata.

Giusto due giorni prima Liam si era presentato davanti la mia porta con un mazzo di fiori e due biglietti per il ballo sfoggiando un luminoso sorriso.

Devo dire che mi sorprese parecchio trovarmelo di fronte senza un minimo di preavviso, e nonostante non fossi nella massima "bellezza", fui contenta di acconsentire.

Mi alzai, mi infilai velocemente un pantalone grigio, una felpa verde, e un leggero filo di mascara. Capelli, denti, scarpe, e in quindici minuti raggiunsi i miei fratelli al piano inferiore.

"Ecco la regina della lentezza signore e signori" esordì mia sorella appena mi vide.

"Buongiorno anche a te miss acidità" risposi.

"Eccole che si fanno i complimenti..." commentarono i gemelli, che uscirono dalla porta seguiti da noi due.

"Hai deciso con chi andare al ballo?" tentai di riempire il silenzio formatosi in macchina.

"Oliver ovviamente. Mamma e papà non devono sapere nulla però eh? Conto su di te. E mi raccomando voi due!" guardò nello specchietto i miei fratelli che fingevano di non ascoltare.

"Non sappiamo neanche di chi state parlando" si difesero.

"Conoscete persino il colore preferito del presidente" replicò Maya.

"Ma quello è pubblico!"

Arrivammo nel giardino del liceo dopo aver lasciato John e Michael alle elementari, e ci salutammo.

L'odore dell'istituto mi avvolse appena entrata, non potevo credere che in meno di sei mesi non avrei più rivisto quei muri tanto odiati con il tempo.

Mi tornò in mente il momento esatto in cui varcai la soglia dell'entrata per la prima volta. Ero eccitata e compiaciuta di quello che mi aspettava, ma anche enormemente spaventata e scoraggiata dagli amici e dalla routine che avrei dovuto cambiare: un po' come pensavo mi fossi sentita alla fine dell'anno.

Alla fine si ritorna sempre all'inizio, un'emozionante cerchio da colorare e di cui non bisogna lasciare neanche uno spazio.

"Indovina chi è al primo passo verso una relazione??" mi domandò David che comparse magicamente al mio fianco.

"Beh, difficile sbagliarsi" risi guardandolo con i pollici che indicavano se stesso.

"Jo ha detto di sì al ballo. Ma come rifiutare..."

"Devo ricordarti i tre anni precedenti?"

"Avrà avuto pena per te" s'intromise Sam, anche lei comparsa dal nulla. Avevo degli amici supereroi per caso?

"Hey bambola d'ora in poi mi parli con rispetto" rispose con sarcastica superiorità.

"D'ora in mai, direi" replicò la mia migliore amica, per poi rivolgersi a me.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora