9

49 5 0
                                    

Ci staccammo dopo qualche istante, anche se a me era sembrato durare un'eternità.

Io non sono ubriaca. Lui non è ubriaco. Allora perché?

Alzai lo sguardo verso di lui, e notai che mi stava guardando con espressione divertita. Minchia guaddi Payne?

Avrei voluto gridarglielo, ma decisi di lasciar perdere. A quel punto avrei preferito quasi il sogno!

Sogno...Liam...vestito da donna.

Lo guardai in faccia, non riuscivo a rimanere seria, me lo immaginavo vestito da donna; sui tacchi a spillo e con un vestito rosso fuoco aderente, un po' stile battona... o forse era meglio stile Gothic Lolita?

Per riuscire ad uscire da quella situazione imbarazzante, mi misi a cercare qualcuno con lo sguardo, ma non scorgevo nessuno. Vidi finalmente un biondo che assomigliava a Niall, quindi decisi di andare a vedere se fosse davvero lui, lasciando così Liam da solo...bah, per quanto si possa stare da soli con 500 persone intorno. Il biondo era davvero Niall, ma era più strano del solito.

«Hey Niall, tutto ok?» gli chiesi urlando, per cercare di fargli capire le mie parole, in mezzo a quel casino. Lui scoppiò a ridere come un ebete, barcollando e quasi cadendo a terra. Era decisamente ubriaco. Dovevo trovare qualcuno che fosse in grado di riportarlo al college. Avvistai Harry che si stava facendo una ragazza, che assomigliava alla battona... no, un attimo... era la battona! Lo trascinai via, prendendolo per la maglietta.

«Sei gelosa?» mi gridò Harry.

«No Styles. Niall ha bisogno di te.» gli gridai di risposta, portandolo davanti a lui.

Ok, Niall è sistemato...almeno lui!

Mi guardai nuovamente in giro... vidi Nick che era intento a ballare in una maniera terribile, Stephan era di fianco a Dj Arturo mentre firmava autografi e Scott e Mark ballavano con delle ragazze.

«Noemi!» mi gridò qualcuno. Mi voltai e mi ritrovai di nuovo davanti Liam, che mi trascinò a ballare. 

La serata passò velocemente. Niall era ubriaco, come del resto Liam e Fabian. Stephan invece aveva un autografo di Dj Arturo che gli occupava tutta la fronte.

Non farci scoprire sarà una missione impossibile!

Data l'ora, il cancello era chiuso, così ci toccò scavalcare la recinzione, e con dei tacchi 12 non fu per nulla un'impresa semplice. Riuscimmo ad entrare dalla porta sul retro e arrivammo silenziosamente nel corridoio dove erano posizionate le stanze. Avevo Liam appoggiato praticamente di peso su di me, lo accompagnai davanti alla porta della sua camera e lo salutai, con un tono decisamente più gentile del solito.

«A domani.» Quando feci per andarmene, mi prese il polso.

«Non andartene»

Sì, ci manca solo che io dorma con lui e i suoi quattro amichetti!

«E cosa dovrei fare scusa?» gli chiesi aspettando che si accorgesse della stupidità di quello che stesse dicendo.

«Dormire con me» mi disse, con un tono quasi di supplica.

Dicono che gli ubriachi dicano la verità... quindi vuole davvero che stia qui con lui?

Sospirai ed entrai nella stanza con loro, sicura che non fosse una buona idea.

---

Mi svegliai al suono stridulo di una sveglia. Aprii gli occhi, avevo un mal di schiena terribile. Mi ero categoricamente rifiutata di dormire nel suo letto, mi ero messa sulla poltroncina che c'era di fianco, dormendo malissimo. Mi alzai lentamente, dolorante e mi avviai verso la porta. La aprii e mi ritrovai davanti una delle prof, che mi guardò allibita.

Merda!

«E tu cosa ci fai qui?» mi chiese, con la solita espressione che aveva prima di annunciare una verifica a sorpresa, ma quella volta sarebbe stato peggio.

«Me ne stavo andando» dissi, cercando di dribblarla, come fanno i calciatori, per riuscire ad andare nella mia stanza, ma lei mi bloccò.

«Noemi Victoria Smith, non se la caverà così facilmente!»

E questa come fa a sapere il mio secondo nome? Mi chiesi perplessa Ah, già, le fotocopie della carta d'identità! Sbuffai.

«Ne possiamo parlare quando sarò sveglia e in grado di pensare?» le chiesi cercando di nuovo di andare nella mia stanza.

«Prima mi deve fare un nome, chi dei cinque?»

Chi dei cinque, cosa?

«Liam» dissi senza pensarci, e finalmente mi fece passare. Entrai in stanza e mi feci una doccia, visto che le mie compagne erano già tutte pronte, vestite e truccate, sembravo un mostro a confronto. Mi vestii velocemente e cercai di coprire il più possibile le terribili occhiaie che mi erano venute dopo quella notte terribile.

Quando uscii dalla camera la prof era fuori ad aspettarmi, ed aveva già preso Liam.

«Le posso spiegare tutto» dissi, cercando di convincerla ad ascoltarmi. «Ieri sera siamo andati in discoteca, lui si è ubriacato e sono rimasta con lui solo per controllare non stesse male» illustrai alla prof.

Lei tirò subito un sospiro di sollievo, quando però si accorse di quello che avevo detto.

«In discoteca? Alcool? interessante» disse assemblando i pezzi del puzzle nella sua mente. «Siete in punizione, avreste avuto le altre sere libere, sempre con il coprifuoco ovviamente, ma ora dovrete essere qui alle 17 in punto, non un minuto più tardi».

Gli altri fuori a divertirsi e noi lì rinchiusi? Non è giusto!

La prof se ne andò e lui mi guardò divertito.

Ma ce la fai? Siamo in punizione e ridi? Tu non sei normale!

Vedendo la mia faccia mi disse «Gli unici in punizione siamo noi due, sai cosa vuol dire vero?» Certo che lo sapevo!

«Ovvio, che siamo i più sfigati della scuola» risposi con il mio sguardo più seccato possibile. Era solo, unicamente, colpa sua!

«Ma no, che avremo più tempo per stare insieme» mi disse ammiccando.

Certo guarda, non vedevo l'ora! Voglio ucciderlo!

Being the way that you are is enough - L.P. AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora