Parte III: Faccia da cane

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«Apri la porta, verme!!!»

Ace sgrana gli occhi nel riconoscere la voce ringhiosa, proveniente dall'esterno. Senza dare spiegazioni, afferra Leo per un braccio e lo induce a nascondersi sotto al letto.

«Resta qui e non fiatare, ti prego» gli dice ansimante, per poi precipitarsi alla porta. Il ragazzino rimane sbigottito, ma esegue quanto chiesto, preoccupato.

Ace apre la porta.

«Akainu che vuoi? Ho pagato l'ultima volta,» afferma il corvino con tono amichevole, facendo finta di niente.

L'uomo appena entrato è alto e grosso, con un volto perfettamente squadrato e dall'aria minacciosa.

Si accomoda sul letto e accende un sigaro, dopodiché ribatte: «Bastardo, ti piace giocare! Mi hai mandato del denaro falso, potrei farti arrestare."

Leo si sente improvvisamente schiacciato dal materasso, ma è così incuriosito dalla faccenda, che non gli dà peso.

Il bruto ricomincia a parlare.

«Il problema, è che io sono un brav'uomo. Non ti farò sbattere in galera, ma hai una settimana di tempo per trovare il denaro

Ace si stringe nelle spalle, non riesce a rispondere. D'altronde, è in una posizione troppo scomoda per provare a dire qualcosa.

Akainu si alza e conclude il suo discorso posizionandosi di fronte al ragazzo, che lo guarda intimorito.

«Dopodiché, sarò ben contento di cacciarti a calci nel culo.»

Proferite le ultime rassicuranti parole, l'uomo spinge con brutalità il ragazzo che cade rovinosamente a terra.

Quando sente sbattere la porta, Leo balza fuori dal nascondiglio e commenta impressionato: «Wow, ma che problemi ha quel tipo? Dovrebbe prendersi qualcosa e darsi una calmata. Ma chi è

Il ragazzetto guarda Ace, il quale si alza, sconfortato.

Il corvino risponde urlando, sull'orlo della disperazione.
«È colui che potrebbe distruggermi in un secondo, se solo volesse!»

Leo alza un sopracciglio, commenta scettico:
«Quel cagnolone gigante? Sai quanti hanno provato a minacciarmi come lui e non si sono mai più visti?»

Il ragazzo si gira, fischiettando. Ace riesce a trovare un momento di serenità, confortato dalla presenza di Leo; poi il silenzio e infine, il rumore metallico di due bulloni.

«Non guardarmi, è un vizio,» afferma Leo che fa volteggiare gli oggetti di metallo e dopo, li posa in tasca.

Il ragazzetto rompe il silenzio e comincia a ragionare. «Allora, fammi capire: né io né tu abbiamo quattrini, quindi...»

Ace inizia ad ascoltarlo con attenzione.

«Quindi ho fame, andiamo a prendere qualcosa da mangiare?»

Il corvino gli lancia un'occhiataccia, convinto che il ragazzino avesse un'idea geniale, invece era soltanto l'ennesima cazzata.

"Ormai è finita..." commenta Ace, mentre tira fuori dall'armadio una vecchia valigia.

Leo lo osserva, contrariato. Senza preavviso, comincia a sbraitare.
«Ma tu hai il fuoco! Come diamine è possibile?! Prima ho visto che hai dato fuoco alla testa di quella signora!»

Ace lo guarda, sconvolto.
«E solo ora ti vi è venuto in mente?»

«Anche io ho il fuoco!» Afferma il ragazzino e preso dall'entusiasmo si lancia sul letto.

«Impossibile. Il frutto del diavolo mera mera, cioè del fuoco, è uno e ce l'ho io,» ribatte indispettito l'altro.

«Non so di cosa tu stia parlando, ma io sarei un semidio e quindi... abbiamo entrambi il fuoco

Ace resta piuttosto stupido dalla rivelazione del ragazzo, ma non riesce a non ridere e farsi trasportare dalla spensieratezza del momento.

"Quindi, entrambi potremmo fare grandi cose, ma viviamo da pezzenti?" Nota Ace e si siede sul letto, accanto all'altro.

Leo gratta il capo e poi annuisce ripetutamente.

«Però, mi piacerebbe aiutarti...» commenta il ragazzino, guardando intensamente Ace, il quale riflette con serietà sulla situazione.

"Intreccio Di Fuoco"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora