Confessioni

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Sotto decisione (quasi) unanime da parte dei professori, il giorno dopo il ballo sarebbe stato dedicato al riposo e al completamento dei compiti degli studenti.
Lunedì notte Ginny arrivó al dormitorio non dopo molto Hermione. L'aveva trovata distesa a letto con indosso il vestito da festa.
Seppur addormentata il suo viso esprimeva dolore, accentuato dal mascara colato sulle guance.
Le dispiaceva interrompere il sonno di Hermione, ne aveva bisogno, viste le circostanze.
Le avrebbe parlato il giorno dopo.

La mattina successiva Ginny si sveglió, ma non trovó Hermione nel proprio letto. Si fece un bagno, si vestì e scese in Sala Grande, credendo di trovare la riccia seduta a tavola.
Per strada incroció Neville, che teneva un manuale di erbologia e un vaso con un buffo cactus.
"Hey Neville!"
"Ciao Ginny, tutto bene? Mi sembri preoccupata"
"Sai dov'è Hermione?"
Il ragazzo si acciglió pensieroso "No, non l'ho vista, pensavo fosse con te"
Si salutarono e ognuno prese la propria strada.
Entró in Sala Grande, notando che non c'erano molti studenti. Prese al volo la propria colazione e andó verso la biblioteca.
Nemmeno lì la vide.
C'erano altri due posti dove poteva essere, decise di andare a perlustrare il Lago Nero.

E fu lì che la trovo, seduta sulla sponda, il mento appoggiato sulle gambe circondate dalle braccia.
"Hey" Ginny aveva timore di disturbarla, se aveva deciso di stare seduta di fronte il lago, magari significava la voglia di stare da sola.
Hermione voltó appena la testa e sorrise poco.
Ginny tentó nuovamente di farla parlare "non ti ho vista da nessuna parte, poco ci mancava che mettessi in allarme i professori"
A quell'ultima parola Hermione sospiró e si decise a parlare.
"Ginny, tutto quello che ti diró ora dovrà rimanere tra me e te, non lo deve sapere nessuno, chiaro?"
Ginny annuì con la testa in modo scattoso.
"Ho..capito a chi appartiene il profumo di pergamena, cannella e muschio bianco"
"Oddio non ci credo!!! E chi è?" Ginny era euforica, ma non si poteva dire lo stesso per Hermione
"Piton"
Ci fu un momento di silenzio. Ginny era pietrificata. Stava fissando Hermione.
"Herm, stai scherzando, vero?"
"No" una monosillaba poteva sconvolgere una persona? In quel momento si.
Ginny non sapeva che dire. Hermione allora si apprestó a raccontarle ció che era successo la sera precedente.
Ginny era sempre più shockata.
"Ginny, so quanto ció ti possa turbare. Lo sono anch'io. Quando per la prima volta ho varcato le porte di questo castello, non mi sarei mai immaginata un futuro del genere. Io sono sempre stata una persona che si basava su certezze: finire gli studi, sposarmi con Ron, avere una famiglia. Ma la vita non è fatta di certezze, prima ci si abitua all'idea, prima ci si adatta ai cambiamenti, anche bruschi."
"E come farai ora, che lui ti ha detto chiaro e tondo ció che pensa?"
"Non lo so Ginny, per ora ho bisogno di metabolizzare la faccenda. Sarei egoista se mi negassi dei momenti per stare male. Per dolore non intendo solo Piton, sai che non mi sono buttata alle spalle gli avvenimenti cruenti della guerra" gli occhi le divennero lucidi.
"Vieni qui" la rossa allargó le braccia e l'abbracció.

Passarono alcuni mesi.
Hermione cercava di nascondere al meglio il proprio dolore. Ma le notti insonni, gli incubi e il ricordo delle ultime parole dette dal Potion Master, ricadevano sul suo aspetto fisico, soprattutto sulla faccia.
Cercava di coprire le occhiaie con degli incantesimi, ma per quanto ci provasse, il risultato era scarso.
Il professor Piton, dalla volta della festa, ritornó ad essere l'acido e scontroso insegnante di una volta, cercava di non incrociare mai lo sguardo della ragazza, negava a lei la parola se in classe faceva qualche domanda sulle pozioni.
Quel comportamento dell'insegnante ad Hermione non faceva per niente bene.

Quel giorno, durante l'ora di pozioni, era stato ordinato alla classe di creare il Distillato di Morte Vivente. Hermione era a fianco di Neville, che come sempre non riusciva a lavorare a causa del terrore che Piton gli incuteva.
A metà della prova Hermione vide Neville versare più di 10 gocce di essenza di assenzio nel calderone. Lo bloccó repentinamente con il braccio e sottovoce gli disse "Neville no! Vanno versate solo 10 gocce!"
Peccato che in quell'istante Piton fosse dietro di loro.
Rimase dietro di loro in silenzio, lo sguardo lanciava saette, il mento alzato. Dondolava leggermente in avanti con i piedi, mentre le mani erano conserte dietro la schiena.
La mandibola guizzó in due scatti, poi decise di parlare.
"Granger!"
Hermione e Neville sussultarono, il povero ragazzo impallidì mortalmente.
"Come sempre ti ostini ad aiutare i tuoi compagni, con l'intento di pavoneggiarti per i corridoi della scuola" voce strascicata, sembrava un serpente.
Hermione guardava Piton con aria di sufficienza, senza dire nulla.
Lui continuó "ma lascia che ti dica una cosa: questo tuo comportamento da insopportabile-so-tutto-io morirà a breve. Punizione, stasera nel mio ufficio alle 20". Ghignó leggermente, guardando dall'alto Hermione e proseguendo il controllo di altri calderoni.
Neville guardó a terra sentendosi in colpa, sussurrando un "mi dispiace".
Hermione battè sulla spalla di Neville e gli sorrise, come a rincuorarlo.

Dentro di se, peró, una certa angoscia le attanagliava lo stomaco, per la punizione di quella stessa sera.

Nella differenza, l'Amore. (SeverusxHermione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora