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Per tutta l'ora parlai con Amy tramite bigliettini. Non capivo bene il motivo, ma c'ero rimasta un po' male. Mi spiegò che erano stati insieme solo per un paio di settimane, durante l'anno precedente, e che a lei non interessava più.

Menomale...cioè, non me ne importa nulla pensai, dopo aver letto l'ultimo bigliettino che mi aveva passato. Stranamente mi sentivo sollevata, anche se non ci fosse un apparente motivo per esserlo.
Quando le lezioni terminarono tutti ritornarono nelle proprie stanze e presero i bagagli, come del resto feci anche io. Presi il mio borsone ed uscii insieme agli altri ragazzi; anche se da una parte ero felice di ritornare a casa, alla mia vita "normale", dall'altra sapevo mi sarebbe mancata Dublino.
Un bus ci portò fino all'aeroporto, dove avremmo dovuto prendere il volo un'ora e mezza dopo. Il tempo passò tranquillamente, finché non salimmo sull'aereo. I posti erano gli stessi dell'andata, quindi ero vicina a Stephan e Scott.

«Dopodomani è il compleanno mio e di Mark» disse Scott. Già, loro due erano gemelli, anche se non si assomigliavano più di tanto.

«Fate una festa?» chiese Stephan curioso. Quando si trattava di feste, lui era il più informato.

«Per ora non abbiamo ancora organizzato nulla» rispose Mark dal sedile davanti al mio.

«C'è un fluo party all'Enjoy se vi interessa, potreste festeggiare lì» propose Stephan.

Enjoy...che nome scontato.

«E ci sarà anche Dj Arturo» aggiunse subito dopo il ragazzo.

Non mi sorprenderei se si sposassero quei due pensai, ma quando mi immaginai Stephan con l'abito bianco mi misi a ridere. Forse la donna 'avrebbe interpretata meglio Dj Arturo.

«Perfetto, allora è deciso» disse Mark soddisfatto. Passarono un po' di minuti e Scott se ne uscì con una delle sue solite freddure.

«Ho chiamato il mio cane Stop... perché è un incrocio» e scoppiammo tutti a ridere. Il volo fu un po' movimentato, causa turbolenze, ma fortunatamente non ci fu nessun problema.

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La mattina seguente riuscii a convincere mia madre a farmi restare a casa da scuola; avevo troppo sonno per riuscirmi ad alzare. Stetti al caldo fino alle dieci, quando mi sembrava ormai di dovere alzarmi. Feci colazione e mi vestii, non era da me passare tutta la mattina in casa. Mia madre era al lavoro, così decisi di andare a fare un giro al parco. Mi sedetti come ero solita fare sulla panchina che guardava verso i giochi per i bambini e iniziai a canticchiare la canzone Maybe Possibly, che avevo sentito qualche tempo prima su youtube.

«Hey!» mi salutò una voce alle mie spalle. Tirai un sospiro di sollievo quando mi accorsi che non si trattasse di Liam, ma che invece fosse Niall, che si sedette subito accanto a me.

«Non si salta scuola» dissi, facendo finta di rimproverarlo.

«Vale anche per te» mi rispose sorridendo. «Piuttosto...domani sera vieni all'Enjoy?» mi chiese, subito dopo.

«Certo» risposi entusiasta. Non ero mai andata a così tante feste in vita mia, praticamente ce n'erano due o tre al mese! Non che mi dispiacesse, ovvio, ma mi sarebbe piaciuto fare qualcosa di diverso ogni tanto.

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«Se continui così, arriveremo in ritardo!» mi gridò Sissi dall'altra stanza.

«Un minuto!» brontolai, uscendo. Quella sera, sinceramente, non mi andava proprio di andare alla festa, ma decisi di andarci lo stesso, visto che ormai avessi detto di sì a Niall. Alle 10 e 45 arrivammo davanti alla discoteca, nella quale riuscimmo entrare velocemente. Potrebbe sembrare strano, ma iniziavo ad odiare le discoteche. Dj Arturo era alla console, con di fianco il vocalist, un certo Ricky.

«Oggi compiono gli anni 4 ragazzi... Mark, Scott, Priscilla ed Eryn» disse il vocalist, che probabilmente era stato pagato da loro per annunciarlo. Priscilla ed Eryn avevano la nostra stessa età, e frequentavano la nostra scuola, però erano in un'altra classe. Sapevo soltanto fossero due amiche fin da quando erano piccole e che le loro madri si erano conosciute all'ospedale, quando dovevano nascere loro due; erano spesso al centro dei pettegolezzi della scuola, quindi tutti sapevano le informazioni base delle due.
La prima ora passò tranquilla, tralasciando il fatto che il vocalist era stato male e che, non si sa bene per quale ragione, Stephan aveva preso il suo posto. Intanto Sandrovski – così si leggeva sul retro della sua giacca -, la guardia del corpo di Dj Arturo, stava bloccando dei ragazzi ubriachi che volevano importunare il suo capo.
Nick ballava con la battona, Johnny parlava con Emma, per quanto fosse possibile parlare con tutto quel mix di musica e urla. Mi ero già stancata di tutta quella confusione, così decisi di uscire.
Finalmente un po' di pace pensai, sedendomi su un muretto.

«Payne che non si sta facendo nessuna ragazza?» domandai stupita quando Liam mi raggiunse e si sedette di fianco a me.

«Posso rimediare, se vuoi» disse ammiccando. Scossi la testa, come al solito, e lo spinsi via amichevolmente. La nostra discussione venne interrotta da un tizio nudo, probabilmente ubriaco, che uscì correndo dalla discoteca.

«Sono una ...ana» gridò mentre si allontanava velocemente.

«È una banana?» chiesi ridendo, visto che non avevo capito quello che avesse detto. Vista la sua espressione, neanche lui aveva capito. Ci mettemmo a ridere e rimanemmo lì a chiacchierare per una ventina di minuti, dopodiché mi riaccompagnò a casa.
«Adesso, come nei film, dovremmo baciarci» disse, una volta giunti di fronte alla mia casa, sorridendomi maliziosamente.

«Continua a sognare, Payne» risposi, aprendo la porta e facendogli un cenno di saluto con la mano.

È un po' meglio di quello che pensassi constatai sorridendo ed andando in camera mia.

Being the way that you are is enough - L.P. AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora