My Hobbit.

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Questa sera me ne sto in giardino, fumando con la mia pipa un po' di erbapipa, osservando il magnifico paesaggio della Contea, più precisamente Hobbiton.

Delicate colline si stagliano in lontananza, color nocciola, grandi alberi dal tronco intricato, alte chiome di foglie aghiformi. Il rumore del fiume, scuro per via del tramonto ormai terminato. Le case degli hobbit sono illuminate, le famiglie numerose che cenano in allegria. È questo il bello degli hobbit. Amanti della pace, della calma e della terra ben coltivata. Ecco là, in lontananza, un hobbit che fa ritorno dal suo campo. Un grande scrittore ci descrive con queste parole molto dolci e alquanto veritiere: "Più che belli, i loro visi erano generalmente gioviali, illuminati da occhi e guance colorite, con la bocca fatta per ridere, bere e mangiare. Ed era proprio ciò che facevano: mangiavano, bevevano e ridevano con tutto il cuore, amavano fare a tutte le ore scherzi infantili, e pranzavano sei volte al giorno, quando ne avevano la possibilità. Erano ospitali: feste e regali, che offrivano con grande generosità ed accettavano con entusiasmo, costituivano il loro massimo divertimento."

Non dovrei fumare, me lo dicono tutti. Metto una mano sul mio ventre gravido ormai da sette mesi.

Il sole è scomparso dietro l'orizzonte.

Vorrei fosse qui.

L'hobbit di cui sono innamorata tanto tempo fa, quello stesso hobbit che ha reso possibile la mia gravidanza.

I capelli scuri, neri come il cielo notturno della Contea, i suoi occhi verdi, verdi come tutte le piante presenti su questa terra abitata da gente come noi, le sue labbra rosee e carnose. Il suo essere sempre allegro, il ricordo di lui che fuma in salotto mentre legge un libro o scrive qualcosa su una pergamena consunta, le serate passate al Puledro Impennato, dove adorava bere in compagnia e divertirsi. Sospiro, ricordandomi questi magnifici momenti.

Il mio Billie Joe.

La luce di una fiaccola illumina la via che passa davanti a casa mia, tremolante.

Ha girato mezza Contea. È un musico. Ama il suo lavoro, talmente tanto da portarlo in giro per le nostre terre. Doveva tornare un mese fa, ma non ho ricevuto nessuna notizia.

La luce tremolante della fiaccola, la quale stava su un carro trainato da un cavallo, si ferma esattamente davanti a casa mia. Sento due uomini parlare e riconosco immediatamente la voce di uno. Mi alzo dalla sedia e scendo la collinetta che fa da 'tetto' alla nostra casa. Entro in giardino con un balzo e vado al cancelletto, trovandomi di fronte l'hobbit che mi ha rubato il cuore. Mi guarda, per poi sorridermi dolcemente. Lascia cadere la borsa accanto ai suoi piedi, per poi abbracciarmi.

"sono a casa."

inizio a piangere, stringendomi a lui.

"Billie Joe..."

"tranquilla, la prossima volta verrai con me a vedere i magnifici paesaggi della Contea. Insieme a nostro figlio o nostra figlia."

dice posando le sue mani sul mio pancione. Mi stacco da lui, solo per posare le mie labbra sulle sue. Mi era mancato da morire il suo profumo, il suo sapore, il suo tocco. Mi era mancato lui. Le nostre labbra si allontanano, sfreghiamo le punte dei nasi l'uno contro l'altro per poi tornare in casa, godendoci lo spuntino di mezzanotte, in anticipo. A quanto pare domani mattina si faranno tre colazioni.

Gli hobbit sono pucciosi...non potevo non scrivere una storia su Billie hobbit...e se trovo una bella idea ci scriverò anche una storia...

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