Capitolo 12.

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Neanche quella mattina il mio solito muffin al cioccolato riuscì a mettermi di buon umore.

L'unica buona notizia che aveva rallegrato quegli ultimi tre giorni era stato vedere Nonna Clifford lasciare, finalmente, il New Jersey.

Anche se quella felicità non era durata molto, vedere mia nonna tornarsene a casa mi aveva ridato quel senso di libertà che da quando era arrivata avevo sempre ricercato, viste le innumerevoli attenzioni che in quella settimana mi aveva riservato ma che adesso mi mancavano, eccome se mi mancavano.

Quel suo darmi attenzioni se ne era ritornato a New York insieme a lei.

Ora ero libera, fino ad un certo punto si intende, di mangiare quello che volevo, ritornare a casa tardi e lasciare la camera in disordine eppure quella libertà mi stava stretta.

Avevo passato i precedenti sette giorni a sperare che mia nonna se ne andasse il prima possibile eppure quello di cui avevo realmente bisogno era Nonna Clifford stessa che si prendeva cura di me, preoccupandosi a modo suo ovviamente.

Lasciai che le ore scolastiche mi scivolassero addosso anche quel giorno mentre la mia mente continuava a produrre innumerevoli filmini mentali sull'ipotetica vita che avrei potuto avere se fossi nata ricca, bella, intelligente o perlomeno simpatica.

Esattamente, deprimermi per quello che non potevo avere è sempre stato uno dei miei hobby preferiti così come è sempre stata una mia specialità lamentarmi della mia vita mentre invidiavo quella stupenda degli altri .

Suonò la campanella della settima ora, ovvero l'ultima di quel giorno, e marciai fuori dall'aula di chimica, comunemente nota con l'appellativo di "il posto in cui si impara a far saltare in aria la scuola con una provetta".

-Clifford!- mi sentì chiamare mentre tranquillamente mi dirigevo verso il mio armadietto.

-Mh?- risposi interrogativa pensando che la persona che mi stesse chiamando fosse vicino a me e quando sentì di nuovo quella voce urlare in lontananza -Clifford!- riuscì ad individuare  la figura slanciata del professor Bucket che si affrettava a raggiungermi.

-Clifford finalmente!-

-Professore, che succede?-

-Oh, nulla di cui tu debba preoccuparti Clifford...- iniziò Bucket -ma, mi stavo chiedendo, quando hai intenzione di consegnarmi quella ricerca sulla storia del New Jersey?-

La ricerca!

Accidenti, me ne ero totalmente dimenticata.

E il diario? Dio ma dove l'hai messo El?

-Oh, la ricerca. Sì è quasi finita...- iniziai.

Bugia.

-...praticamente ha bisogno di alcune revisioni...-

Doppia bugia.

-...in poche parole l'ho quasi finita professor Bucket!- risposi ridendo.

Enorme bugia.

Eleanor non ne potevi sparare una più grande, dico sul serio!

-Fantastico allora! Non vedo l'ora di leggerla!- disse prima di andarsene, lasciandomi nuovamente da sola.

Come se non bastasse la quotidiana lista delle cose che anche quel pomeriggio dovevo fare e che probabilmente non avrei fatto, aggiunsi mentalmente anche l'iniziare quella stupida ricerca o perlomeno trovare quel diario che evidentemente avevo perso.

Passai dei buoni quaranta minuti a rovistare in ogni angolo della mia camera per trovare quelle pagine rilegate in pelle e alla fine, per puro caso, le trovai tra gli appunti di trigonometria che perfino io mi sorpresi di avere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2017 ⏰

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