Coming Home

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Sto piangendo a letto, rannicchiata sul mio lato, come sempre. È da un po' di giorni che continuo a piangere disperata, forse perché Billie non è qui con me da molto tempo ormai. È partito da tre anni per andare in guerra, e solo recentemente mi sono accorta di quanto mi fa male non averlo accanto. Vorrei sentire di nuovo la sua voce, la sua pelle, vorrei perdermi ancora nei suoi magnifici occhi color menta, vorrei sentirlo ridere ancora, sentirlo suonare e cantare con Mike e Tré. Ma so che sarà difficile. Se è ancora vivo.

Ho disperatamente bisogno di lui.

Le lacrime scorrono lungo le mie guance, andando a bagnare il copri materasso.

Ho bisogno di lui.

Sento qualcuno entrare in casa, probabilmente sarà la domestica, come sempre. Mi copro ancora di più con le coperte, facendo rientrare completamente il mio corpo sotto di essa. Continuo a piangere, un piano senza singhiozzi, ma il cuore pieno di dolore.

Sento la porta della camera aprirsi. Non ho neanche voglia di salutare la ragazza delle pulizie.

"t-tesoro?"

quella voce. Mi scopro lentamente, come se fosse stata solo un'allucinazione. Ma non lo è.

I capelli neri, scompigliati come mi ricordavo, il corpo minuto dentro una tuta militare, gli scarponi ancora ai piedi, un borsone posato accanto ad essi, una cicatrice che gli percorre verticalmente l'occhio sinistro.

I suoi magnifici occhi verdi, spenti dagli orrori della guerra, dalla distruzione umana, ritornano di quella tonalità che ho sempre amato, di cui mi sono innamorata anni fa, quel verde speranza, quel verde colline d'Irlanda, quel verde che solo lui possiede. I suoi incredibili occhi verdi, che sono andati a posarsi su di me.

I suoi lineamenti si sono fatti più marcati, forse per il continuo orrore della guerra, un accenno di barba gli incornicia il volto prima delicato.

Le sue labbra si schiudono in un leggero sorriso, dolce, come se anche lui non potesse credere ai suoi occhi.

È a casa.

Mi asciugo le lacrime, mi alzo dal letto e vado di fronte a lui, non osando a toccarlo.

Posa delicatamente una mano sulla mia guancia. Ha un visibile brivido, la sua mano è fredda e callosa per l'utilizzo delle armi.

"Billie..."

sussurro, incredula.

I suoi occhi si fanno lucidi. Mi prende il viso tra le mani, osservando con cura ogni mio piccolo dettaglio, cercando di ricordarsi le differenze tra prima e ora.

I miei occhi si posano sulle sue labbra carnose, leggermente screpolate per il vento e per il caldo.

L'emozione di riaverlo di fronte a me è tale da non farmi stare in piedi. Tremo e perdo l'equilibrio, sentendomi debole. Le sue braccia, prontamente, mi afferrano. Mi dà una mano ad alzarmi e prima che io possa dire qualcosa, le sue labbra combaciano con le mie.

Un'esplosione nel petto mi fa capire che lui c'è sempre stato, in ogni momento.

Le sue labbra ruvide si muovono in sincrono con le mie, mandandomi in estasi. Era da anni che non provavo queste emozioni.

Ricambio il bacio, sciogliendomi nel suo abbraccio. Mi avvolge le spalle con le sue possenti braccia, io appoggio le mani sui suoi fianchi, stringendomi ancora di più a lui.

Risentire dopo tanto il suo profumo reso più naturale dal fatto del niente dopobarba, il suo lontano odore di fumo di sigaretta e di caffè...il suo sapore, sempre invitante.

"Martina..."

la sua voce si è fatta più profonda e più rauca, ma in un modo impercettibile ad una persona comune.

"Billie..."

faccio combaciare di nuovo le nostre labbra, piangendo dalla gioia.

Non voglio perderlo. Lo amo.

|Sweet Stories| BJADove le storie prendono vita. Scoprilo ora