13. Tutto finì, come neve sciolta al sole

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Manuel

Un anno prima...

I diciotto anni comportano l'inizio della vera maturità.
Dove sei consapevole che non puoi più ragionare come un bambino piccolo.

Si cresce, e si da spazio a un qualcosa di molto grande.

Qualcosa di grande che è all'interno del mio cuore che prima o poi esploderà se non confesso i miei sentimenti a colei che ha fatto vacillare in me, emozioni contrastanti. Emozioni indisolubili.

Emozioni che hanno il significato: sono innamorato perdutamente di una ragazza cocciuta e allo stesso tempo importante per me.

Quattro mesi fa quando spensi le candeline per il mio diciottesimo compleanno, esprimi un desiderio sussuravano tutti in coro; e tra la marmaglia di persone che erano li con me il mio sguardo si posò sul mio desiderio.

Ed oggi il mio desiderio si avvererà.

La sto aspettando da minuti che sembrano infiniti.
Seduto qui su una panchina di un parco sperduto.

I miei occhi incontrano colei che aspettavo da tempo, Chiara arriva tutta frettolosa e per poco non inciampa su una pietra che ha avuto il piacere di essere maledetta da un piccola peste come lei.

Il cuore è in trepidazione costante; cazzo oggi a distanza di due anni di amicizia confesserò il mio amore che provo per la ragazza che ha raggiunto finalmente la mia postazione...

"Eccomi, scusa per il ritardo" sussurra prima di posare un bacio lieve sulla mia guancia.

Dio mio come vorrei che le sue labbra si posassero sulle mie e mai la farei andar via.

Non riesco a decifrare lo stato in cui sono, la mia coscienza sussurra solo tali parole: cazzo ce la farò a dirle tutto?

"Sempre in ritardo sei" le faccio notare che è in ritardo di mezz'ora. Per smorzare un po' la situazione di tensione che in questo preciso istante si è creato tra noi due.

Un mare di tensioni negative, e spero che saranno positive una volta che avrò finalmente liberato la mia anima da un peso importare.

Si guarda le punte dei capelli da cinque-dieci minuti. E io in questo istante vorrei sprofondare nelle segrete più profonde degli inferi e farmi un bel giro con Lucifero per deliziarmi un po' dell'oscurità che si cela all'interno di esso.

Come metafora suona al quanto male, ma il mio cervello non connette più quindi ogni cosa che penso è lecita.
Le gambe iniziano a farmi molto male; per il troppo tempo restato seduto su quella panchina a pensare con quale frase iniziare il mio fatidico discorso.

Con le mani nella felpa cammino avanti e indietro per frenare la mia ansia se può essere definita così, o solo agitazione.

Cazzo Manuel non hai mai avuto problemi con questo tipo di confessione.
Cosa cavolo mi sta succedendo??

Voglio delle risposte, che solo lei può darmi.
È deciso vado li e la bacio cosi metto fine a questa orribile sensazione di angoscia, tensione.

Qualunque risposta che lei mi darà positiva o negativa che sia io Manuel Verrante l'accetterà senza nessun tipo di appiglio.

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