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Rientro nella stanza e lo trovo seduto sul letto, con Ace e Jacks che, in qualche modo, si prendono cura di lui. Alza lo sguardo e si spaventa.

<< Ti prego no, non dirmi che sono stato io>> è sconvolto.

<< No, non sei stato tu. Ma adesso dobbiamo andare via, Rio. Andare lontano, soli noi due. Dobbiamo rimetterti in sesto, va bene? Pensare a disintossicarti, questa è la priorità adesso>> dico, con tono che non ammette repliche.

<< Aspetta, c'è una cosa che devo dirti. Lucy, è qui>> lo guardo senza espressione. Non mi posso permettere di pensare a quanto in là mi sia spinta per lui.

<< No, non c'è Rio. Né adesso, né mai>> taglio corto. Lo afferro e usciamo di corsa da quella stanza. Arriviamo al dormitorio e lo affido ad Ace, per aiutarlo a fare il borsone, mentre io vado in camera con Jacks.

<< Ho bisogno del tuo aiuto adesso. Devo scappare, ho combinato un casino e mi serve un alibi. Puoi darmi una mano, facendo una delle tue magie?>> chiedo, con le lacrime che sgorgano.

<< Sempre! Tu sei mia sorella, lo siamo nell'anima. Ti aiuterò sempre, costi quel che costi. Dimmi cosa ti serve>> chiede, rassicurandomi. So che ci sarà sempre per me, non ne ho mai dubitato.

<< Non deve risultare che eravamo qui. Per lo meno non all'ora del... beh hai capito>> scuote la testa e poi dice:

<< Ci penso io. Non preoccuparti. Tu sei uscita a cercarlo, non appena hai visto in che stato era la sua stanza. Dopo che ti hai chiamata, lo hai raggiunto e non siete mai usciti dalla camera. Al resto, penserò io e, Mia? Hai fatto quello che dovevi>> mi stringe e poi mi lascia andare a fare la doccia. Quando rientro in camera, la valigia è pronta, e sia Ace che Rio sono rientrati.

<< Non ci ha visti nessuno. Tieni, prendi queste e vai, non voltarti indietro, ti copriremo noi.>> Jacks mi mette in mano un mazzo di chiavi, del cottage che ha in montagna la sua famiglia. Ci vogliono diverse ore per arrivare ma non importa, dobbiamo.

<< Grazie ragazzi, siete meravigliosi. Vi voglio bene>> esce una lacrima a tutti, mentre ci salutiamo. So che nulla tra noi cambierà, per il semplice fatto che, se fosse stato uno di loro in questa situazione, avrebbe fatto lo stesso. Questo non vuol dire che non debba fare i conti con la mia coscienza, ogni giorno. Ho ucciso una persona ed è un fatto che cambierà la mia vita per sempre. Ma adesso è a lui che devo pensare, mi dico, mentre entriamo in auto e usciamo dal parcheggio, con il sole che spunta alle nostre spalle.

<< Ti ho sempre amata Mia, voglio che tu lo sappia.>>

<< Lo so Rio, l'ho sempre saputo. Amare te è l'unico modo in cui so vivere. Ti amo oltre ogni limite>> rispondo.

<< Lascia che ti dica una cosa, che ho pensato i primi tempi che stavamo assieme. Non esiste altro amore all'infuori del tuo. Sei la mia anima gemella, il mio sole, la mia vita. Ti amo, Mia>> quasi sbando, a questa dichiarazione.

<< Grazie, per queste parole bellissime. Sono quello di cui ho bisogno adesso, in questo momento e per il resto della mia vita. La vita che ho scelto di dividere con te e che sceglierò sempre. Io sceglierò sempre te, davanti a tutto e tutti, voglio che tu ne sia assolutamente certo.>>

Ed è assolutamente vero, lui è l'amore che si incontra solo una volta. Quel tipo di amore che ti brucia l'anima. La ragione della mia follia.

<< Lo sono, non ne ho mai dubitato. Credo in te, in noi ed in quello che siamo assieme. Nella nostra forza, debolezza ed il saperci completare a vicenda. Non c'è nulla per nessun altro, all'infuori di noi due. Sei il mio tutto, anche se ti sta costando tanto, sono grato di stare con te, far parte della tua vita e, prometto, passerò ogni singolo giorno a dimostrartelo ed a rendere la vita con me, degna di essere vissuta. Partendo da oggi, partendo dalla mia libertà>> ed io capisco, quelle parole inespresse e ciò che mi vuole dire. Lui sa, ha capito, che cosa ho fatto per lui. E che Dio mi fulmini, rifarei altre mille volte. Sorrido, mentre inforco la statale che tra qualche ora, ci porterà a destinazione.