Capitolo 10.

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Continuavo a guardare l'orologio appeso nell'ufficio del preside Skinner mentre le lancette scandivano il tempo indisturbate.

Dopo tutta la mattinata passata lì dentro erano passati circa 14400 secondi, ovviamente non li avevo contati, avevo solo cercato il risultato su Google.

Il dirigente, non appena venuto a conoscenza del mio piccolo scatto d'ira nei bagni, aveva fatto convocare immediatamente a scuola i miei genitori e adesso era da più di dieci minuti che continuavo a sentire delle voci discutere in segreteria.

Sinceramente avevo paura di vedere la faccia sia arrabbiata che delusa di mia madre, per non parlare della reazione che avrebbe avuto mio padre la sera stessa quando lo avrebbe scoperto.

La porta dell'ufficio si aprì e la figura anziana del preside fece il suo ingresso seguita da quella di mia nonna?

Mia nonna?

-Nipotina mia!- mi salutò lei, felice di vedermi mentre io continuavo a guardarla confusa.

-Clifford.- la voce burbera di Skinner mi fece riportare nuovamente l'attenzione su di lui.

-Io e la signora Clifford siamo arrivati ad un compromesso, per questa volta niente sospensione ma se verrò a conoscenza del fatto che hai nuovamente creato agitazione nella mia scuola mi assicurerò che tu non metta mai più piede qui dentro.-

-E la mia punizione?- chiesi tremante.

Ti prego non farmi pulire i bagni della palestra, ti prego niente bagni.

-Sono del parere che delle semplici scuse alla signorina Prour saranno più che sufficienti, è qui fuori che la sta aspettando.-

Annuì, poteva comunque toccarmi qualcosa di peggio come appunto i bagni della palestra.

Dopotutto dovevo solo chiederle scusa, quanto sarebbe stato difficile.

-Oh Clifford mettici un minimo di convinzione mi raccomando.- furono le ultime parole che disse il preside prima di invitarci ad uscire.

Fuori dall'ufficio trovai la biondina a cui avevo tirato uno schiaffo che mi stava aspettando altezzosa con la sua amica moretta vicino.

Fui felice di vedere il segno che aveva lasciato la mia mano sulla sua guancia dare almeno un po' di colorito al suo viso

-Allora?- iniziò lei.

Sbuffai spazientita prima di dire sciattamente -Scusa.- e voltarmi verso l'uscita ma la voce di Nonna Clifford mi fermò.

-Sai Eleanor, non penso tu debba scusarti.- iniziò mia nonna sotto gli occhi sbalorditi e sorpresi di Prour.

-Come, scusi? Sua nipote è un'animale incivile, delle scuse sono il minimo.- disse la biondina incrociando le braccia al petto mentre la moretta al suo fianco rideva divertita.

Fui sul punto di rispondere ma mia nonna mi precedette, di nuovo.

-Penso che mia nipote abbia fatto non solo bene ma benissimo quella sberla. Appena ti ho notato ho subito capito che sei una persona proprio antipatica. E poi hai visto mia nipote? Potevi mai immaginare che delle braccia di gelatina come queste potessero farti una macchia come quella?- Nonna Clifford indicò l'impronta delle mia dita sulla guancia di Prour prima di pizzicottarmi la guancia orgogliosa.
-E tesoro mio guarda il lato positivo, almeno ti ha fatto risparmiare sulla chirurgia plastica che avresti di sicuro fatto, considerata la faccia che ti ritrovi.-

Non lo ha detto davvero.

Ditemi che non lo ha fatto.

Prour spalancò la bocca stizzita nel sentire quelle parole, i suoi occhi nocciola guardarono i miei probabilmente aspettandosi un mio qualche intervento in suo soccorso che ovviamente non arrivò.

Asylum; Ashton Irwin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora