13 Dare la morte

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La notte stava scivolando via, disturbata dalle prime luci dell'alba che avanzava prepotentemente all'orizzonte.
Gli zombie erano apparentemente calmi. Anzi no, erano storditi, come chiunque abbia ingerito troppo cibo e ora si trova in uno stato di torpore sonnolento.
L'occhio nero di Muss li aveva sorvegliati tutta la notte attraverso una fessura della finestra. In quelle ore il cacciatore di taglie aveva imparato molte cose da quegli esseri. Gli occhi giallastri e la bocca assomigliante a una tagliola non erano gli unici elementi inquietanti.
È vero che erano lenti nel muoversi, ma potevano scattare imprevedibilmente per afferrare il loro pasto. Le persone umane morivano in due modi : venendo completamente divorate oppure trasformate dopo essere state morsicate. Ma poi, quando si trasformavano erano davvero morti?
Comunicavano attraverso dei sinistri grugniti, in un linguaggio imperscrutabile ma efficace. Sapevano agire in cooperazione per accerchiare una preda umana.
Apparentemente il loro appetito sembrava insaziabile. Muss però aveva capito, osservandoli singolarmente, che raggiungevano un limite di sazietà superato il quale si allontanavano dalla loro preda iniziando un percorso casuale, oppure crollavano a terra senza muoversi più.
I punti deboli?
Quando gli zombie si nutrivano erano vulnerabili, perché colti dalla frenesia alimentare non badavano se qualcuno gli si avvicinava per fargli saltare la testa. Muss si appunto' questa nota alla mente e si stropicciò il suo unico occhio.
Era esausto.
Anche il gruppo intorno a lui lo era.
Nessuno aveva dormito. I nervi erano a fior di pelle. Avevano provato a elaborare una serie di strategie fantasiose per fuggire; altre più pragmatiche ma che non convincevano tutti. Sterminare gli zombie era fuori discussione, perché occorreva una quantità industriale di proiettili, oltre che una dose inquantificabile di fortuna.
Quindi?
L'indiana aveva proposto la soluzione più semplice e forse la più praticabile secondo il cacciatore di taglie e lo sceriffo Berker. In sintesi: procurarsi dei cavalli nelle stalle; filarsela via a est; attraversare il deserto e raggiungere le montagne rocciose.
-- Probabilmente gli zombie non sono riusciti a entrare nelle stalle visto che sono dotate di porte robuste e vengono chiuse a chiave. Ci procureremo un cavallo a testa e ce ne andremo da qui-- disse Berker aprendo l'armadio blindato dove erano custoditi i fucili e le pistole. Consegnò una scatola di munizioni ad ogni componente del gruppo.
Berker allungò un fucile alla giovane ragazza, ma lei lo rifiutò.
-- Io uso Arco e frecce.
-- Di frecce ne hai solo una però.
Siria posò lo sguardo all'interno dell'armadio che conteneva le armi.
-- Quei pugnali da lancio che vedo, dammi quelli.
Berker si ricordò che quei coltelli gli aveva sequestrati un mese prima a un cowboy di passaggio, si era messo a dare spettacolo mezzo ubriaco vicino al pub.
-- Non andrai distante con quelli--
-- Ho fatto molta strada con un'unica freccia-- disse Siria raccogliendo sette pugnali da lancio. Poi aggiunse:
-- Vogliamo andare?
Il cacciatore di taglie osservò con attenzione l'indiana.
Era giovanissima e di aspetto gradevole. Aveva un fisico asciutto, slanciato e muscoloso. Le braccia erano segnate da una granitica muscolatura, tipica di chi fa sforzi quotidiani. Era però lo sguardo della ragazza che impressionava Muss. Non era solo la sua aria indipendente che traspariva nel suo modo di fare. Nei suoi ventiquattro anni di carriera come Bounty killer del west, aveva guardato in faccia abbastanza persone per capire quelle che avevano il dono, o la condanna, di dare la morte. L'indiana possedeva quell'espressione.

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