Capitolo 11.

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Volete sapere queli sono le vere gioie della vita?

Una gioia potrebbe essere trovare dei soldi nelle tasche del giubbetto, oppure accendere la televisione e trovare una puntata della tua serietv preferita, oppure essere seguita da qualche persona famosa.

Scherzavo, quella è una gioia troppo gioiosa per chiunque.

Stavo dicendo che di gioie ne esistono molte al mondo, c'è chi le trova tutte le mattine non appena apre gli occhi mentre c'è chi, come me, per riceverne una deve aspettare l' allineamento di tutti i satelliti di Giove.

Ecco, in quel momento gli astri mi avevano concesso una gioia ovvero la visione ultraterrena di Ashton sulla porta di casa mia.

-Allora? Andiamo?- chiese accennando un sorriso da far invidia ai ragazzi della pubblicità dei dentifrici.

Guardai incerta mia nonna e Cassie che non si erano ancora accorte di nulla. Entrambe adesso si stavano scatenando sulle note di "Work From Home" e a dirla tutta mi sorpresi nel vedere Cas in piedi considerando il brutto colpo che solo cinque minuti prima il suo ginocchio aveva incassato dalla borsa malefica della vecchietta bisbetica.

Di mia nonna non ho molto da dire, stava provando a twerkare su quel povero divano che mi supplicava di non lasciarlo nelle grinfie di quelle due squinternate.

Eleanor, i divani non supplicano.

Ah già.

-Vengo subito!- risposi entusiasta.

Erano minuti che camminavamo avvolti da un religioso silenzio e non essendo una cima in quella strana cosa chiamata comunicazione decisi di aspettare che Ashton facesse la prima mossa.

Ovviamente non parlò e dissi una delle mie solito frasi da conversazione.

-Belle le stelle, vero?-

Ashton alzò gli occhi verso il cielo stellato guardandolo pensieroso.

-Allora?- lo incitai.

Ash mi guardò confuso.

-È ovvio Ashton! Devi dire "Sai cosa è più bello?", non è difficile!-

-Ma perché?-

-Perchè è così che succede nei film!- urlai agitata per il fatto che non mi avesse ancora capito.

Non era difficile dopotutto.

-Sai cosa è più bello?- parlai esasperata sperando di ricevere come risposta un -Tu.- o -Noi due insieme.-

E no, non mi piaceva Ashton.

Assolutamente no.

No no.

-No, cosa?- domandò angelicamente mentre i suoi occhi splendevano più delle stelle in cielo.

I tuoi occhi.

-I tuoi occ...- fortunatamente mi fermai in tempo - voglio dire me! Ovvio, no?- ridacchiai nervosa.

-Sicura di stare bene?- domandò preoccupato, probabilmente lo stavo spaventando e da un momento all'altro se la sarebbe data a gambe levate.

-Sì sì sto benissimo,- finsi una risatina isterica -ho solo caldo. Sì sì è proprio caldo qua fuori!-

Vidi il riccio indietreggiare di un passo mentre diceva -El, sono sette gradi qua di fuori, mi sorprende il fatto che tu non sia già andata in ipotermia.-

E da bravo ragazzo che era, e già, mia nonna ci aveva visto bene, Ash si tolse prima la giacca e poi la felpa per consegnarmi quest'ultima nelle mie mani congelate. Non esitai e in men che non si dica me la infilai; subito il tessuto morbido accarezzò la mia pelle fredda ricoprendola di in un caldo strato di stoffa rossa.

Asylum; Ashton Irwin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora