Arrivo

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Sharlene Johnson rimase stupita e anche bloccata tra le due mani calde e tremanti di Robert Downey Jr che rimaneva fermo, un centimetro che divideva le loro labbra.
La ragazza sentì il brivido della fine del gioco scorrerle dentro alle vene, fino alla punta dei piedi.
Lei voleva solo andare a dirigere il film senza complicarsi la vita, senza problemi di cuore altrimenti la sua timidezza rischiava di interferire con il lavoro.
Aveva visto quel rispetto antico formarsi tra lei e la squadra non appena si erano incontrati, non voleva che l'alcol rovinasse tutto il suo mondo.
Ma, d'altro canto, in questo momento non era seduta sulla sedia del regista, la sua timidezza e incapacità di non obbedire erano ai massimi livelli.
Rob sembrava indeciso se premere le sue labbra contro quelle di Sharlene oppure lasciarla andare.
-Sei così giovane, così speciale.
Iniziò lui, accarezzandole i capelli con gentilezza nonostante fosse ubriaco e si sa, gli ubriachi non sono mai gentili. La ragazza sudava freddo e ogni contatto con lui era una doccia di sangue freddo per lei.
Sentiva che non reggeva quella tensione, quel punto di rottura che aveva raggiunto.
Come sempre le lacrime iniziarono a scendere, una routine depressa.
Le mancava la forza di tirargli uno schiaffo, di scappare, di urlare aiuto o semplicemente difendersi nel modo migliore possibile.
Lei vedeva Robert, non lo sbronzo.
-Così bella.
L'odio si fece sentire a quella frase, una sacra Bibbia da non tradire per lei. Sharlene Johnson bella? Quando mai. Lei odiava quando le persone si occupavano di lei, iniziava a scalciare e a mordere quelle mani che si tendevano per aiutarla.
Solo lei poteva aiutarsi, nessun umano è capace di fare del bene perché prima o poi tradirà il suo coetaneo.
Non si fidava di nessuno, tranne Robert.
Quell'uomo aveva qualcosa di speciale, qualcosa che neanche l'odio stanziato dentro di lei poteva uccidere o ignorare, ma non stavolta.
Sharlene ignorò quel sentimento che la spingeva a non reagire per lasciarsi toccare dalle sue mani e con uno scatto gli tirò uno schiaffo.
Sentiva l'odio che ringhiava dentro di lei, la voglia di strangolarlo si fece succulenta alla sua vista ma la timidezza e la bontà la fermarono.
Voleva solo dirigere il film e poi sparire per sempre tra le montagne di Bradford.
Downey sembrò risvegliarsi da una sorta di trans, toccandosi la guancia violacea per poi accumulare attenzione sugli smeraldi lucidi di Sharlene.
-Mi dis...piace, ti prego, non ero io quello di prima.
Le accarezzò una guancia, facendola appoggiare sul suo petto, accarezzandola. La ragazza piangeva ancora e non era intenzionata a darsi un tono, la paura andava sfogata in qualche modo e l'odio accerchiato nel suo spazio dentro il suo cuore.
-Shhh, mi dispiace davvero tanto.
La sua voce tremava come i suoi gesti, la lucidità iniziava a tornare.
Appoggiò il mento sui capelli morbidi della ragazzina che si era permessa di chiudere gli occhi al suono del cuore di Robert appena sotto il suo orecchio.
-Ora sono di nuovo me stesso, non ti farò del male.
Sharlene arrossì sentendo le sue labbra posarsi tra la sua chioma.
L'aereo volava tranquillo, New York si stava stendendo sotto di loro con i grattacieli che dominavano l'atmosfera energica e solenne della città.
Scesero dal jet lussuosissimo, delle macchine enormi, nere e con i vetri oscurati stavano aspettando pazientemente i loro passeggeri.
Robert l'affiancò, afferrandole la mano.
-Ci vediamo domani a lavoro.
Le sue labbra calde e vogliose di qualcosa le sfiorarono la guancia e Sharlene lo fissò timida mentre si incamminava verso l'auto riservata agli attori.
È il momento di iniziare le riprese e dopo l'esperienza del volo niente sarà più come prima.

*io dormo perché lunedì inizia la pacchia e esattamente tra quattro giorni è il mio compleanno, quindi preparate i fuochi d'artificio. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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