Ritorno a Hogwarts

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L'1 settembre era arrivato con non poca lentezza. Hermione, quella stessa estate, era rimasta in compagnia di Harry, Ron e la famiglia Weasley, con l'intento di portare un po di conforto per la morte di Fred.
Le conseguenze della guerra si erano presentate fin da subito. Harry e Ron, troppo scossi da quell'evento, avevano deciso di percorrere la carriera di Auror e stanare sul nascere qualunque movimento oscuro potesse prendere piede sul mondo magico.
Hermione, invece, nutriva molto amore per la scuola e per i libri. Quel luogo era tutta la sua vita, quel luogo era ció che le rimaneva per andare avanti, dopo aver appurato di non riuscire a sbloccare l'oblivion effettuato sui suoi genitori, durante la guerra.

Così quel 1 settembre Hermione e Ginny presero il treno per Hogwarts, con la speranza di ritrovare un po di normalità tra le mura del castello.
Hermione era cresciuta, maturata dopo la guerra. I ricci ribelli avevano fatto spazio a boccoli morbidi e più definiti. Il corpo, seppur molto magro, aveva dolci forme.
Era diventata una donna.

Il viaggio non duró a lungo e la sera le due ragazze si ritrovarono al tradizionale banchetto di inizio anno.
Il castello sembrava non avesse mai subìto gli orrori e la violenza della guerra, era stato ricostruito alla perfezione; ma Hermione poteva sentire alla perfezione tutte le urla di sofferenza, di maledizioni senza perdono scagliate dai mangiamorte, il pianto di chi aveva perso i propri cari.
Ad attendere la folla di studenti, stava seduta sul trono del preside la Professoressa McGranitt: il volto stanco, ma gli occhi esprimevano tutt'altro, una forza innata e perseverante.
La tavola dei professori mostrava lo staff che ci sarebbe stato quell'anno ed Hermione scrutó un professore alla volta, ritrovandosi a fissare con un po più di insistenza due occhi di ossidiana, che sembrava stessero facendo la stessa cosa con lei.
Hermione si chiedeva come, in quello stesso anno, sarebbero state le lezioni con Piton, dopo che l'intero mondo magico venne a conoscenza della storia del principe mezzosangue e di tutti i sacrifici che quell'uomo aveva compiuto per proteggere Harry.
Scacció via quel pensiero scuotendo leggermente la testa e tutto ció che ottenne da quell'uomo fu uno sguardo corrucciato, carico d'astio ma con una nota di..curiosità?
Hermione si ripromise di non fissare più quell'uomo e di ritornare sui propri passi, se voleva evitare perdite di punti e punizioni da parte del Potion Master.
Si voltó verso Ginny, che le regaló un caldo sorriso.
Riprese a mangiare e chiacchierare allegramente con i propri compagni di casa.
Tutto sembrava andasse per il meglio, finchè non finì la cena.

Lei, Ginny e altri grifondoro si alzarono per andare nella propria sala comune. Una volta attraversata la porta della Sala Grande, la compagnia sentì una voce strascicata, vellutata alle proprie spalle e intuirono subito chi fosse.
"Bene bene, chi abbiamo qui? Pensavo che la guerra vi avesse fatti ritornare tra le braccia delle vostre madri, ma sfortunatamente mi sbagliavo" Piton scattava lo sguardo da uno studente all'altro "badate bene di non tramare piani per mettere in subbuglio la scuola o incapperete nel mio...disappunto" l'ultima parola venne detta con lentezza, mentre fissava Hermione.
Il gruppo, dopo aver borbottato un "Si Signore", prese a camminare per mettere più distanza possibile dal professore.
Hermione credeva di averla scampata liscia con il gruppo, ma poi venne bloccata da un'altra affermazione.
"Non così in fretta, Granger".
Si era pietrificata sul posto e Ginny le mandó uno sguardo compassionevole seguito da un "ci vediamo in sala comune".
Hermione annuì incerta e lentamente si voltó verso il professore.
"Si, professore?"
"Sa Granger, dovrebbe essere più educata nei confronti dei suoi professori, è maleducato fissare una persona con una certa insistenza"
Hermione teneva lo sguardo a terra dalla vergogna, le gote si imporporarono dopo aver sentito quelle parole.
Il professore continuó "Il suo acume è poco sviluppato, guarda le persone nei momenti più inappropriati. Quando parlo esigo mi venga rivolto lo sguardo, Granger!". Il tono del professore si era alzato di poco, cosa che comunque fece sobbalzare Hermione.
Piton, con un indice, alzó il mento della ragazza e restarono a fissarsi per qualche minuto, inspiró e alzó leggermente il mento in segno di superiorità.
Hermione aveva provato un brivido che non sapeva se definire piacevole o meno, a quel piccolo tocco.
"Per stavolta saró magnanimo, ma la prossima volta non potrebbe essere altrettanto fortunata, sappia che potrei togliere non pochi punti alla sua casa".
L'indice, che finora sfiorava il suo mento, si ritiró ad una velocità incredibile ed il mago si giró di scatto, scomparendo con il suo mantello svolazzante nell'oscurità dei sotterranei.
Hermione guardó per l'ultima volta in quella direzione, sfiorando il mento con il proprio dito e gli occhi persi nel vuoto.
Scrolló le spalle e solo in quel momento si accorse di aver trattenuto il respiro. Prese a correre in direzione della propria Sala Comune.

Si, Piton era rimasto quello di sempre.

Salve a tutti!
Questa è la prima fan fiction che scrivo, per cui siate clementi ve ne prego!
Finora sono stata solo una lettrice di diverse storie su efp, ma ho pensato "perché non provare a fare felici altri lettori?" 😁
Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo.
A presto!
Patrisha_Piton

Nella differenza, l'Amore. (SeverusxHermione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora