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Mi avviai verso la scuola. Ovviamente ero in ritardo ed ovviamente alla prima ora avevo chimica. Quella notte non avevo chiuso occhio e non sapevo neppure per quale motivo.

Arrivai in classe senza fiato... non che ci tenessi a seguire la lezione, ma non è che avessi molta scelta.

«Scusi il ritardo» dissi entrando, ma trovando invece una confusione terribile: il prof non era ancora arrivato. Poco male pensai, andando da Amy e Sissi.

«Com'è andata ieri con Harry?» chiesi, facendo arrossire Sissi.

«Normale...» rispose vaga.

«Si sono baciati!» esclamò Amy, notando che Sissi non avesse intenzione di dire nulla.

«Che teneri!» commentai, immaginandoli insieme.

Due mani mi coprono gli occhi.

«Chi è?»

Ora sta diventando davvero scontato.

«Liam, smettila di fare questi giochi stupidi» risposi seccata. Lui sbuffò e si allontanò, tornando così dalla sua amica gallinella, meglio conosciuta come la battona.

«Invece come va con Liam?» mi chiese Sissi, probabilmente per vendicarsi della mia domanda.

«Come dovrebbe andare?» domandai, alzando le spalle. Okay, alle domande non bisogna rispondere con altre domande, ma quella era l'unica risposta che fossi riuscita a dare.

«Su, ammettilo una buona volta che ti piace» disse Amy.

«Anche se fosse, non lo direi comunque» risposi senza riflettere.

Un attimo... che cavolo di risposta è?! Il mio subconscio mi vuole morta. Sì, è l'unica spiegazione logica. Oppure nella mia testa c'è un omino dei lego che mi controllava... già, anche questa è un'ottima spiegazione. Ok, devo smetterla di farmi tutti questi film mentali.

«Quindi ammetti che ti piace, sì o no?» chiese Sissi confusa.

«L'ha appena fatto!» concluse Amy soddisfatta, come se il suo unico scopo fosse quello. «Non è vero!» ribattei subito. Continuammo così per tutta l'ora, dato che il prof non arrivò.

«Rossa, ti va di pranzare con me?» mi chiese Payne alla fine delle lezioni.

«Prima di tutto ho un nome, secondo... no» risposi decisa, voltandomi ed allontanandomi. Perché diavolo dovrei pranzare con lui? Bah.

Arrivai a casa all'una e mezza; il tempo non prometteva nulla di buono, le grandi nuvole grigie facevano intendere che da lì a poco sarebbe scoppiato un bell'acquazzone.

Salii velocemente le scale ed andai in camera mia a cambiarmi, mettendo qualcosa di più comodo.

Il campanello suonò, così, sapendo che mia madre stesse ancora cucinando, gridai «Vado io!». Scesi le scale in freta ed aprii la porta. Payne.

«Che ci fai tu qui?» chiesi, incerta se sbattergli la porta in faccia, prima che potesse rispondermi o se lanciargli il grande vaso blu, contenente un cactus, che avevo messo di fianco alla porta.

Ecco qual è l'utilità effettiva di queste piante!

Povera pianta però, quasi quasi la prima opzione era migliore. Lui però, probabilmente immaginando quale sarebbe potuta essere la mia reazione, aveva messo un piede all'angolo della porta per bloccarla.

«Perché non vuoi pranzare con me?» domandò.

«Chi è, Noemi?» gridò mia madre dall'altra stanza.

«Nessuno» aggiunsi nello stesso modo, per poi voltarmi verso Liam. «Non vedo il motivo per cui dovrei farlo, quindi...ciao.» Sperai se ne andasse, ma invece mi superò ed entrò in casa.

«Così è qui che abiti...» disse guardandosi in giro.

Ma come sei perspicace Payne, non ti sfugge mai nulla!

Mia madre arrivò in soggiorno, probabilmente per vedere chi fosse realmente alla porta. Mi fece segno di dirle che fosse, così le risposi.

«Lui è Liam, un mio compagno di classe».

Mia madre lo quadrò un attimo, poi disse «Allora Liam, ti va di fermarti a pranzo?»

Perché? Perché gliel'ha chiesto? E soprattutto, perché lui ha accettato?

Mia madre iniziò a fargli l'interrogatorio, passando da un argomento all'altro, senza un filo logico. Gli iniziò addirittura a chiedere delle sue ragazze/ex ragazze. Se avessi potuto, me ne sarei volentieri andata da lì. Quasi alla fine del pranzo però, iniziò a parlare di quante belle città ci fossero al mondo e del fatto che non avesse senso "affezionarsi" troppo ad una sola. Mi aveva fatto lo stesso discorso quando ci eravamo trasferite da Dublino a Londra.

«Edimburgo è una splendida città, sono certa ti piacerà Noemi» aveva concluso così il discorso. Mi voltai a guardare Liam. Sembrava sorpreso... Bah, effettivamente come dargli torto?

Non è possibile... io non voglio trasferirmi di nuovo! Significherebbe ricominciare di nuovo da zero... cambiare scuola, farsi altri amici... no, non può essere...

Being the way that you are is enough - L.P. AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora