Maestro

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Leo si precipita come una furia giù dall'Olimpo, diretto a quella cittadina di cui non si sa il nome.

Frena per prendere fiato, diversamente dal solito non sale sui balconi, ma bussa all'appartamento di Ace.

La porta si apre.
Leo sgrana gli occhi.
Poi si agita.

«Ma, ma qui non c'era un certo Ace?»

La donna grassa con le scocche rosse risponde masticando un panino all'aglio come una cavernicola:

«Infatti.
C'era.
Or su smamma»

Mentre parla sputacchia sul volto disgustato del ragazzino.

«Lei mi è antipatica!»

Esclama Leo che le dà fuoco. Senza perder tempo si precipita a ritrovare l'amico.

Gira un po' dappertutto, rivolgendosi alle persone allo stesso modo:

«Avete visto un ragazzo alto, corvino, con lo sguardo perso nel vuoto.
Con le lentiggini!»

E puntualmente le persone ciondolano il capo.

Leo stringe i pugni non dandosi tregua, va anche nel deserto, ma niente.

Si siede su una panchina per una pausa e scruta due zietti farneticare con la voce bassa:

«Sai, si dice che un ragazzo si sia suicidato perché non aveva denaro»

«Già, l'ho sentito anch'io.
Ma se non lavorano i giovincelli di oggi cosa cercano?
L'albero del denaro?!»

I due anziani se la ridono lasciando imbambolato Leo.

«Ma,impossibile.

Ace tu, tu non puoi aver fatto nulla del genere!
Io ti devo parlare,
tu mi devi ascoltare,
noi dobbiamo ritornare quella coppia di fratelli che se la spassava lontano da ogni pensiero...
Dobbiamo raggiungere la nostra libertà,
e poi non li avevi i soldi per pagare l'affitto!?
Mi sono allontano troppo. Che stupido!»

La mente di Leo si affolla di domande.
Interrompe i suoi grattacapi una strana voce chiusa in un' ombra.

«Tu, cosa vuoi?»

«Chi parla?!»

«Piccolo Leo»

«Cosa?»

C'è solo una persona che lo chiama così.
Ace.

Il cuore di Leo si illumina e si lancia ad abbracciarlo.

«Ti stavo aspettando»

«Ace.
Mi dispiace,
io, voglio che tu mi faccia da maestro.
Io voglio chiamarti maestro!
Mi devi aiutare a padroneggiare
il fuoco,
non voglio più far del male a
nessuno!»

A Ace scappa un battito.

«Leo, scusami tu.
Forse con te dovevo mettere un freno, ma sarò onorato
di insegnare a un piccolo semidio come te»

«Non è colpa tua, fidati.
È Calypso che non comprende che noi siamo solo amici,
io ho un altra persona a cui pensare»

«Ti ricordo che non ho un tetto,
e poi ho una fame...»

«Non aggiungere un'altra parola, te lo do' io un posto dove stare, temporaneo,
ma dovrebbe andare bene.
E qui ho bisogno di Will.
Verrai sull'Olimpo»

Ace è sbalordito, apprezza quanto vuol fare il suo nuovo apprendista.

"Intreccio Di Fuoco"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora