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" PESCI

Qualcuno vi proporrà una soluzione piuttosto drastica o un piano che non potrete non prendere in considerazione.

Le coppie hanno tante cose da fare insieme e dovrebbero approfittarne. Qualcuno non ha ancora scelto bene come impiegare il proprio tempo, ma si potrebbe semplicemente passeggiare e parlare.

I single non hanno alcuna scusa per non prendere più sul serio le proprie emozioni nei confronti di qualcuno che si sta impegnando con tutte le forze per apparire come in realtà non è affatto!"

Non sapevo neppure perché stessi leggendo quelle cavolate. Chiusi la rivista e mi alzai dal divano. Quello che mi serviva davvero era riuscire a convincere mia madre a non trasferirci. La vigilia di Natale. Ormai ritenevo Natale una festa puramente commerciale, l'atmosfera non era più magica per me. Forse mi provocava troppi ricordi...troppa tristezza. Cercai di cacciare via i pensieri ed uscii di casa. Fortunatamente non pioveva, ma qualche piccolo fiocco bianco iniziava a scendere dal cielo. Non riuscii a fare a meno di inarcare le labbra in quello che sarebbe dovuto essere un sorriso. Londra era affollatissima, piena di donne e uomini con in mano grandi sacchetti e scatole. Già, quasi tutti si riducevano all'ultimo minuto per comprare i regali. Purtroppo anche io sarei dovuta andare a prendere i regali per Amy e Sissi, visto che negli ultimi giorni eravamo sempre uscite insieme e di certo non potevo comprarli con loro lì. Johnny, Scott e Mark mi aspettavano davanti alla recinzione di casa mia; gli avevo chiesto di accompagnarmi, per aiutarmi a scegliere, visto che anche loro le conoscevano bene.

«'Giorno» li salutai, raggiungendoli. Non avevo la più pallida idea di cosa comprare. Iniziammo ad entrare praticamente in tutti i negozi che vedevamo, alla ricerca di qualcosa di originale ed alla fine della giornata ero riuscita a trovare i regali giusti. Dopo aver salutato i ragazzi ritornai a casa, passando però davanti ad un negozio che adoravo. Non c'era una persona in particolare per cui dovessi prendere un regalo, visto che avevo già comprato qualcosa per tutti i miei amici più cari, ma comunque adocchiai un portachiavi a dir poco adorabile: era formato da una capsula alta 5 centimetri di plastica trasparente, con all'interno una piccola piantina grassa. Ovviamente io scelsi quella con all'interno un mini-cactus e la comprai. Quello era di sicuro il miglior acquisto che avessi mai fatto.

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La mattina seguente mi alzai svogliata, mentre il campanello suonava. Scesi le scale ancora addormentata e rischiai di rotolare giù, visto che inciampai nei gradini. Aprii la porta e trovai uno scatolone di fronte a me, con scritto sopra 'Per Victoria'. Solo una persona mi chiamava così. Aprii lo scatolone lentamente, pensando anche che potesse essere una bomba, visto chi fosse il mittente. Un piccolo musetto bianco spuntò appena vide la luce. Era un gattino, che ad occhio e croce aveva qualche mese. Presi subito in braccio il micio e iniziai a coccolarlo. Okay, era senza dubbio il regalo più bello che qualcuno mi avesse mai fatto. Sinceramente io ero contraria al regalare animali, visto che la persona che lo riceve potrebbe benissimo abbandonarlo, ma dato che questa volta l'avevo ricevuto io non c'era il minimo problema. Io neanche sotto tortura avrei abbandonato un animale.

«Devo assolutamente trovarti un nome» sussurrai mentre mi sedevo sul gradino davanti alla porta. Mi fece un miao di risposta. Chiudeva i suoi occhietti azzurri e faceva le fusa appena sentiva le mie dita sfiorargli la testa. «Blue? No, forse è troppo banale...» dissi cercando di farmi venire un'idea. Avrei potuto chiamarlo Cactus, ma, anche se ero davvero tentata, decisi di lasciar perdere. «Kiwi» decisi finalmente, dopo un lampo di genio. Annuii, orgogliosa di me per il nome che ero riuscita a trovare. Lo portai in casa e mostrai subito a mia madre il nuovo componente della famiglia. Mia madre ormai si era rassegnata a tenere degli animali in casa, visto che da quando avevo dieci anni, se trovavo un gatto o un cane abbandonato, non ci pensavo due volte a prenderlo con me, almeno nel periodo durante il quale io cercassi una casa definitiva per questo. Questa volta, però, la mia casa non sarebbe stato solo un rifugio temporaneo per il micio.

«Lui è Kiwi» dissi sorridendo, presentandoglielo.

«Da dove arriva?» mi chiese lei, curiosa, senza però lamentarsi minimamente.

«Liam» risposi, placando un po' la mia felicità. Me lo sarei aspettata da Amy o da Sissi, ma non da Liam. «Ah già, buon Natale mamma» aggiunsi dopo, poco interessata.

«Buon Natale anche a te tesoro. Guarda sotto l'albero che c'è qualcosa per te» mi disse, sorridendo radiosa. Ma come faceva a piacerle il Natale?

Andai a vedere sotto l'albero, dove si trovava un pacchetto con un fiocco bianco. Sfilai il nastro e strappai la carta. Un iPhone nuovo di zecca. Non che mi dispiacesse averlo ricevuto, ovvio, ma il regalo più bello l'avevo già avuto, quindi la mia reazione non fu delle più soddisfacenti. Ringraziai mia madre e mi misi ad osservare il piccolo Kiwi esplorare la casa, curioso.

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Mi ero messa d'accordo con Sissi per il pomeriggio: ci saremmo trovate alle 14 a casa sua. Presi il sacchetto più grande che avevo trovato e vi misi dentro i regali per tutti. Ero soddisfatta dei regali che avevo comprato. Finii con l'impacchettare anche il portachiavi cactus e lo sistemai con gli altri pacchetti... in fondo anche lui si meritava un regalo, no?

Arrivata a casa di Sissi, suonai il campanello ed attesi che qualcuno venisse ad aprirmi. Mi aprì Amy, ma solo poco dopo capii il perché: Sissi era in braccio ad Harry, che le stava sussurrando qualcosa all'orecchio. Erano dolcissimi insieme!

«Buon Natale!» esclamai entrando, dimostrandomi più allegra di festeggiare di quanto non mi sarei mai aspettata. I ragazzi erano seduti per terra che cantavano a squarcia gola una canzone su SingStar. Mi resi conto per la prima volta che avessero tutti delle belle voci, al contrario di me, che non sarei riuscita ad imbroccare una nota neanche per sbaglio. Ci misero un po' prima di accorgersi della mia presenza, dato che erano troppo presi dalla canzone probabilmente.

«Victoria! Ti è piaciuto il regalo?» mi chiese curioso, aspettando di sentire una delle mie solite frasi, tipo 'avrei preferito un cactus', ma invece mi affrettai a prendere il piccolo pacchetto contenente il portachiavi e glielo porsi. Mi sentivo un po' in imbarazzo, lui mi aveva fatto il regalo più bello che potessi desiderare, mentre io gli avevo fatto una stupidaggine. Lo aprì subito, mostrando a tutti il meraviglioso cactus.

«Comunque il gattino si chiama Kiwi» dissi sorridendo, venendo subito ricambiata da lui.

«Meno male, io mi immaginavo già lo chiamassi Cactus» disse ridendo. Decisi quindi non fosse il caso di confessare di averci pensato, ma mi misi semplicemente a ridere con lui.

Being the way that you are is enough - L.P. AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora