Arrivammo a Dublino a pomeriggio già inoltrato. Mentre camminavamo per raggiungere il college, sentì qualcosa sfiorare la mia mano. Mi voltai e vidi Liam di fianco a me, che mi sorrideva. Senza pensarci anche io gli sorrisi. Sentii le sue dita cercare spazio tra le mie, e lo lasciai fare. Le nostre dita si incrociarono e ci fermammo, facendoci così superare dagli altri studenti. Con la mano destra mi sfiorò il viso. Sentii il suo respiro sulla pelle, il suo profumo era piacevole da sentire. Mi baciò dolcemente e si staccò sorridendomi. Lo guardai anche io nello stesso modo, quando notai davanti a noi... Timon e Pumbaa del Re Leone! Mi stropicciai gli occhi, per vedere se era frutto della mia immaginazione, ma loro erano ancora lì!
Ora ho anche le allucinazioni!
Mentre loro iniziavano a cantare Hakuna Matata, Liam mi prese in braccio, come si prendono in braccio le spose ai matrimoni, mi fece fare un salto mortale all'indietro ed atterrai perfettamente su un palco, indossando scarpe con il tacco, ed un vestito di quelli che si vedono nelle competizioni di ballo latino americano. Guardai Liam ed anche lui indossava lo stesso... non nel senso che indossava un vestito per latino americano da uomo, indossava proprio un vestito come il mio e stava sui tacchi meglio di me. Per qualche strana ragione ci mettemmo a ballare, ed all'improvviso partì la canzone 'Il cerchio della vita' de Il Re Leone.
Mi svegliai di soprassalto e spensi la sveglia. Era solo un sogno... o meglio era solo un incubo.
Guardare il Re Leone ieri mi ha fatto male! Ma il ballo?...boh!
«Noemi! Alzati, devi andare in gita!» mi gridò mia madre dal piano di sotto.
Mi alzai sbuffando, andando subito a lavarmi la faccia e vestendomi poi in fretta. Non volevo correre il rischio di arrivare in ritardo anche quel giorno. Nella fretta mi ritrovai a mettere la maglietta al contrario, dovendo girarla poco dopo. Infilai la felpa e presi il mio borsone, che avevo preparato con cura il giorno precedente.
Scesi le scale e salutai mia mamma, che dopo un centinaio di raccomandazioni, mi lasciò uscire. Rimasi sorpresa nel vedere Zayn, al volante della sua macchina, davanti a casa mia. Mi fece cenno di salire e io lo ascoltai subito. In macchina c'erano già Sissi e Niall.
«Che ci fai qui?» gli chiesi perplessa.
«Ti do un passaggio, non vedi?» mi rispose ridendo. Passammo a prendere anche Amy e ci avviammo verso l'aeroporto.
La prof ci aspettava davanti all'ingresso, dove si mise a fare l'appello di tutti i partecipanti alla gita. Cercai di memorizzare più nomi e cognomi potessi, ma non era per niente facile, visto il numero di persone presenti. Dopo mezz'ora andammo al check-in e durante l'attesa mi misi a parlare con Amy e Sissi.
«Ho fatto un sogno terribile questa notte» dissi alle ragazze, mentre vedevo che la faccia di Sissi era divertita. Se io consideravo i miei sogni strani, i suoi erano di gran lunga peggiori; qualche tempo prima mi aveva raccontato due o tre sogni che aveva fatto, e c'ero rimasta malissimo.
«Racconta» disse Amy, curiosa.
«Eravamo già arrivati a Dublino, camminavamo per andare al college quando saltano fuori dal nulla Timon e Pumbaa... poi Liam... era tutto così confuso» dissi, non volendo specificare né del bacio, né di Liam vestito da donna.
«Ieri hai visto il Re Leone?» mi chiese Amy. Annuii.
«Allora si spiega tutto! Timon e Pumbaa erano lì per quello, e Liam... era lì semplicemente perché ti piace.»
Eh? Pensai strabuzzando gli occhi.
«A me non piace Liam, né mai mi piacerà! Non lo sopporto neppure, figuriamoci piacermi!» risposi quasi offesa della loro affermazione. Le due ragazze si guardarono, fecero per aprir bocca, ma decisero di lasciar perdere.
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Sull'aereo avevamo i posti già assegnati e secondo me era un bene, visto che altrimenti si sarebbero sentiti litigi su chi sarebbe dovuto stare vicino a chi, come se fossero bambini delle elementari. A me andava bene chiunque, a patto che non fosse Liam. Fortunatamente non ero vicino a lui, ma ero in mezzo tra due ragazzi: Stephan e Scott. Il viaggio non durò molto, ma, in quel breve lasso di tempo non feci altro che ridere. Non sapevo se fossero peggiori le battute che faceva Scott o la faccia che faceva Stephan quando le capiva.
«Sai perché in latino la 'T' non si pronuncia?» chiese Scott.
«Perché?»
«La-ti-no.» Scoppiammo tutti a ridere, mentre si sentiva Sissi urlare cose tipo 'Aiuto!' o 'Moriremo tutti!'. Per riuscire a farla tranquillizzare dovettero chiamare una hostess.
Dopo l'atterraggio,finalmente, andammo a prendere i bagagli ed uscimmo dall'aeroporto. Dublino, lamia città. La città in cui ero nata. La città in cui ero cresciuta. Inspirai apieni polmoni l'aria irlandese. Mi era mancata. Mi erano mancate tante cose daquando mi ero dovuta trasferire a Londra. In quel momento, però, riuscivo apensare solo Casa dolce casa!
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Being the way that you are is enough - L.P. AU
FanficLONDRA - 2011/2012. Richiusi l'armadietto e mi avviai con Amy verso la nostra classe, trovandomi davanti ad uno spettacolo disgustoso: la battona era incollata a Payne e sembrava quasi un aspirapolvere. «Osceni» commentai a bassa voce, passando v...