ATTENZIONE, CAPITOLO AD ALTO CONTENUTO DI CACTUS
(scusatemi, era un bel po' che sognavo di scriverlo)
Mi sentivo come in quei film d'azione, dove non si può sbagliare neanche una mossa. Dovevo assolutamente scoprire perché mia madre volesse trasferirsi a tutti i costi. Avevo provato varie volte a chiederglielo, ma l'unica risposta che mi era stata data era che avrebbe fatto bene a tutte e due. Non riuscivo a trovare una spiegazione razionale.«Scoperto qualcosa?» chiesi a Scott, che stava cercando la password di mia madre, per leggere le sue e-mail. Non capivo se fosse una specie di hacker o se stesse sparando a caso password; l'importante era riuscire a trovare qualche informazione, non mi importava come ci saremmo riusciti. Effettivamente non era una cosa molto giusta, né molto legale, ma alla fine era mia madre, non era poi un atto così grave.
«Nulla» rispose, senza neppure voltarsi, continuando a digitare qualcosa. Il campanello suonò. Finalmente era arrivato anche Fabian ad aiutarci... o meglio ad aiutare Scott, visto che io non capivo nulla di computer. Gli aprii la porta, ma mi accorsi solo qualche secondo dopo del fatto che insieme a lui ci fosse anche Liam.
Per quale strano motivo è venuto anche lui?
Andammo tutti a vedere come procedeva il lavoro di Scott.
«Password trovata!» annunciò appena entrammo nella stanza. «LAMAMMAAMAICACTUS» aggiunse poi, ridendo.
Ok, mia madre era davvero messa peggio di me...il che spiegava perché avessimo la casa piena di piante grasse. Doveva essere una specie di malattia ereditaria. Non potei fare a meno di ridere, aggiungendomi agli altri.
«Su, controlla le e-mail inviate e quelle ricevute» dissi qualche istante dopo, appena ritornai seria, iniziando a mettergli fetta. Non ci volle molto prima di trovare la mail 'colpevole'. Aveva inviato il suo curriculum ad una multinazionale ad Edimburgo, e il lavoro era stato suo, senza bisogno di dover fare un colloquio vero e proprio. Ero sorpresa, visto che mi aveva sempre detto che le piaceva il suo lavoro.
«Bene, ora che abbiamo scoperto il motivo, dobbiamo trovare una soluzione» conclusi con tono solenne.
«Allora... voi due geni del computer inviate una mail all'azienda, in cui rifiutate il lavoro, mentre io e lui...» dissi, voltandomi per indicare Liam, senza però trovarlo. Mi guardai in giro e lo vidi sdraiato per terra, con Kiwi che si faceva tranquillamente le unghie sulla sua felpa. «Io e lui cercheremo di trovare un modo per costringerla a rimanere» dissi, facendo segno a Liam di rialzarsi. Lui mi vide, ma fece finta di nulla. «Liam alzati subito o ti infilo un cactus su per il...» Scott mi interruppe «per il naso» dissi, visto che non mi avrebbe lasciato dire altro. Loro si misero subito a scrivere, mentre io trascinai Liam in cucina, così avremmo lasciato tranquilli quei due.
«Calma, so che non vedi l'ora di stare con me, ma non c'è bisogno di tirarmi» disse, guardando la mia mano aggrappata alla sua felpa. Lasciai immediatamente la presa ed arrossii leggermente.
«Tu aspetta che i cactus cadano dal cielo, poi sì, magari avrò voglia di stare con te.» risposi per fargli abbassare un po' la cresta. Quel ragazzo si stava prendendo troppe libertà.
Pochi istanti dopo alzai lo sguardo e vidi Kiwi che zampettava allegramente un vaso, facendolo cadere poi a terra, facendo un disastro.
«Adesso hai voglia di stare con me, quindi» mi disse soddisfatto, come se avesse programmato tutto. Guardai per terra e notai che il vaso distrutto poco prima conteneva un cactus. Stupida mania di mia madre di mettere cactus ovunque pensai irritata.
«Parliamo di cose serie» cambiai argomento con poca grazia, cercando di ignorare la terra e i pezzi di terracotta sul pavimento.
«Perché cambi argomento, Smith?» mi chiese, guardandomi negli occhi.
«Pensavo che ormai fosse passato il periodo in cui mi chiamavi per cognome, Payne. Ma meglio così che con il mio secondo nome. Odio il mio secondo nome, quasi quanto amo i cactus, e ti assicuro che io amo davvero molto i cactus» dissi, accorgendomi di parlare a vanvera, ma non riuscendo però a smettere.
Kiwi saltò giù dalla mensola, dove c'erano altri quattro o cinque vasi e salì subito sul tavolo. Quel gatto all'inizio sembrava così dolce e buono, ma poi si era rivelato essere tremendo, proprio come quello che me l'aveva regalato... ma comunque gli volevo un mondo di bene. A Kiwi ovviamente, non a Liam.
«Inviata!» esclamò Fabian, entrando dalla porta «dobbiamo fare altro?» mi domandò. Ci pensai qualche secondo poi mi venne in mente un'ultima cosa. «Riuscireste anche a disdire i biglietti dell'aereo?»
Lui ci pensò un attimo, poi mi rispose «ci possiamo provare». Stimavo troppo quei due ragazzi, non per niente erano diventati subito miei amici. Detto questo se ne andò, lasciando di nuovo soli me e Liam.
«Dove eravamo rimasti?» mi chiese Payne, avvicinandosi.
«Dobbiamo trovare un nuovo lavoro a mia madre, o dobbiamo riuscire a farla rimanere dov'è ora» pensai ad alta voce, dato che il ragazzo non sembrava particolarmente interessato alla cosa. «Perché sei venuto?» mi venne spontaneo domandargli, ricordandomi di non averglielo ancora chiesto.
«Per stare con te, mi sembra ovvio» rispose lui, ammiccando.
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Being the way that you are is enough - L.P. AU
FanfictionLONDRA - 2011/2012. Richiusi l'armadietto e mi avviai con Amy verso la nostra classe, trovandomi davanti ad uno spettacolo disgustoso: la battona era incollata a Payne e sembrava quasi un aspirapolvere. «Osceni» commentai a bassa voce, passando v...