16. Tema

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Questo lato della chiara post ciclo è decisamente esilarante, ce ho appena sussurrato a voce alta che do un calcio nelle palle a Conradi.
Tutto la scuola e’ restata lì per godersi lo spettacolo.
Il caro Signor Conradi è un balordo effimero proveniente dal distretto superiore dell'ala Everest confinante con il posto più gelo che la mia intera scuola abbia, cioè la palestra sezione V L.
Buffo come egli parli alla sottoscritta che ogni qualvolta mi vedeva o altro non si è mai degnato di salutare.
Almeno non salutava me, ma il suo amico di avventure nonché ex ragazzo di Chiara Martino, rullo di tamburi...

Manuel Verrante è li come uno stocca fisso gustandosi come gli altri l'imminente arrivo della bufera.

Il suo sorrisetto non mi piace proprio che avrà intenzione di dire o fare?!

"Bimbetta, ti sei salvata grazie al suono della campanella" e sgattoila insieme al flusso di pregiudicati che a breve avranno la loro sentenza mattutina.

Trascinata per un braccio da Marta eccomi nella postazione di un soldato semplice pronto ad eseguire gli ordini.

Prima ora: Ed.fisica, oggi é la mia giornata fortunata.
A prescindere che abbia il ciclo oppure no, per me andare in palestra è una condanna sovrumana.
Stando nella mia classe ho la possibilità di non vedere lui, ma se mi tocca andare in palestra mi tocca di sicuro vedere il suo volto attraverso la finestra soprastante alla palestra.

Con tanti bocconi amari mi faccio spazio tra la folla impaziente di sudare come un cammello nel deserto.
Ma la campanellina di allarme suona nella mia testa.
Ritorno in classe e frugando nella borsa ed estraggo i mie amati "protegge'' marca dei mie rispettivi assorbenti.

Buffo il modo in cui li sto guardando non è del tutto esilarante, anzi una vera tortura.
La parte che più odio del ciclo è i suoi sbalzi di cibo, li chiamo io anziché sbalzi d'umore.
Ecco che sento il bisogno di riempire il mio stomaco anche se cinque minuti fa non la pensavo cosi quando ero accovacciata nel bagno di casa.

Pago ciò che ho preso e vado dritta in palestra.

Sto attenta a non cadere per evitare assurde figure di merda.
Con una gamba riesco finalmente ad aprire la maledetta porta, arrivata a destinazione banco posiziono tutto sulla cattedra in ordine sparso.

"Per la miseria, Chiara?!'' Marta è allibita ha la stessa espressione dell'emoticion di whatsapp, quella con le mani in viso.

''Ho esagerato?'' più che un'affermazione sia una vera è propria domanda retorica alquanto stramba.

"Non direi, hai preso due buste di pattatine, dieci liquirizie e una parigina alle otto meno venti del mattino.'' boffocchia con ilarità con indice appoggiato ai cibi presi.

"Si ci può stare che uno la mattina abbia fame'' poi se ne va scuotendo la testa pensando di certo che razza di amica ho.

Inizio con stuzzicare il mio cibo privilegiato.
La parigina è finita dritta nel mio stomaco manca poco e tutto verrà smaltito, tritato.
La campanella suona e il mio stomaco chiede pietà, mi intrufolo in bagno e rigetto quello che ho appena mangiato, che strazio aver tale ciclo cosi complicato.
Ecco le mie suppliche sono state esaudite, tutto il mio corpo ora è svuotato.

Restando ancora del tempo in bagno né approfitto per gettare l'inumidito assorbente per mettere quello nuovo.
Di solito portò con me sempre delle gomme ma ora che ne ho bisogno non ci sono.
Poi mi ricordo delle dieci liquirizie al gusto coca cola e per un po' sono salva, perché avere una bocca con un sapore amarognolo dopo aver emulsionato il mio cibo un qualcosa di fresco per il mio alito ci vuole.
Apro la porta del bagno feblimente, non ho la forza di fare nulla.

''Bum'' sento ululare e non posso che appoggiare la mia mano sul mio petto per il gran spavento.
Un Conradi di mezza statura si bea della sottoscritta, io nel frattempo sono appoggiata al muro per riprendermi e per aggiustare anche il laccio sciolto.

Una volta ritornata alla mia postura di prima, Conradi e appoggiato con entrambe le mani al muro.
Questa situazione non mi piace affatto, l'ansia da prestazione è giunta nelle viscere del mio sangue.

Tutto è a rilento, finché le sue labbra non sono sulle mie, per dieci secondi.
Minuti...

"Lorenzo, ma cosa fai'' lo allontano da me...

''Sai di coca cola, nulla mi andava di farlo'' se ne fuori esce con la solita frase che tutti i ragazzi dicono.

Col sangue che ribolle in me, me ne vado da quella dannata palestra.
Perchè mi ha baciata?
Perché l'ha fatto?
Cosa significherà ora questo?

Ora le domande continuano incessanti a offuscarmi mente, cuore, ma sopratutto i pensieri.

In un'istante sono fuori alla porta della mia classe, la prof che mi diede il libro è intenta a spiegare un qualcosa.

A testa bassa mi posiziono nel mio posto abituale.
Perché Conradi mi ha baciata anche solo per un'istante...

Con le mani massaggio la mia testa, la voce è alquanto ovattata ma anche se ho quel piccolo bacio ancora in proezione non posso non aver undito la seguente parola che fa sbuffare si o no tre persone.

Poche lettere per racchiudere in se il termine: Tema.

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