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Louis guardó Harry stando appoggiato allo stipite della porta della loro stanza da letto. Si era pentito di quello che aveva detto appena lo aveva fatto.

Non voleva dirglielo, ma la gelosia lo aveva fatto parlare troppo. Lo sapeva che non doveva preoccuparsi del rapporto che c'era tra Liam ed Harry, ma vederli parlare in quel modo, così intimo, lo aveva fatto straparlare. Per un attimo, la sua parte irrazionale aveva preso il sopravvento.

Si avvicinò lentamente. Sapeva che non stava dormendo, anche se era notte fonda e non c'era neanche una luce accese. Ma era un licantropo. Vedeva nel buio.

Harry era steso nel loro letto, nella sua parte del loro letto. Era coperto dalla coperta rossa che gli aveva comprato Louis un anno prima.

Era sveglio. Era arrabbiato.

Louis s'inginocchiò sul materasso e alzò una mano per accarezzarlo.

« Non toccarmi» l'ammonì, bloccando il gesto.

« Scusa»

Harry si alzò in piedi di scatto sentendo quelle parole, prese la coperta e il suo cuscino. In silenzio, e sbattendo i piedi infastidito, scese in salotto, stendendosi sul divano, stizzito, coprendosi con la coperta fin sopra la testa.

Louis sospirò abbassando la testa. Nella sua vita aveva lottato molto: contro la morte della sua famiglia, contro vampiri, contro mostri, cacciatori, contro creature che non avevano neanche un nome proprio a definirli.

Lottare con Harry, era imparagonabile a tutto ciò.
Litigare con Harry, lo faceva stare male, gli toglieva le energie.

Scese silenziosamente dalle scale con il suo passo da lupo. Annusò l'aria.
Harry era triste, stava piangendo, era arrabbiato e demoralizzato.

Louis si diede dello stupido mille volte prima di avvicinarsi al divano.

Si stese vicino a lui, e questa volta Harry non si ribellò. Allora Louis lo prese fra le braccia.
Lui si strinse sul suo corpo e tiró su col naso, non riuscendo più a trattere le lacrime per la rabbia.

« Non ti perdonerò tanto facilmente questa volta, non ho fatto niente per meritarmi quelle parole» borbottò con la voce tremante.

« Lo so» sospirò Louis.

« Sono su di te solo perché ho freddo. E tu hai più di quaranta gradi in corpo, solo per questo. E anche perché non riesco a dormire bene senza di te.. Non riesco a chiudere occhio senza la tua presenza»

« Lo so bene»

« E anche perché tu hai grandi e affilati artigli e zanne, se mai dovesse entrare un ladro in casa. Anche se ho una mazza in acciaio inox e legno per difendermi» borbottó ancora, passando la punta del naso, fredda come il ghiaccio, sul collo del suo fidanzato.
Louis mugolò, chiudendo gli occhi e godendosi quei gesti. Ma sapeva che il suo uomo, il suo unico eterno amore, stava per rimproverarlo come si deve. Aspettó pazientemente e in silenzio. Non voleva interromperlo. Voleva ascoltarlo fino alla fine.

« Mi hai trattato malissimo, davanti a tutti poi! E sono stanco dei tuoi urli contro di me quando non ho fatto niente di niente! Per una volta mi sono allenato come si deve, lamentandomi il meno possibile! Anzi, ho fatto quello che volevi. Alle cinque del mattino mi sono alzato da letto e mi sono allenato con voi, come vuoi tu, perché lo vuoi tu. E l'ho fatto. E nonostante questo, ti sei arrabbiato senza motivo. Non ti perdoneró tanto facilmente questa volta. Mi hai fatto fare la figura dell'idiota davanti a tutti. Non me lo merito. Faccio parte del tuo branco, me lo sono guadagnato e non solo perchè sono il tuo compagno. Eppure certe volte mi tratti così male che vorrei prenderti a schiaffi, mollare tutto e andarmene a casa. Insomma, e che cazzo, stiamo o no per sposarci? Me lo hai chiesto tu! Che poi ti avrei tormentato fino alla morte per sposarmi, ma dettagli. Se non mi importasse di te non avrei mai smesso di parlare con la mia famiglia. Ma questo é un' altra storia. Sono loro in torto, non io... Si puó sapere perché mi hai urlato in quel modo?» finì per sbottare, allontanandosi dal corpo di Louis - ma non troppo! - e guardarlo negli occhi.

Lui strinse le labbra, e lo guardò con aria colpevole.

« Avanti! Dimmelo! Non puoi averlo fatto senza motivo, alfa dei miei stivali, non avevo davvero fatto niente questa volta!»

« Ero geloso, ok?!» sbottò guardandolo male.
Harry invece lo guardò perplesso, pensando di non aver capito bene.

« Geloso? In... In che senso? Di cosa?»

« Si! Geloso! Anche io sono umano. E tu sei solo mio! Mi sono ingelosito, e lo so che é stata una reazione stupida, ma é successo»

« Sei geloso.. Di me?»

« Che io ricordi non amo nessun altro!» disse sarcastico.

« Questo poco ma sicuro» mormoró Harry minaccioso.

« Insomma, tu e Liam stavate parlottando come al vostro solito, ma il lupo in me ha cominciato a sentire qualcosa sulla bocca dello stomaco. E allora ho agito. Ma mi dispiace, credimi. Mi sono pentito di averti parlato in quel modo subito. Mi dispiace Harry» gli disse sincero, parlandogli con il cuore in mano.

Il riccio sospirò alzandosi dal corpo di Louis.

« Adesso capisci come mi sento ogni volta che qualcuno ti gira intorno, tipo Monique?»

Louis fece una smorfia annuendo.

« Bene. Vado a letto. Muoviti, che ho freddo» borbottó riprendendo con stizza la coperta e il cuscino. Louis si aprì in un bellissimo sorriso e si alzò di scatto. Seguì Harry passo passo.

Si stesero a letto ed Harry si incollò a lui, passando la punta del naso sul suo collo, producendo leggeri mugolii di piacere, come se stesse facendo le fusa piano. Louis era al settimo cielo, era la persona più felice del mondo in quel momento. Amava Harry, amava sentirlo così tranquillo, sembrava in paradiso. Amava sentirlo su di sè. Amava sentire le sue mani viaggiare per il suo corpo. Strinse Harry a sè e respirò il suo profumo, mentre i brividi percorrevano il suo corpo. Harry strinse la sua gamba intorno al suo fianco, stringendosi ancora di più al suo corpo muscoloso e caldo.

« Ti amo» mugolò, incominciando a baciarlo sul collo e sul mento. Louis chiuse gli occhi, sentendo la solita scossa di brividi lungo la schiena e lo stomaco contorcersi dal piacere. La sua temperatura aumentò ed Harry si staccò leggermente, guardandolo estasiato, come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, e in effetti era così. E dannazione, poteva toccarlo e baciarlo tutte le volte che voleva! Louis aprì gli occhi  e li incastronò in quelli verdi del suo uomo.

« Permettimi di farmi perdonare» disse. Harry portò gli occhi sulle sue labbra.
Portò una mano dietro il suo collo e fece passare i suoi capelli lisci fra le mani.
Qualche secondo dopo, Harry si appropriò di quelle labbra, troppo invitanti per potergli resistere.

Si mise a cavalcioni sul suo corpo caldo e approfondì il bacio, infilandogli la lingua in bocca. Louis mugolò soddisfatto, posizionando le sue mani sulle natiche sode di Harry, avvicinandolo di più al suo bacino, come se non fossero giá incollati.

« Harry» gemette Louis, sentendo il suo autocontrollo scemare molto velocemente.

Il suo cuore batteva frenetico. Lui si staccò dalle labbra del più grande, e sempre guardandolo negli occhi, incominciò a muoversi sul suo bacino, facendo scontrare le sue erezioni, ben sveglie.
Louis gli tolse velocemente la maglietta e lo baciò sul collo, sul mento, scendendo sempre più giù. Lo fece stendere di schiena e lo denudò completamente, impaziente di occuparsi di lui, di farsi perdonare in ogni modo possibile.

Harry sentiva caldo, caldissimo. Sentiva Louis ovunque, in tutto il suo corpo. Era eccitato, dannatamente eccitato.
Aveva bisogno di lui, in quel preciso istante.

« Lou» ansimò sentendosi al limite, e pronto. Louis risalì sul suo corpo, ripulendosi la bocca con un dito, per poi rimetterlo in bocca, non lasciando neanche una piccola traccia del piacere di Harry.

E lo baciò, facendogli allacciare le gambe ai suoi fianchi nudi.

La stanza era gremita solo dei loro gemiti e sospiri.

Quando si unirono, sembrarono fondersi in un unico corpo.
Harry danzò eroticamente su quel corpo che tanto amava.

Louis non faceva altro che guardarlo, toccarlo, baciarlo. E marchiarlo. Come solo lui saleva fare.

In fondo, Harry lo aveva giá perdonato. 

Sequel - Il mio uomo è un lupo -  Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora